domenica 17 febbraio 2019

Quando il gioco si fa duro, i giudei cominciano a giocare


Nulla avviene per caso. Rivolte, insurrezioni, rivoluzioni e primavere varie, sono tutte opera massonica. C’è sempre una regia, dietro. Poiché l’aver infiltrato i Black Bloc non bastava, i registi ora fanno passare per strada Alain Finkielkraut, amico di Bernard-Henri Levy, il quale oggi può dire, alla stampa internazionale: “Possa questa scena allucinante polverizzare gli ultimi rimasugli dell'impunità mediatica di cui godevano i gilet gialli”. Ci viene raccontato che alcuni Gilet Gialli riconoscono Alain Finkielkraut, lo fermano, lo insultano, invitandolo a tornare a Tel Aviv. Questa scena, da Bernard-Henri Levy definita allucinante, dà il pretesto per le solite geremiadi, per lamentarsi che l’antisemitismo è in crescita in tutta Europa, in Francia soprattutto, patria di Dreyfus. L’impatto sull’opinione pubblica, nel cui inconscio, quando si pronuncia la parola antisemitismo, scatta l’automatismo della Shoah, dovrebbe essere devastante e determinante, secondo le intenzioni dei registi. La gente, evocando le immagini degli ebrei scheletrici che vagavano come zombie nel campo di Auschwitz, dovrebbe cominciare a odiare il Gilet Gialli, prendendo le distanze da essi e portandoli a una lenta estinzione. 


Tutto deve tornare alla normalità. Cioè, alla stampa di moneta, com’è prerogativa dei banchieri ebrei, al prestito della medesima agli stati nazionali, al signoraggio e ad altre truffe di cui gli ebrei sono abili maestri. Questa è la normalità delle cose a cui i registi aspirano. E se il popolo francese deve pagare alte tasse (se sapessero quelle che devono essere pagate dagli italiani!), che lo facciano in silenzio, con rassegnazione, chinando il capo e deglutendo rabbia. Questa è la normalità delle cose, in Francia come altrove. Che poi sia preso di mira un filosofo come Alain Finkielkraut, che all’inizio, 14 settimane fa, aveva dichiarato di provare simpatia per i Gilet Gialli, va ancora meglio. Lo faremo passare per un pentito, uno che si è accorto, tardi, di quanto i Gilet Gialli siano violenti, come se le rivoluzioni si potessero fare con le buone maniere! Lui, che è filosofo, dovrebbe saperle certe cose. O forse, 14 settimane fa, Alain Finkielkraut si è fatto prendere da un attacco di ingenuo infantilismo? 

Mani addosso non gliele hanno messe, ma sono state le parole a ferire: “Sporco ebreo! Tornatene in Israele! Il popolo ti punirà!”. Ma quando mai?! Il popolo vuole vivere in pace. Quando il “popolo” fa casini, è perché è stato infiltrato da polizia e servizi segreti. Oppure da agitatori messi in circolazione da Soros e giudei vari, professionisti che hanno lo scopo di destabilizzare e frantumare i movimenti spontanei dall’interno, con tecniche che si conoscono fin troppo bene. Iniettare il virus, per debilitare l’intero organismo. Niente di nuovo sotto il sole della Giudea. Agli italiani iniettiamo qualche migliaio di africani. Ai Gilet gialli qualche decina di agenti sotto copertura. E poi si lascia che il tempo faccia la sua parte, come il lievito che fa aumentare il volume del pane azzimo.

2 commenti:

  1. Comincio ad arrendermi sono veramente tentato a farlo ,vedevo il film " arriva John doe film completo" e' mi e' venuto subito in mente Grillo con I suoi interminabili monologhi , spulciando nelle sue interviste leggevo che da giovane Grillo chiedeva a Ricci quello di striscia di dargli dei copioni dei canovacci da poter usare per I suoi spettacoli, capite? I padroni del discorso ( gli Ebrei ) sono dei divoratori di libri di letture ,plagiano scopiazzano e poi rivendono al pubblico idee che prima erano vetuste dimenticate ,sono dei maghi ! Grillo un nuovo John doe a cui I Giudei davano discorsi da ripetere ,una combriccola di cialtroni e menzogneri capace solo di gabbare e circuire I poveri spettatori ,dei rincoglioniti da platea!!!

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    1. Per poterle rispondere a tono, bisogna che prima mi veda il film.

      Spero di farlo quanto prima.

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