Il
mito racconta che Dio Padre richiese il sacrificio di suo figlio Gesù per riscattare
l’umanità dal peccato, sulla stessa falsariga del sacrificio di Isacco, da parte di Abramo, sventato all’ultimo momento da quello stesso Dio Padre che lo aveva
richiesto, per sincerarsi della fedeltà di Abramo. Il mondo, con il sacrificio di Gesù, non è stato
riscattato, essendo abitato dalla stessa umanità corrotta e malvagia di prima
dell’anno 33 dell’Era Volgare, o giù di lì, e quindi, a posteriori, se ne
deduce che anche il sacrificio del Figlio di Dio avrebbe potuto benissimo
essere sventato all’ultimo momento, stante l’assoluta inefficacia del
provvedimento. Fatto sta che, crocifisso o non crocifisso, il personaggio
romanzesco in questione è stato preso a pretesto per inventare una nuova religione.
O meglio, per riadattare vecchi miti su un abito nuovo, seguendo lo spirito dei
tempi e i capricci di Costantino Magno. Oggi c’è non solo chi crede che Gesù
Cristo sia realmente esistito, ma che sia realmente stato messo in croce,
dimenticando che la croce è un antico simbolo del sole, primo e praticamente
unico Dio mai adorato dagli esseri umani.
Oggi,
milioni di persone hanno in casa una croce con una figura maschile inchiodata
sopra. Oggetto di culto che si trova anche in scuole, tribunali e altri locali
pubblici, suscitando di tanto in tanto le proteste di laici, atei e musulmani.
Oggi, milioni di persone nel mondo portano al collo la croce, con o senza l’omino
crocifisso, quasi fosse un talismano che allontana la cattiva sorte. O
semplicemente come simbolo di appartenenza a un clan diffuso a livello
mondiale, una specie di Rotary planetario. Non
mi risulta che del crocifisso siano mai stati fatti peluche per bambini,
essendo sempre stati utilizzati altri materiali, ma del virus oggi molto di moda, l’ebola, sì. Su chi possa voler regalare a un bambino un peluche a forma di virus ebola è materia per psichiatri, ma l’analogia che lega il crocifisso
al virus è che se veramente un tale di nome Gesù è stato martirizzato su una
croce e quella stessa croce poi è stata esaltata e venduta in milioni di
esemplari, un virus che ha già ucciso più di 2.000 africani e che è destinato a
uccidere ancora un gran numero di persone, può essere visto come un mezzo per
sacrificare vite umane a quello stesso silenzioso Dio Padre del Vecchio e Nuovo
Testamento.
Con
la differenza che, quando sapeva di essere saldamente in sella e di avere l’approvazione
della maggioranza, lo diceva chiaramente, quali fossero i suoi propositi,
mentre oggi, con tutti i critici in circolazione preferisce dissimulare, eclissarsi,
occultarsi ma portando comunque avanti il suo sanguinario progetto. La sua brama
di sangue rimane integra e inattaccabile, ma il vizio di esaltare gli strumenti
di morte, siano essi croci, pali di tortura o virus, gli è rimasto. Portare la
croce al collo dovrebbe essere, secondo logica, come portare al collo la
riproduzione della pistola che ha ucciso un nostro congiunto, una persona amata. A chi mai
potrebbe venire in mente di fare una cosa del genere? Anzi, la pistola (o la
croce) dovrebbero ricordarci una brutta dolorosa storia di ingiustizia e non
sarebbe igienico averla sempre sotto gli occhi. Ne andrebbe di mezzo il nostro stato mentale. A meno di non avere qualche perversione sadomaso. Un po’ come probabilmente ce l’hanno i fabbricanti del peluche dell’ebola. Vedremo quanto successo avrà questo strano gadget.
Nessun commento:
Posta un commento