Quando
abbiamo a che fare con persone strane che tendenzialmente dimostrano una certa
aggressività verso di noi, possiamo al massimo sospettare che siano parassitate
da qualche alieno del genere LUX. Ma quando in letteratura troviamo la
descrizione di persone che dicono di aver avuto incontri ravvicinati con esseri
scesi dal cielo e di aver volato in loro compagnia su appositi velivoli, si può
star sicuri quasi al cento per cento che si tratta di addotti. Il caso più
famoso è quello della Vergine Maria, che dopo la visita di un alieno chiamato
Arcangelo Gabriele, al di là delle battute maliziose e scontate, rimase incinta,
stando almeno a quanto dice la leggenda. Oltretutto, a riprova della genuinità
dell’IR3 (incontro ravvicinato del terzo tipo) di cui parlerò fra poco, il
personaggio in questione e i tempi in cui i vari episodi di rapimento si sono
verificati, escludono che si tratti di MILAB (military abductions). Il
personaggio in questione è niente meno che Alce Nero, la cui testimonianza fu
raccolta nel 1931 da John Neihardt, che si avvalse della figlia maggiore Enid
in qualità di stenografa. Alce Nero, uno sciamano della tribù dei Lakota,
nacque nel 1863 e all’età di nove anni, nel 1872, ebbe quella che lui per tutta
la vita chiamò la sua “grande visione”, ma che da alcuni elementi sembra possa
definirsi come una vera e propria abduction.
Gli
elementi sono: A) l’incontro con due esseri scesi dal cielo, come gli “angeli”
del Vecchio Testamento che, al pari dei nostri carabinieri, si spostavano
sempre in coppia; B) l’uso di un velivolo che agli occhi di Alce Nero apparve
come una nuvola, ma che gli permise di spostarsi a grandi altezze e su lunghe
distanze; C) il senso di spaesamento e la consapevolezza che la vera vita è
altrove, mentre quella in cui tutti noi viviamo abitualmente è solo la sua
ombra, ovvero il regno di Maya degli induisti; D) le capacità di guaritore che
Alce Nero acquisisce dopo le esperienze extrasensoriali, come capita a molti
addotti che non sono più le stesse persone di prima e arrivano anche a cambiare
personalità e a parlare lingue fino a quel momento sconosciute.
Dei
suoi incontri con i due uomini che sfrecciano nel cielo e gli si presentano per
condurlo in qualche luogo ultraterreno, vi sono diverse testimonianze nel libro
pubblicato da Adelphi per la prima volta nel 1990. Eccone alcune:
A)
“Io potevo vedere
attraverso l’apertura della tenda, e c’erano due uomini che scendevano dalle
nuvole, a testa in giù come frecce che cadono, e capii che erano gli stessi che
avevo visti prima. Questa volta ciascuno portava una lunga lancia, e queste
lance dardeggiavano lampi a zig zag. [omissis] Uscii dalla tenda e lassù, dove
stavano andando gli uomini con le lance fiammeggianti, vidi avvicinarsi molto
velocemente una piccola nuvola. Venne e si abbassò e mi prese e ritornò al
luogo da dove era venuta, volando velocemente” (pag. 27).
“Ora due uomini mi guidavano, la testa in
avanti come due frecce in volo verso l’alto; erano i due che
mi avevano portato su dalla terra” (pag. 48).
“Improvvisamente i due uomini della mia visione sorsero di nuovo dal
tramonto, la testa in
avanti come frecce che cadono. Puntavano verso di me con i loro archi. Poi si
fermarono e apparvero in piedi” (pag. 180).
Gli
autori della Bibbia, come per esempio Ezechiele, al posto di dischi volanti, che sono più consoni alla
nostra epoca tecnologica, vedevano carri con occhi (gli oblò) e ali (i mezzi di
propulsione). Alce Nero vedeva ciò che la natura circostante gli offriva continuamente
alla vista: una nuvola. Ma a volte anche un’aquila chiazzata e sempre di “cose”
che si spostano nel cielo stiamo parlando:
B)
“Poi una nuvola scese verso di noi e a un tratto mi trovai sulla nuvola
[omissis]. Mi trovai solo su questa nuvola, che si muoveva velocemente. Mi
aggrappavo con forza perché avevo paura di cadere” (pag. 227).
C)
Che tutti noi si viva all’interno di una Matrix è concetto di recente
acquisizione, grazie soprattutto alla serie di film con lo stesso titolo, ma
che "la vida es sueno” lo diceva già Calderon de la Barca nel 1635. Alce Nero lo afferma chiaramente qui:
“Capii
che la realtà era lassù e che il sogno offuscato di quella realtà era qui”
(pag. 171).
Benché
Alce Nero si struggesse dal desiderio di salvare il suo popolo dall’estinzione
per mano dell’uomo bianco, oltre a riuscire ad uccidere alcuni soldati in
combattimento, rimanendo sempre illeso dalle loro pallottole, il suo scopo
nella vita sembra fosse quello di guarire le persone ammalate, riuscendovi
perfettamente in molte occasioni. La voce si sparse anche presso le altre tribù
e c’erano persone che venivano da lontano per ottenere la guarigione per sé e i
propri familiari. I metodi per guarire i malati furono quelli classici di tutti
gli “uomini della medicina”. Ma principalmente il canto e una serie di rituali
ben precisi. Alce Nero divenne famoso per questo, fra la sua gente, mentre era
ancora in vita:
D)
“Allora vidi di nuovo la mia gente terrena nel luogo della danza e rientrai
nel mio corpo là disteso. E mi trovai seduto per terra e la gente mi si
affollava intorno per domandarmi quale visione avevo vista” (pag. 251).
Leggendo
la sua onirica testimonianza, si diventa consapevoli del fatto che la politica
imperialista degli Stati Uniti è sempre stata quella di sbarazzarsi del nemico
di turno. Lo abbiamo visto in anni recenti in Medio Oriente. E’ la stessa
politica di Israele, che almeno ha l’attenuante di voler sopravvivere in mezzo
a un mondo di arabi. Gli americani lo fanno per puro odio razzista e per spirito
affaristico, specie se pensiamo che sulle Black Hills fu scoperto quel “metallo
giallo” che fa impazzire i Vasichu,
i bianchi. Se rapportiamo le guerre indiane di fine secolo Diciannovesimo con
le guerre in nord Africa e nel vicino Oriente, forse riusciamo a capire anche
perché molti giovani occidentali di fede islamica si arruolano nelle fila di
ISIS. Non potendo combattere gli imperialisti che hanno decimato le popolazioni
indiane, vanno a combatterli ora in Siria ed Iraq, al di là del fatto di essere
manovrati e armati dal Mossad e, paradossalmente, dagli americani stessi.
Leggendo “Alce Nero parla”, di John Neihardt, veniva voglia anche a me di
andare a combattere al fianco degli indiani.
Non a caso è pubblicato dalla Casa Editrice Massonica per eccellenza, la Adelphi, in greco I Fratelli... :)
RispondiEliminaNon ci avevo mai fatto caso!
EliminaComunque, è pubblicato anche dalla Mondadori.
Tutto ciò che può avere buon successo commerciale viene pubblicato anche da Marina Berlusconi. Loro non guardano in faccia a nessuno...basta che venda! Strano però...in questo caso! g
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