Fonte: Il Sole 24 ore
Sedici episodi nel 2012, tre volte tanti nel 2013, quasi il doppio nel 2014 (86). Poi una flessione l’anno successivo (64) per subire un’impennata nel 2016: 130 episodi registrati, tanti quanti nel 2017. Il picco lo scorso anno, con 181 casi documentati. Sono le manifestazioni di antisemitismo censite dall’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec onlus di Milano). L’Osservatorio viene fondato nel 1975 con il nome di Archivio del pregiudizio antiebraico.
Pietre d’inciampo rubate a Roma.
Tra gli episodi più clamorosi e noti del 2018 c’è quello della notte tra l’8 e il 9 dicembre a Roma, quando vengono divelte e trafugate venti pietre d’inciampo nel rione Monti. Erano state posizionate nel 2012 e dedicate alle famiglie Di Castro e Di Consiglio, deportate durante l’occupazione nazi-fascista e assassinate nei campi di concentramento della Germania nazista. Le pietre d’inciampo sono piccole targhe di metallo posate nel selciato per ricordare le vittime della Shoah: un’iniziativa nata nel 1996 per opera dell’artista tedesco Gunter Demnig che, a oggi, ne ha realizzate e posate oltre 70mila in tutta Europa. Ogni “pietra” riporta nome e cognome dei deportati, la loro data di nascita, la data e il luogo di deportazione e morte. Le pietre d’inciampo hanno il grande valore simbolico di mantenere viva la Memoria su una delle pagine più buie della storia, rubarle assume un valore negativo altrettanto simbolico per chi nega Shoah e persecuzioni antiebraiche: cancellare quella stessa memoria e il ricordo delle vittime.
Il 15 gennaio 2019 venti nuove stolpersteine vengono riposizionate in via Madonna dei Monti a Roma, dove erano state trafugate oltre un mese prima. A parte questo fatto e le celebrazioni del Giorno della Memoria, tuttavia il 2019 non si è certo aperto sotto migliori auspici: a gennaio il senatore del Movimento 5 stelle Elio Lannutti, che in un tweet cita i Protocolli dei savi di Sion, uno dei più clamorosi falsi storici di matrice antisemita. Per il nuovo anno l’Osservatorio segnala già 25 casi in meno di due mesi: si va dall’antisemitismo sul web a diffamazione e insulti, dai graffiti alle minacce.
L’escalation in Francia negli ultimi due anni.
Fuori dai confini italiani le cose non vanno meglio, anzi. La Francia è uno dei Paesi più colpiti da questa nuova ondata antisemita. Martedì 19 febbraio vengono profanate 80 tombe del cimitero ebraico di Quatzenheim in Alsazia; sabato 16 febbraio, durante l’ennesima manifestazione dei gilet gialli, viene insultato il filosofo Alain Finkielkraut (le successive indagini hanno portato a un fermo); l’11 febbraio vengono imbrattati con svastiche i ritratti di Simone Veil (ex deportata ed ex ministro francese, tra i personaggi simbolo del ’900 francese ed europeo) realizzati dall’artista Christian Guémy (alias C215) su alcune cassette postali fissate al muro del municipio del XIII arrondissement; il 9 febbraio viene imbrattata la vetrina di un negozio ebraico in centro a Parigi.
Secondo i dati diffusi dal ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner, gli atti di antisemitismo oltralpe sono aumentati del 74% nel 2018: 541 contro i 311 del 2017. Dopo gli ultimi gravi fatti politica e società civile si mobilitano, con la netta presa di posizione del presidente Emmanuel Macron e con una grande manifestazione popolare nella serata di martedì 19 febbraio.
La reazione di Israele
Gli ultimi clamorosi fatti causano la reazione di Israele e dei suoi principali esponenti politici. Il premier Benjamin Netanyahu invoca una forte presa di posizione da parte della Francia e dell’Europa e considera «l’ondata di antisemitismo una minaccia per la sicurezza del mondo intero». Ancora più esplicito il ministro per l’Immigrazione Yoav Gallant, che dopo la profanazione del cimitero ebraico in Alsazia chiede «agli ebrei francesi di tornare a casa, di emigrare in Israele».
In Germania oltre 1.600 casi nel 2018
In Germania i numeri sono addirittura più alti e confermano i timori più volte manifestati dal Consiglio ebraico tedesco. Il quotidiano Tagesspiegel riporta il 13 febbraio i dati preliminari forniti dal Governo che ha censito 1.646 reati antisemiti nel 2018, contro 1.504 nel 2017: per trovare un numero più alto di episodi bisogna risalire al 2009 o al 2007 (rispettivamente 1.690 e 1.657). I crimini violenti sono saliti a 62 da 37. La portavoce del cancelliere Angela Merkel, Ulrike Demmer, ribadisce la posizione del governo, sottolineando che «l’antisemitismo non ha nessun posto in Germania». Tuttavia, il presidente del Consiglio ebraico, Josef Schuster, invoca «un maggiore impegno da parte dello Stato e della polizia».
La situazione in Europa.
Per monitorare costantemente la situazione in Europa e mantenere elevato il livello di allarme, ogni anno l’Agenzia europea per i diritti umani pubblica un dettagliato report dove raccoglie i dati ufficiali – vale a dire censiti e raccolti da organismi dello Stato – e “non ufficiali”, cioè elaborati da associazioni espressioni della società civile. L’ultima edizione è relativa al 2018 con dati aggiornati al 2017. Nel caso del Regno Unito, i dati ufficiali parlano di 786 episodi (registrati da l’1 aprile 2015 e il 31 marzo 2016, +25%) mentre quelli non ufficiali, raccolti dal Community Security Trust riportano 1.382 casi, in crescita del 2,8% rispetto al 2016. Nei Paesi Bassi il numero di crimini a sfondo antisemita è altalenante anche a causa del fatto che in due occasioni sono state cambiate metodologia e procedure di raccolta dei dati: si parla comunque di alcune centinaia di casi all’anno.
Il “caso” Polonia.
In Polonia i dati ufficiali non registrano un numero particolarmente elevato di casi di antisemitismo. Tuttavia il Paese è finito spesso al centro di polemiche sia a livello europeo sia con Israele. Accade nel 2018 con la controversa legge sull’Olocausto che, nella versione iniziale, prevede il carcere per chi definisca “polacchi” i campi di concentramento nazista sul suo territorio. La reazione della comunità internazionale e di Gerusalemme induce Varsavia a fare marcia indietro. Ma la tensione resta alta: il premier polacco Mateusz Morawiecki annulla infatti la partecipazione al vertice dei Paesi di Visegrad (oltre alla Polonia ne fanno parte Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) in programma a Gerusalemme, e il vertice è annullato. A causare la reazione è una dichiarazione del ministro degli Esteri israeliano Yisrael Katz che in un’intervista ha ricordato il coinvolgimento di molti polacchi nei crimini nazisti.
La percezione del problema.
Per il 50% dei cittadini dell’Unione europea l’antisemitismo è un problema molto (15%) o abbastanza importante (35%). A dirlo è lo speciale Eurobarometro 484, realizzato a novembre 2018 e pubblicato a gennaio 2019, che dà conto della percezione delle persone comuni. Sopra alla media Ue ci sono sei Paesi: Svezia, dove la quota di persone che ritengono il fenomeno un problema è dell’81%, Francia (72%), Germania (66%), Paesi Bassi (65%), Regno Unito (62%) e Italia 58%). In generale, la percezione del problema è maggiore tra le donne (52%) rispetto agli uomini (48%) cresce all’aumentare dell’età e del grado di istruzione. Secondo il 36% dei cittadini interpellati l’antisemitismo è aumentato nei rispettivi Paesi negli ultimi cinque anni.
Spero di aver contribuito anche se LA vedo dura I'll controllo totale feroce degli ebrei sui mezzi di comunicazione e' qualcosa che va oltre l'immaginazione soon ovunque e sempre al comando con I loro servi massoni creano l'opinione pubblica imperversano ovunque,in internet entrAno ed escono come fosse un bordello I giornalisti soon le zoccole preferite degli ebrei , I vari blogger fanno a gara a chi riesce piu a inebetire E a ipnotizzare LA platea a ingarbugliare LA matassa in modo che gli utenti si disaffezionino dall'informarsi ,cercano di corrompere l'ego dei poveri utenti I siti soon dei parchi buoi informatici ,nessuno o pochissimi cercano di dare video o libri o letture ,tutti pensano alla propria vanagloria ,io no ! Sono sazio ! Esempio digitate " rabbi borat perche' Hitler odiava gli Ebrei" questi soon macingni parole Sante !
RispondiEliminaVediamo se riesco a farla ridere. Da oggi il sionista Facebook mi ha bloccato per i prossimi 30 giorni. Era un po' che non succedeva.
EliminaIl motivo? 4 anni fa devo aver scritto una piccola barzelletta: "Qual è la differenza tra una torta e un ebreo? Che la torta non grida se la metti nel forno".
Sono stati bravi a trovare una cosa che ho scritto 4 anni fa. Io non me ne ricordavo proprio.
Rabbi Porat.
Perché non hai provato parlar male di Rita Katz?
RispondiEliminaRita Katz lavora in modo defilato.
EliminaDi lei so solo che va in cerca di notizie riguardanti i terroristi dell'ISIS, ma c'è il sospetto che quelle notizie, con relativi filmati, sia lei e il suo staff a crearli.