mercoledì 15 ottobre 2014

L'odiosa censura

 


Scrive Fabrizio Belloni (in foto): “Egr. sig. Paolo, buon giorno. Onestamente pensavo lei fosse diverso e più libero. Ma le sue "censure" mi hanno suscitato perplessità: quando cancella il riferimento a Benito Mussolini nel discorso di valorizzazione delle province a scapito delle regioni, sembra risentire della cultura allineata e coperta. La verità non dovrebbe avere censure. Ed anche quel punto di domanda, posto al termine della mia conclusione circa il ruolo dei Tedeschi in Europa, snatura il senso dello scritto. Paura? Atavica incomprensione per i Germani (Tacito li descrisse benissimo)? Piccolezze, d'accordo, che non avviliscono il meritorio logos del suo "giornaletto". Ma per me indicative di uno status d'animo che non condivido. Con la gratitudine e la stima di sempre”


Risposta di Paolo D'Arpini (in foto): ”Libertà con la L maiuscola. Gentile Fabrizio Belloni, mi sembra che già una volta avessimo toccato l'argomento "censura"... ma forse non sono stato chiaro nelle mie spiegazioni. Il Giornaletto di Saul non è un giornale bensì un mio diario personale in cui accolgo anche pareri altrui, ovviamente anche questi pareri, come i miei stessi pensieri, sono soggetti ad un mio giudizio... Siccome mi sembra giusto che ognuno possa esprimere liberamente le proprie idee mi sono munito di un "blog" in cui nel frontespizio dico chiaramente in che modo voglio utilizzarlo... chi mi invia -come lei- degli scritti accetta implicitamente che essi vengano utilizzati nella mia "ottica", altrimenti evita di inviarmeli.. come hanno fatto diversi ex "corrispondenti" che si lamentavano egualmente delle mie "censure"... Per quel che riguarda le "buone azioni" di Mussolini non ne tengo conto, poiché non ho vissuto quel tempo né lo considero di buon esempio, soprattutto per le conseguenze nefaste della dittatura e della guerra da lui voluta (e dichiarata agli USA, alla Grecia, alla Russia, etc.). Se c'è stato qualcosa di buono nel fascismo è comunque nel passato e non potrà mai tornare ma le conseguenze "cattive" le viviamo invece ora!”

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