Che
delusione scoprire che un pensatore con cui si sono condivise molte idee e
buoni spunti di riflessione, di punto in bianco si mostra per quello che è
realmente: un cadaveriano orgoglioso di esserlo. Che delusione scoprire che una
persona che per molti versi è ammirevole manifesta squallidi concetti come un
qualsiasi ottuso carnivoro impenitente. Avrei potuto sorvolare sulla sua
passione per Mussolini, giacché tutti abbiamo le nostre fisime, avrei potuto
glissare sulla sua strana simpatia per gli antichi Celti, cioè per un’Europa
che non esiste più da diversi secoli, ma che dica di trovare saporita
la carne sanguinolenta, no, non si può tollerare. Non si può far finta di
niente. Non si può dimenticare che quella carne rossa, prima di diventare tale,
era una persona dotata di diritto alla vita e che solo un tiranno insensibile
poté macellare. Fabrizio Belloni, amico dei tiranni, non può trovare spazio su
questo blog e per questa ragione i miei lettori non troveranno più le sue pur
interessanti esternazioni politico-filosofiche. Ecco il “casus belli”, la
pietra d’inciampo che gli è valsa la cancellazione dal novero delle mie fonti:
E’ di moda essere vegetariani
o vegani. Liberissimi e difenderò le libere scelte. Ma spesso i vegetariani
assomigliano ai testimoni di Geova e ti vengono a triturare gli zebedei oltre
il tollerabile. Personalmente amo la carne, meglio se rossa e al sangue. Sono
vecchio, quasi antico, e non rinnego nessun grammo di carne che ho mangiato.
Facevo
parte della sua mailng list e, se non è stato lui più svelto di me
cancellandomi, l’ho segnalata come “spam”. In quei giorni il Signore separerà
le pecore dai capri e il grano dal loglio, dice il Vangelo. Fabrizio Belloni,
al pari di Giorgio Maggioni, entrambi milanesi, rientrano nella categoria dei
capri e del loglio e il loro destino sarà la Geenna, cioè la discarica piena di
rifiuti fuori le mura di Gerusalemme. In senso, purtroppo, solo metaforico.
Ora capisco perché Paolo D'Arpini gli censura gli articoli. Addio Fabrizio e grazie comunque. Se uno non ci arriva, non ci arriva. Vai per la tua sanguinolenta strada!
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