mercoledì 10 gennaio 2018

I padroni della morfogenetica




Quando si dice “Moglie e buoi dei paesi tuoi” s’intende: frequentazioni e lavoro della terra in cui sei nato. Benché in seconde nozze abbia sposato un’africana, non potrei mai essere amico di un arabo, qui in Friuli, per il semplice motivo che siamo stati nemici per secoli. Venivano via mare risalendo l'Adriatico e rapivano ragazzi delle mie terre per portarli in Medio Oriente e crescerli come schiavi e guerrieri. Questo genera in me, poiché io non sono soltanto io ma la sommatoria dei miei antenati, se non un vero e proprio rancore, almeno un’inconscia diffidenza. In un mondo perfetto, saremmo vissuti in pace fra popoli, ma le cose non sono andate così. I padroni dei campi morfogenetici (scopriremo fra poco chi sono) hanno deciso diversamente. Sarà perché sul loro pianeta erano abituati così, ma ci hanno creato a loro immagine e somiglianza, cioè litigiosi, bellicosi e sfruttatori, cioè adattabili all’ambiente, così adattabili da essere capaci di modificarlo. Questo spiega le guerre e lo sfruttamento degli animali, che è la base di tutte le ingiustizie. Ad insegnarci come allevare pecore e buoi furono loro, gli Anunnaki, e anzi ne modificarono le caratteristiche genetiche a nostro uso e consumo. Idem con i cereali e altre piante, da noi oggi considerate commestibili. Se lo sono è grazie agli interventi di ingegneria genetica dei nostri creatori.


Ma torniamo agli aspetti pratici della faccenda. E’ vero che gli immigrati devono sforzarsi di integrarsi con noi, come dice, oltre al buon senso, anche una sentenza della Cassazione, ma è vero anche che dovremmo integrarci pure noi indigeni con loro, entro certi limiti. Conoscendo la natura umana e sapendo che la pigrizia vi ha una parte preponderante, sarà più facile che, una volta giunti fra noi, gli immigrati perdano la bussola e, in preda a profonde crisi di spaesamento (moglie e buoi dei paesi tuoi vale anche per loro) commettano atti che per il nostro codice penale sono considerati reato. Ma i nostri codici sono il risultato di millenni di storia, se partiamo da Hammurabi, e ci parlano di un mondo ideale, basato sul reciproco rispetto. Vi sono altri codici, che per un africano risultano normali. Per esempio, l’infibulazione e il matrimonio con bambine è eticamente normale in certe culture mediorientali.

E per quanto riguarda gli africani propriamente detti, macellare gli animali per strada è normale, mentre noi lo deleghiamo a personale specializzato lontano dagli occhi della gente. Risolvere le questioni a scazzottate, a bottigliate o a coltellate è normale in Africa, dove, com’è noto, la vita vale meno di niente, ma non è normale nelle nostre terre uscite faticosamente da secoli di oscurantismo e prepotenza. Vendere droga dagli africani è considerato normale e se Brumotti va ad infastidire un “onesto” lavoratore, giustamente viene malmenato, perché sarebbe come se qualcuno andasse a infastidire un operaio in cassa integrazione. 

Anni fa a Massa Carrara, partecipando a un’assemblea dei Verdi indetta lì proprio grazie alla presenza della famigerata Farmoplant, mi accorsi che gli operai del posto ci odiavano, arrivando al punto di colpire la macchina all’interno della quale mi trovavo. Uno dei cartelli che esponevano diceva: “I Verdi sono pidocchi sul garofano socialista”. I socialisti non esistono più e anche i Verdi non se la passano troppo bene, ma col senno di poi si capisce che gli operai di una fabbrica altamente inquinante si consideravano discriminati da una neonata formazione politica che, viceversa, metteva al primo posto la salubrità dell’aria e dell’ambiente rispetto ai posti di lavoro. Gli operai, come gli spacciatori di droga africani fuori dalla stazione di Milano, non la pensano così.

E allora, in questi due specifici casi, chi deve….integrarsi? Lo spacciatore deve smettere di spacciare e l’operaio di Massa Carrara di inquinare o deve il resto della popolazione accettare che la droga sia venduta in pieno giorno in stazione e l’aria veicoli particelle cancerogene? A me la risposta sembra ovvia. Ma c’è un’altra considerazione da fare, ben più grave. Venditori di cocaina e produttori indiretti di sostanze tossiche contribuiscono a formare il campo morfogenetico, di modo che il loro comportamento andrà a incidere sul codice genetico di chi gli sta attorno, adulti o bambini che siano. Nel primo caso, assodato che nessuno di noi persone per bene andrà a comprare droga, perché si creerà la convinzione, derivata dall’abitudine, che la vendita di sostanze stupefacenti sia normale, mentre nel secondo l’incidenza sui geni degli astanti sarà di tipo materiale perché gli agenti tossici entreranno direttamente nel circolo sanguigno e la gente si ammalerà di cancro.


Noi persone per bene, con tutta la nostra buona volontà, avremmo voluto integrarci con lo spacciatore africano e l’operaio della fabbrica inquinante, ma non abbiamo fatto in tempo: il cancro ci ha portato via prima. E’ stato più veloce delle nostre buone intenzioni. Le quali, come tutti sanno, lastricano l’inferno e quindi tanto buone non devono esserlo, in fondo. Tanto è vero che ad essere troppo buoni si diventa coglioni e con spacciatori e inquinatori, visto che non la capiscono con le buone, la devono capire con le cattive. 

Così che gli si può fare questa paternale: "Tu vuoi continuare a danneggiarci, con la tua droga del cazzo e la diossina delle tue dannate ciminiere? E allora dillo che vuoi farci diventare cattivi! Altro che pidocchi sul garofano socialista! Nel migliore dei casi meriti di essere preso a calci in culo, mio caro spacciatore e inquinatore. Nel peggiore, se recidivo, ti mettiamo in una piccola stanzetta con le sbarre alle finestre, così che tu abbia tempo di chiederti dove hai sbagliato. Se i padroni della morfogenetica ti hanno creato guasto, ci pensa la società sana a raddrizzarti. Se non dovesse funzionare, peggio per te! Vai a raggiungere i nostri creatori e portagli le nostre maledizioni".

Nessun commento:

Posta un commento