lunedì 26 settembre 2016

Il blogger delle cause perse


Ho passato quarant'anni della mia vita facendo l'avvocato di quella causa persa conosciuta come “movimento per i diritti animali”, per poi ritrovarmi snobbato e messo da parte dalle nuove generazioni di animalisti. C'era un circo a Codroipo e un gruppo di animalisti udinesi decise di fare un presidio davanti al tendone. Mi offrii di parlare al megafono, nel mio paese, come ho fatto per anni in varie parti d'Italia. No, grazie, mi risposero. Faremo una manifestazione silenziosa. Idioti! Un gruppo di animalisti pordenonesi racchiuse in un libro sull'uccellagione i pareri di esponenti di spicco del mondo animalista, che scrissero ciascuno il suo pezzo. A me, scrittore dilettante che per anni ha versato sangue contro l'uccellagione, non chiesero di scrivere neanche una riga. Doppiamente idioti, visto che conoscevano la mia storia avendo loro prestato gli archivi, mentre quegli altri avevano almeno la giustificazione di non conoscerla. Quando iniziai la mia lotta per gli animali, sapevo che i diretti interessati non mi avrebbero potuto ringraziare, ma gli esseri umani hanno teoricamente il potere di farlo, di provare rispetto per chi lo merita, e infatti gli animalisti, essendo uomini come tutti gli altri, si rivelano alla fine ingrati e stupidi come tutti gli altri.



Ho passato gli ultimi cinque anni della mia vita gestendo un blog per difendere quella causa persa che si chiama Verità, per poi ritrovarmi i commenti malevoli di trolls che mi rinfacciano l'aiuto della Caritas, a dispetto di tutti gli altri lettori che si possono definire “maggioranza silenziosa” e che non commentano mai. Così si è espresso l'ultimo provocatore: “ I veri poveri che stanno in Italia non si vedranno sottratte le derrate alimentari che costui va a fottere alla Caritas millantando una povertà che non ha, per un po' e magari anche di più, qualche vero povero mangerà come giusto”.
Anche in questo caso, conoscendo le umane miserie – come conosco l'impossibilità degli animali di ringraziarmi – non mi aspettavo di essere osannato per gli sforzi, il tempo, le energie, la creatività e il denaro profusi nella gestione del blog, ma almeno un moto di gratitudine ogni tanto, quello sì, me lo aspettavo. O anche un cenno di assenso per la linea politico-filosofica che sto manifestando. Se tale assenza può essere giustificata a causa di una stanchezza generale da parte degli utenti di internet, scivolati pian piano nella rassegnazione, forse può essere giustificata anche la mia, di stanchezza.


In tal caso, non mi sentirò troppo in colpa quando questo blog sarà chiuso. Tenuto conto che tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile. Un blog è, in fondo, una copia in miniatura della vita, una parabola con un inizio pieno di entusiasmi, un decorso difficoltoso e una fine in genere tragica. Ma c'è sempre un'uscita di sicurezza, la possibilità di deviare il proprio destino, o percorso esistenziale, uscendo dal mondo virtuale per rientrare in quello reale. Ecco che la svolta che sto per dare alla mia vita, con il mio trasferimento fisico ai tropici, cade a fagiolo. Io vado verso una vita di stenti, di difficoltà e di sfide continue, mentre voi, cari lettori, andate verso una vita che gli Illuminati hanno deciso debba essere di stenti, di difficoltà e di sfide continue. Io lo faccio per scelta, andando a vivere nella boscaglia, senza auto, senza luce e senza comodità. E nemmeno una bicicletta! Voi rimarrete qui a subire sempre più ingiurie e vessazioni, perché così la Massoneria ha deciso. Non lo dico in tono di sfida, né intendo suscitare la vostra invidia. Lo dico in particolare all'anonimo troll malevolo per fargli capire che tutti noi (lui compreso) abbiamo le nostre difficoltà esistenziali, ma abbiamo anche il dovere di fronteggiarle. Concludo con il maestro italiano del Pessimismo, Leopardi: “ Lungi dal proprio ramo, povera foglia frale, dove vai tu? - Dal faggio là dov'io nacqui, mi divise il vento. Esso, tornando, a volo dal bosco alla campagna, dalla valle mi porta alla montagna. Seco perpetuamente vo pellegrina, e tutto l'altro ignoro. Vo dove ogni altra cosa, dove naturalmente va la foglia di rosa, e la foglia d'alloro”.



6 commenti:

  1. Vedi Roberto,se tu dovessi chiudere il blog,a me dispiacerebbe sinceramente e te lo dico quì pubblicamente.Io so che in America se uno conosce un mestiere(non sò se l'informazione sia vera o falsa,ma se vera sarebbe un'ottima cosa),ma non è diplomato in quella branca,può fare una prova d'arte e se l'esito è positivo,fregiarsi di un diploma in tal senso e quello che è importante esercitare legalmente quel mestiere.Tu come animalista hai diritto ad almeno una laurea ad onorem (la mia non è piaggeria,ma sincero riconoscimento).Ti suggerisco di mettere in pratica i versi di Dante:Non ti curar di lor,ma guarda e passa.Saluti sinceri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il suggerimento di Dante è sempre valido.

      Quanto alla "prova d'arte" di cui parli, non ne ho mai sentito parlare, ma se è come affermi concordo nel dire che è una buona cosa, perché permette a chi non si è potuto laureare o diplomare causa povertà, di eccellere nel mestiere che ha imparato. Gli anglosassoni hanno avuto un grande pedagogista, John Dewey, che disse: "S'impara facendo".

      Quindi, ci possono essere persone che, pur senza essere laureate, raggiungono vette di perizia e abilità meritevoli di riconoscimento.


      Riguardo infine alla laurea ad honorem per animalismo, ti ringrazio, ma purtroppo nella storia umana gli animali sono serviti solo a far arricchire chi li ha allevati e uccisi, non chi li salva dalla violenza e dalle ingiustizie.

      Elimina
  2. Alla fine...ti rimane solo (e sempre e per ognuno) di ricercare il tuo fiume. Chissà se lo sarà la Grande Isola...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E vado proprio nella parte della Grande Isola dove i fiumi sono rari, causa assenza di piogge.

      Elimina
  3. Non te la devi mica prendere per i troll, sono pieni di invidia, non intervengono mai per commenti costruttivi, ma solo per denigrare, altrimenti non si chiamerebbero troll.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non me la prendo per i troll, ché tanto ho sempre io il potere di cancellare le loro cattiverie, ma me la prendo con l'umano genere, capace di scendere reiteratamente a infimi livelli di bassezza morale. Costringendomi a stupirmi, per questo, ogni volta.

      Elimina