lunedì 25 febbraio 2019

Il suicidio dei caucasici


E’ arrivato il momento, per me, di affrontare una questione seria: l’impazzimento degli adulti nei confronti dei loro figli. L’idea mi è venuta dalla notizia di una donna russa che se n’è andata in vacanza per una settimana lasciando in casa la figlia di tre anni, senza cibo e chiudendo perfino il rubinetto centrale dell’acqua. Ovviamente la bimba è morta. A volte, cose simili succedono anche con certi proprietari di cani, ma che succeda con un bambino è piuttosto raro. Poteva succedere in America o anche in italia, ma sicuramente fenomeni di questo tipo vanno inquadrati nella deriva antropologica a cui stiamo assistendo da qualche anno. Il senso di responsabilità sta sparendo nella coscienza della gente. C’è chi dà la colpa di questo all’educazione, chi alle droghe e, volendo, anche alle scie chimiche, di cui ancora non sappiamo di preciso il contenuto. Si dice anche che il fluoro contenuto nei dentifrici spenga la ghiandola pineale, che storicamente è considerata la sede dell’anima. Insomma, le teorie volte a spiegare l’impazzimento generale sono molteplici. Una cosa è certa, almeno per noi che abbiamo una certa età: siamo di fronte a un fenomeno inedito. Volendo concentrarci sulle tecniche di manipolazione, si possono individuare due punti focali: i femminicidi, che ci trasmettono la sensazione della violenza degli uomini sulle donne, ex mogli o ex fidanzate e, tema di questo articolo, la violenza degli adulti verso i propri figli.


Nel primo caso, l’obiettivo sembra essere quello di scoraggiare le unioni tra uomo e donna. Messo in parallelo con la grande sponsorizzazione del movimento LGBT, si potrebbe ipotizzare che qualcuno voglia far smettere i matrimoni fra eterosessuali, così che non facciano più figli. Questo vale per i caucasici, ma non per africani e maomettani. Il che ci porta a concludere che a qualcuno interessa estinguere la razza ariana, che è sinonimo di etnia caucasica e niente di più. Nel secondo caso, che crea ancora più scandalo perché i figli sono pezzi di cuore, per dirla alla napoletana, siamo di fronte allo stesso subliminale invito: non fate figli, pensate a divertirvi, a godervi la vita, anche con alcol e droghe, ma lasciate stare la riproduzione, che a quello ci pensano le popolazioni del Terzo Mondo. 

Se questi due fenomeni fossero spontanei, direi che la natura sta portando una certa parte di umanità verso il baratro dell’autoestinzione, forse perché è normale che succeda così, avendo noi toccato i vertici dell’opulenza e, al pari dei lemming, ci stiamo sfoltendo da soli. Una tale ipotesi non incontra la mia approvazione, perché se non si fosse partiti da lontano con il divorzio, l’aborto, l’emancipazione dei gay, le droghe, ecc. a quest’ora avremmo avuto anche noi caucasici gli stessi ritmi riproduttivi delle nostre nonne. La mia, quella materna, ebbe 10 figli. Quella paterna solo quattro. E non era molto tempo fa. Era prima che nascesse il femminismo moderno, in epoca fascista, ma questo potrebbe anche non voler dire niente. Insomma, sia i femminicidi, sia gli infanticidi, compiuti spesso come vendetta del marito abbandonato nei confronti della ex moglie, portano verso un unico obiettivo: rendere spiacevole il matrimonio e, come corollario, permettere a politici infami del tipo di Emma Bonino (ma non dimentichiamo D’Alema e Gasmann, per citare solo due idioti che mi vengono in mente) di poter dire che l’Europa ha bisogno di immigrati, sennò chi va a raccogliere pomodori?

Concludo infine con un’ulteriore considerazione. Come negli omicidi rituali massonici gli indagati, che poi finiscono spesso in carcere, sono gente del popolo: operai, contadini, casalinghe (e penso rispettivamente a Giuseppe Bossetti, Michele Misseri, Annamaria Franzoni), così anche nei femminicidi e negli infanticidi i protagonisti sono gente comune, a volte insospettabili, guardie giurate, poliziotti o persone con un lavoro stabile. Questo permette una facile identificazione da parte degli ascoltatori, degli astanti e della popolazione media, che sono i bersagli di tale guerra psicologica. L’Italia è sotto attacco. L’Italia è un laboratorio sociale. Gli italiani sono in prima linea in una guerra di cui non sospettano l’esistenza e in cui sono vittime. A scatenarcela contro sono gli ebrei, ma questo è solo un sospetto perché, vigliacchi come sono, hanno fatto le cose per bene e se ne restano nascosti dietro le quinte. Da quanto tempo diciamo queste cose? Anni! Ma nessuno ci ascolta.

4 commenti:

  1. Ma no ma no I russi poveretti sono un esperimento di ingegneria sociale ebraico andato male ,non gliene si puo fare una colpa a questa povera gente che si e' sorbita 70 anni di comunismo Ebreo Disumanizzante ,ci faccio colazione coi cinesi e I russi tutti I giorni sono dei castrati emotivi mancano di empatia,alcuni di loro si sforzano per cambiare ma LA strada e' lunga ,sugli omicidi strain e' presto detto si prende I'll primo negro irregolare spiantato di passaggio lo si alletta con una Bella mancia e I'll tapino si addosserebbe pure l'omici dio di Kennedy ,fanno LA stessa cosa qui da me ,dietro come e' naturals ci sta sempre LA Massonica Sinagoga

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    1. Per l'omicidio di Robert Kennedy fu accusato uno straniero, tale Shiran Shiran, tuttora in carcere. Fu uno dei primi esperimenti di manipolazione mentale. Tipo Candidato Manciuriano.

      Ora in Italia si sta dando la caccia a un tizio dai capelli rasta, sospettato di aver sgozzato un passante ai Murazzi di Torino. Ci sono anche bianchi che portano i capelli rasta, comunque.

      Ma tutto serve per creare inquietudine.


      I russi sono un grande popolo, anche se su internet si vedono cose strane sul loro conto. Forse è in aumento la criminalità, che con il comunismo veniva in qualche modo tenuta a bada.

      Ma io parlo per sentito dire.

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  2. Hai condito un bel piatto succulento con tanti ingredienti , tutti con un senso logico.
    Per quello che riguarda la mamma che lascia la figlia di 3 anni da sola , possiamo cavarcela pensando che una certa dose di pazzia esiste in tutte le specie ( ad esempio il mansueto cane di casa che azzanna il bimbo con cui ha giocato fino a poco prima ) , anche se è una magra consolazione.
    La vita , così come concepita ai giorni nostri , è strutturata proprio per portarci nella negatività ; la diffusione dei mezzi di comunicazione globali induce al pensiero unico , chi governa sa che noi umani apparteniamo alla specie "dei costruttori" , cioè coloro che con la forza del loro pensiero e delle eggregore riescono a "creare" il mondo intorno a se ; ora , basta applicare quello concetto a vantaggio di chi vuole che le cose vadano in una certa direzione , allora verrano solo diffuse notizie di crisi economiche , delitti , divisioni politiche , film e telefilm pieni di violenza , talk show dove si litiga in continuazione ... è il loro modo per tenerci soggiogati ; basta esserne a conoscenza e non cadere nella trappola.

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    1. Sul Gazzettino si leggono praticamente solo notizie di incidenti e il Messaggero Veneto è affettuosamente chiamato "il giornale dei morti". Sono i triestini a chiamarlo così.

      Mi diceva un amico che è vissuto 20 anni in Inghilterra, che nei loro telegiornali non danno notizie di accoltellamenti e altri reati di sangue, con tutto che a Londra muoio ogni giorno adolescenti accoltellati. Se ciò che mi disse l'amico è vero, allora veramente l'Italia è un laboratorio sociale e qualcuno sta studiando le nostre reazioni.

      Riguardo al cane che "impazzisce", molti veterinari hanno dato spiegazioni, e anche Konrad Lorenz disse la sua.

      I cani in famiglia assorbono il clima di tensione. In una famiglia in cui marito e moglie litigano spesso, il cane diventa psicopatico.
      Io dico che, a parte i carlini, i cani di famiglia sono membri andicappati, che hanno sempre coltelli a portata di mano, ovvero di bocca.

      Adesso, ora che ci penso, è un po' che non si sente parlare di cani che sbranano bambini. Forse con l'arrivo del caldo il fenomeno ricomincerà.

      Lorenz diceva che i cani di discendenza lupina, quando arrivano a una certa età, da cucciolone a giovani adulti, attaccano i bambini di casa perché li vedono come rivali in una lotta per la gerarchia, per diventare capo branco.

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