martedì 3 luglio 2018

Facebook è come essere chiusi in macchina nell’ora di punta



Un’immagine ha molte sfaccettature, si lascia leggere. Capisco la provocazione, lottiamo per la vita e allo stesso tempo uccidiamo con la nostra non azione. Direi solo che l’umanità deve fare ancora molta strada, ma che internet aumenta la velocità delle reazioni-azioni. Questa mattina sono passato (quieto, quieto) togliendo la precedenza ad una signora la quale ha inveito e gesticolato come se l’avessi violentata brutalmente e osservandola perplesso - emotivamente distante - ho pensato che se fosse successo mentre camminavamo non sarebbe accaduto niente, mentre: l’auto, l’ora di punta, la velocità, tutto porta tensione e risposte degeneri. Internet aumenta le contraddizioni, non riconosce il tempo dell’uomo e ognuno di noi è sulla sua macchina a velocità assurda. Così ci battiamo contro l’aborto e neanche ci voltiamo quando il nostro stile di vita ammazza migliaia di bambini. Mi viene da dire che Gesù è morto per niente, ma la nostra, la mia visione è limitata, verrebbe voglia di restare in un inerme silenzio.

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