Fonte:
Libero
All'appello
mancano 4 miliardi. E' questa la somma che manca nelle casse dell'erario
secondo la procura di Firenze che indaga su una maxi evasione fiscale di
diversi imprenditori cinesi che lavorano nel nostro Paese. Secondo la procura 4
miliardi negli ultimi 5 anni hanno seguito la via della seta fino ad arrivare
in Cina. Ovviamente senza lasciare traccia in Italia. Per gli imprenditori
cinesi di Prato e provincia l'accusa è di maxi-riciclaggio. Secondo la procura
i soldi che mancano nelle casse dello Stato sarebbero stati guadagnati nel
nostro Paese da imprenditori cinesi grazie allo sfruttamento di manodopera in
nero, alla contraffazione di marchi italiani e soprattutto grazie all'evasione
fiscale. Del caso se n'è occupata Repubblica qualche giorno fa ricostruendo le
transazioni che dall'Italia partivano per la Cina. Tutti piccoli versamenti da
1999 euro per evitare i controlli che automaticamente scattano per transazioni
dai 2000 euro in su.
L'Imu
cinese - Ma a vigilare su questo mare di denaro che viaggiava da ovest a est
c'era anche la Banca d'Italia che ha ravvisato diversi flussi sospetti negli
ultimi anni, soprattutto nel periodo che va dal 2006 al 2010. Da Prato sono
partiti in un solo anno 430 milioni di euro. Gli indagati dalla procura di
firenze sono 287, in maggioranza sono imprenditori cinesi. Considerando tutto
il denaro che dall'Italia è andato a finire nelle banche di Pechino, il conto
presentato dalla procura di Firenze fa paura: 4.501.198.227,58 miliardi di euro.
Una somma che equivale al gettito dell'Imu sulla prima casa. In un momento in
cui lo Stato ha difficoltà a trovare le risorse per mettere in moto la crescita
e con fare invadente svuota le tasche degli italiani, 4 miliardi di euro
recuperati dalla presunta evasione degli imprenditori cinesi di certo farebbero
comodo. La lotta all'evasione, va detto, va fatta anche sul fronte interno. Ma
considerando i bilanci perennemente in attivo delle aziende cinesi che operano
sul nostro territorio, una maggiore attenzione su queste potrebbe arrestare
l'illegale fuga di denaro che da Roma porta dritti dritti a Pechino. L'Imu
cinese non vorremmo più pagarla.
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