Fonte:
Fanpage
In
Egitto “la repressione messa in opera è stata brutale, inaccettabile e
inescusabile”. Lo ha dichiarato ieri il Ministro degli Esteri Emma Bonino,
rispondendo alle domande dei cronisti a proposito della strage di centinaia – o
secondo altre fonti migliaia – di vittime, brutalmente represse con gas (quando
è andata bene) e proiettili, sparati direttamente al cuore o in testa. La
giunta militare che governa l'Egitto ha fatto sapere che non c'erano
alternative all'uso della forza, e che per difendere i palazzi del potere
(conquistato con un golpe, e non democraticamente) non esiterà a fare fuoco sui
manifestanti. E pazienza se altre centinaia o migliaia di persone perderanno la
vita.
Ebbene,
giova sapere che le armi utilizzate dai militari in molti casi portano il
marchio Made in Italy. Il nostro paese, infatti, è esportatore di varie
tipologie di strumenti per la “difesa”, sia leggeri che pesanti. Solo negli
ultimi tre anni il carico tra Roma e Il Cairo è stato considerevole. L'Opal –
Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le politiche di difesa e sicurezza
– già lo scorso 27 luglio, mentre in Italia si credeva che la brace della
protesta egiziana covasse appena sotto la cenere, rendeva note quantità e
tipologia di armi esportate. Scrive l'Osservatorio:
Già
nel 2010 erano state esportati al Cairo ben 2.450 fucili d’assalto automatici
della ditta Beretta modello SCP70/90 corredati di 5.050 parti di ricambio a cui
sono seguiti nel 2012 altri 1.119 fucili automatici sempre modello SCP70/90 e
2.238 caricatori e da altri 35 fucili d’assalto calibro 5,56 NATO modello
ARX-160 ciascuno corredato da caricatori e baionetta e muniti di 35
lanciagranate e da silenziatori tutti dell’azienda bresciana Beretta.
Nel
2011 è stata autorizzata, dal governo Berlusconi, l’esportazione di 14.730
colpi completi per carri armati del calibro 105/51 TP-T IM 370 (equivalente al
colpo completo cal. 105/51 TP-T M490) e nel 2012 altri 692 colpi completi
calibro 40/70 PFFC IM212 con spoletta e altri 673 colpi completi 76/62 TP tutti
prodotti da Simmel Difesa.
Sempre
nel 2011 è stata autorizzata l’esportazione di 355 componenti per la centrale
di tiro Skyguard per missili Sparrow/Aspide e affusti a cui sono seguiti nel
2012 altre 1.000 componenti e corsi d’addestramento per la stessa centrale di
tiro prodotta dalla Rheinmetall Italia.
Nel
2012 è stata autorizzata dal governo Monti l’esportazione di 55 veicoli
blindati Lizard della Iveco.
Vanno
poi segnalate le esportazioni autorizzate nel 2012 a Oto Melara per
attrezzature del cannone navale 76/62 S/R e apparecchiature elettroniche e
software della Selex Elsag.
Da
una lettura della “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il
controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento
nonché dell'esportazione e del transito dei prodotti ad alta tecnologia” emerge che le esportazioni di armi verso l’Egitto
sono tuttora in corso e vedono l’Italia tra i principali fornitori europei. Nel
2012, durante il governo Monti, hanno superato i 28 milioni di euro e vi figura
di tutto: dai fucili d’assalto e lanciagranate della Beretta alle munizioni
della Fiocchi, dalle bombe per carri armati della Simmel alle componenti per
centrali di tiro della Rheinmetall, dai blindati della Iveco alle ‘apparecchiature
specializzate per l’addestramento militare'. La titolarità delle esportazioni è della nuova Autorità
nazionale dell’Unità per le Autorizzazioni di Materiali di Armamento (UAMA)
presso la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese (DGSP) del
Ministero degli Affari Esteri.
Giorgio
Beretta, analista dell'Opal, spiega: “Le autorizzazioni ministeriali per
forniture di armamenti all’Egitto non superavano i 10 milioni di euro del 2010,
sono salite a oltre 14 milioni di euro nel 2011 e lo scorso anno, col governo
Monti, hanno toccato il picco di oltre 24,6 milioni di euro. E di conseguenza sono
cresciute le consegne effettive di sistemi militari, che nel 2012 hanno
superato i 28 milioni di euro (€ 28.679.837). Esportazioni che sono tuttora in
corso, visto che nei primi tre mesi del 2013 l’ISTAT ha già rilevato spedizioni
all’Egitto di armi e munizioni per oltre 2,6 milioni di euro”.
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