Fonte:
GreeMe
Testo
di Marta Albè
Presto
negli Stati Uniti il latte potrebbe essere escluso dal menù stabilito per gli istituti
scolastici da parte delle autorità competenti. Ciò potrebbe avvenire a seguito
di una petizione presentata a metà luglio da parte dell'associazione no profit di medici denominata Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), secondo la quale il
latte dovrebbe essere eliminato dai programmi di alimentazione scolastica per
più di un valido motivo.
Secondo
l'associazione, il latte non dovrebbe più comparire tra gli alimenti che
compongono un pasto salutare consumato dagli alunni durante le pause mensa, non
soltanto perché un americano su 8 sarebbe intollerante al lattosio, ma anche
perché sarebbero da considerarsi limitate le evidenze scientifiche secondo cui
il latte sarebbe da ritenere come un alimento realmente in grado di rafforzare le ossa e di ridurre il rischio di osteoporosi, senza
dimenticare che il suo consumo potrebbe essere responsabile di alcuni rischi
per la salute, compresa la comparsa dell'osteoporosi stessa.
Mentre
nei decenni passati il consumo di latte era stato pubblicizzato, non soltanto
negli Stati Uniti, come assolutamente indispensabile e benefico (probabilmente
anche al fine di sostenere i vantaggi economici di una certa porzione
dell'industria alimentare), ora la scienza sembra via via ricredersi in
proposito, non soltanto di fronte alla diffusione dell'intolleranza al
lattosio, ma anche prendendo in considerazione dati relativi alla maggior
incidenza dei casi di osteoporosi nelle popolazioni occidentali che
abitualmente consumano latte e latticini, affiancandoli inoltre ad altri
alimenti fonte di proteine animali.
L'associazione
Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) ha inoltre sottolineato
nella propria petizione indirizzata all'USDA (United States Department of Agriculture) come il
consumo di latte non sia in grado di prevenire le fratture, né negli adulti né
nei bambini. Inoltre il latte vaccino rappresenterebbe una delle fonti
principali di grassi saturi assunti dai bambini attraverso l'alimentazione. Gli
stessi bambini, più di un milione nei soli Stati Uniti, si troverebbero alle
prese quotidianamente con gravi allergie al latte.
Secondo
quanto dichiarato da Susan Levin, direttore dell'associazione PCRM, l'abitudine
dei genitori e delle mense scolastiche di somministrare latte ai bambini
durante i pasti ostacolerebbe l'inserimento nella loro alimentazione di quei
cibi realmente in grado di contribuire alla formazione delle ossa, come legumi e vegetali a foglia verde.
La
questione del latte vaccino come alimento inappropriato per il consumo umano
viene dunque posta in evidenza ancora una volta, contribuendo a lasciare
vacillare le certezze di molti: genitori, insegnanti e probabilmente anche
medici. In Italia pare non se ne discuta ancora a sufficienza. E' forse
improbabile che i pasti da fast-food tipici delle mense statunitensi vengano
immediatamente sostituiti da piatti ricchi di tofu, broccoli e spinaci, ma la
questione del "mal di latte" sta sicuramente contribuendo a scuotere
le coscienze di chi dovrebbe detenere la responsabilità della gestione dei
pasti scolastici degli studenti. Negli Stati Uniti il dibattito è aperto. Lo
potrà essere presto anche in Italia?
Nessun commento:
Posta un commento