venerdì 17 ottobre 2014

Ospiti che si sentono padroni

 

Testo di Oscar Grazioli

Ne ho scritto più volte, ma repetita iuvant e comunque le atrocità vanno sempre denunciate fino a che si ha respiro di vita. Se avete lo stomaco forte guardate il video girato dai volontari di Animal Equality pochi giorni prima della Festa del Sacrificio che si tiene ogni anno nell’ultimo mese lunare del calendario islamico ma, vi avverto, non è roba per chi è molto sensibile al dolore  e alla sofferenza. Pecore fatte salire e scendere dai camion a calci e pugni o prese per un orecchio e sbattute di qua e di là come fossero cenci da lavar per terra. Si vede una pecora costretta a passare fra due sbarre dove probabilmente ci rimette qualche organo interno. Evidentemente l’operatore aveva fretta.

 
Poi, non mancano le solite immagine viste e riviste di sgozzamenti senza tante preghiere o sguardi verso la Città Santa come imporrebbe il Corano. Qui hanno tutti una fretta della madonna (mi si conceda il cinico gioco di parole). Le pecore da sgozzare sono tante, stipate sui camion e la festa si avvicina, quindi si prendono per le orecchie e per runa zampa (che se si spacca è lo stesso) e si sbattono sulle piastrelle del pavimento che è lordo di sangue. Qui si scannano senza tante balle. Stordimento? No, no, la macellazione halal come è noto vuole che il sangue sgorghi puro e illibato dalle gole sotto la pressione delle arterie tagliate. Quindi la pecora o il bovino o quel che l’è, deve essere perfettamente conscio. Nessun calo di pressione dovuto a stordimento è concesso.

C’è però un piccolo particolare in tutto questo vero e proprio macello di violenza, gratuita crudeltà, indifferenza, addirittura derisione. Che non dovrebbe essere legale in un paese che abbia le palle. Quindi non nel nostro. Qui, la macellazione secondo i rituali religiosi islamici e anche ebrei (che non sono da meno quanto a violenza) sono concessi da anni in deroga, anzi si inaugurano i primi mattatoi consacrati alla macellazione rituale religiosa. Massì, noi siamo buoni. Eppure qui non si tratta di integrazione e se qualcuno osa dirmi che sono un razzista perché rivendico che vengano rispettate le leggi del MIO paese, quello è un imbecille. Facciano i loro Imam e i rispettivi capi religiosi una deroga ai loro riti e rispettino la legislazione del paese in cui sono ospitati o anche nati e cresciuti, come accade in Svizzera, Polonia, Danimarca, parte dell’Austria e della Svezia dove prima viene la legge di quella nazione e poi il precetto religioso degli ospiti.

Una petizione online per offrire una morte dignitosa agli animali - A scanso di equivoci, ho alcuni amici musulmani che non avrebbero alcun problema ad accettare lo stordimento degli animali di cui mangiano le carni, tanto più che già alcuni Imam si sono espressi in tal senso, in accordo con le autorità locali. E allora, con la certezza che nessun Dio ha mai preteso crudeltà e violenza sugli animali, in attesa del Giorno del Ragionamento, io ho firmato questa petizione. Vedete voi.

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