Fonte: L'altra faccia della rivolta
I terroristi di Daesh,
com'è risaputo, recuperano i loro finanziamenti anche attraverso la
vendita illegale di petrolio, ricavandone circa tre milioni di
dollari al giorno. I membri della NATO, compresi Turchia, Stati Uniti
e Regno Unito, tollerano questa attività di contrabbando di petrolio
dei terroristi, come segnalato dal Deutschen Wirtschafts Nachrichten
(DWN). Il giornale economico tedesco ha spiegato che il governo
regionale del Kurdistan nel nord dell'Iraq e l'intelligence militare
turca ha sostenuto l'attività di contrabbando di petrolio di Daesh e
fornito al gruppo terroristico armi e attrezzature.
Daesh è riuscito
ad aumentare la sua produzione a 45.000 barili di petrolio al giorno,
grazie anche al supporto di una rete di funzionari corrotti del
governo curdo e turco. Ovviamente, sia la Turchia che il governo
curdo ufficialmente negano qualsiasi collegamento ad attività di
contrabbando di petrolio di Daesh, ma una fonte anonima del partito
al governo dell'Iraq, il partito islamico Dawa, ha confermato che "i
membri del governo regionale del Kurdistan hanno tollerato le vendite
di petrolio dell'ISIL sul mercato nero". Secondo il funzionario,
anche Turchia e Stati Uniti tollerano in silenzio queste attività:
"Gli americani sanno cosa sta succedendo. Ma Erdogan e Obama
hanno un buon rapporto l'un l'altro. Erdogan fa sostanzialmente
quello che vuole e gli Stati Uniti sono d'accordo", ha detto il
funzionario. E' segnalato anche il coinvolgimento delle aziende
britanniche nel business: la compagnia petrolifera anglo-turca Genel
Energy strettamente legata a un gruppo di parlamentari britannici ha,
infatti, ricevuto ordine per la fornitura alle raffinerie per la
società energetica curda del Gruppo Nokan, sospettato di sostenere
le vendite di petrolio illegali di Daesh.
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