giovedì 23 ottobre 2014

Ebola ludens



Il mito racconta che Dio Padre richiese il sacrificio di suo figlio Gesù per riscattare l’umanità dal peccato, sulla stessa falsariga del sacrificio di Isacco, da parte di Abramo, sventato all’ultimo momento da quello stesso Dio Padre che lo aveva richiesto, per sincerarsi della fedeltà di Abramo. Il mondo, con il sacrificio di Gesù, non è stato riscattato, essendo abitato dalla stessa umanità corrotta e malvagia di prima dell’anno 33 dell’Era Volgare, o giù di lì, e quindi, a posteriori, se ne deduce che anche il sacrificio del Figlio di Dio avrebbe potuto benissimo essere sventato all’ultimo momento, stante l’assoluta inefficacia del provvedimento. Fatto sta che, crocifisso o non crocifisso, il personaggio romanzesco in questione è stato preso a pretesto per inventare una nuova religione. O meglio, per riadattare vecchi miti su un abito nuovo, seguendo lo spirito dei tempi e i capricci di Costantino Magno. Oggi c’è non solo chi crede che Gesù Cristo sia realmente esistito, ma che sia realmente stato messo in croce, dimenticando che la croce è un antico simbolo del sole, primo e praticamente unico Dio mai adorato dagli esseri umani.


Oggi, milioni di persone hanno in casa una croce con una figura maschile inchiodata sopra. Oggetto di culto che si trova anche in scuole, tribunali e altri locali pubblici, suscitando di tanto in tanto le proteste di laici, atei e musulmani. Oggi, milioni di persone nel mondo portano al collo la croce, con o senza l’omino crocifisso, quasi fosse un talismano che allontana la cattiva sorte. O semplicemente come simbolo di appartenenza a un clan diffuso a livello mondiale, una specie di Rotary planetario. Non mi risulta che del crocifisso siano mai stati fatti peluche per bambini, essendo sempre stati utilizzati altri materiali, ma del virus oggi molto di moda, l’ebola, sì. Su chi possa voler regalare a un bambino un peluche a forma di virus ebola è materia per psichiatri, ma l’analogia che lega il crocifisso al virus è che se veramente un tale di nome Gesù è stato martirizzato su una croce e quella stessa croce poi è stata esaltata e venduta in milioni di esemplari, un virus che ha già ucciso più di 2.000 africani e che è destinato a uccidere ancora un gran numero di persone, può essere visto come un mezzo per sacrificare vite umane a quello stesso silenzioso Dio Padre del Vecchio e Nuovo Testamento.

Con la differenza che, quando sapeva di essere saldamente in sella e di avere l’approvazione della maggioranza, lo diceva chiaramente, quali fossero i suoi propositi, mentre oggi, con tutti i critici in circolazione preferisce dissimulare, eclissarsi, occultarsi ma portando comunque avanti il suo sanguinario progetto. La sua brama di sangue rimane integra e inattaccabile, ma il vizio di esaltare gli strumenti di morte, siano essi croci, pali di tortura o virus, gli è rimasto. Portare la croce al collo dovrebbe essere, secondo logica, come portare al collo la riproduzione della pistola che ha ucciso un nostro congiunto, una persona amata. A chi mai potrebbe venire in mente di fare una cosa del genere? Anzi, la pistola (o la croce) dovrebbero ricordarci una brutta dolorosa storia di ingiustizia e non sarebbe igienico averla sempre sotto gli occhi. Ne andrebbe di mezzo il nostro stato mentale. A meno di non avere qualche perversione sadomaso. Un po’ come probabilmente ce l’hanno i fabbricanti del peluche dell’ebola. Vedremo quanto successo avrà questo strano gadget.

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