Secondo
l’ONU, nel 2050, un terzo della popolazione italiana dovrà essere composta da
immigrati. Non una previsione, ma un vero e proprio progetto criminale. E’
tutto scritto nero su bianco in un libricino che quanto a ‘genocidio’ fa
impallidire il Mein Kamps: «Replacement Migration: is it a solution to
declining and ageing populations?», l’immigrazione come sostituzione etnica
della popolazione italiana ed europea. E’
stato redatto dal Dipartimento degli Affari sociali ed economici dell’Onu. Secondo
l’ONU, l’Italia avrebbe la “necessità” di far entrare tra i 35.088.000 e i
119.684.000 di immigrati per “rimpiazzare” i lavoratori italiani. Un’idea
demenziale, visto che già oggi i nostri giovani sono per il 50% disoccupati. L’idea
che sottende questo progetto criminale, è che tra 36 anni gli over 65 saranno
il 35% della popolazione e il tasso di natalità 1,2 bambini non è sufficiente a
rimpiazzare chi esce dal mercato del lavoro.
Questo
è economicamente demenziale. Un dato su tutti: se oggi avessimo la metà dei
giovani, avremmo il 100% dell’occupazione giovanile. Ergo: se tra 36 anni ne
avremo meno, non sarà un problema occupazionale, ma questo i pro-immigrazione
non lo dicono. Per loro, la disoccupazione giovanile in Italia non esiste. Si
potrebbe poi pensare, se proprio si ritiene imprescindibile una più alta
natalità (poi spiegheremo un altro motivo perché non lo è), a sostenerla con
politiche a favore delle famiglie per supportare chi vuole far figli. Ma le
Nazioni Unite, invece, programmano il nostro genocidio etnico: “sostituire” ai
lavoratori italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli quelli provenienti
dal Terzo Mondo. Come
se, tra l’altro, sostituire lavoratori europei con QI medio di 105 con africani
che non arrivano a 75 fosse possibile, senza degradare tutto il tessuto
economico: una sorta di futuro alla Idiocracy.
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