lunedì 24 agosto 2015

L'uomo che finì in prigione con un Rettiliano


Erano tre anni che gli chiedevo un appuntamento per intervistarlo, ma lui aveva sempre rifiutato. Alla fine, domenica 23 agosto si è presentato spontaneamente a Sacile mentre partecipavo alla manifestazione contro la “Sagra dei Osei” e ha svuotato il sacco. Non ha avuto remore a raccontarmi a grandi linee l'evento che una trentina d'anni fa cambiò la sua vita, ma non posso dire di aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle nel modo giusto perché inframmezzava il suo racconto con storie recenti, di un alieno dagli occhi azzurri visto nel 2012 da due persone nello stesso posto dove era capitato il fattaccio che lo riguardava. Se qualcosa nel mio resoconto non dovesse essere riportato correttamente, spero che l'interessato, Vittorio Mella, abitante a Caneva (PN), voglia rettificare, ma è più probabile che mi contatti in privato per chiedermi la cancellazione di questo articolo. Come fanno tutti o quasi coloro di cui racconto la storia.



Dunque, già da ragazzo Vittorio aveva la passione della fotografia e in special modo del reportage fotografico. Oggi che è diventato amico del questore e dei poliziotti di Pordenone, lo chiamano per fotografare gratuitamente qualche celebrazione ufficiale, nonostante sia disoccupato e qualche ricompensa gli sarebbe utile, oltre che doverosa, giacché in caso contrario si chiama sfruttamento. Circa trent'anni fa, la passione per il ruolo di fotoreporter lo spinse ad entrare nella base di Gaiardin, vicino Pordenone, in quella che lui pensava fosse un'installazione militare dismessa. E invece, stando al suo racconto, da una botola alle sue spalle uscirono improvvisamente due energumeni che lo afferrarono e lo portarono di sotto senza tanti complimenti. Lui l'ha chiamata botola, ma è più probabile che si sia trattato di un portale dimensionale, come in effetti ce ne sono tanti in Friuli e il fatto di essere trascinato sotto terra, ovvero all'inferno, è una cosa che se fosse capitata nel Medioevo avrebbe terrorizzato chiunque, come infatti deve essere accaduto molte volte. In epoca moderna, quando la gente non crede più all'inferno dantesco, Vittorio capì di aver a che fare con militari umani, visto anche il luogo dove si trovava, ma la paura fu tanta ugualmente.


Gli uomini lo paralizzarono e lo rimproverarono di aver scavalcato la rete di recinzione della base, benché si trattasse di una rete cadente e apparentemente non sottoposta a manutenzione da molto tempo. Mentre era paralizzato vide avvicinarglisi un Piccolo Grigio, ma raccontandomi questo particolare suggerì che forse a lui era sembrato tale, ma in realtà potrebbe essere stato un militare come gli altri due, perfettamente umano, anche se lui vedeva un ometto mingherlino di colore grigio, con testa grossa e occhi grandi e sporgenti. 


Ciò significa che probabilmente lo avevano drogato. Aggiunse che tale reminiscenza gli venne alla coscienza molti anni dopo, non ho capito se grazie a un'ipnosi o cosa, perché prima di essere rilasciato gli fu cancellata la memoria. Tuttavia, continuando nel suo racconto, dopo essere stato paralizzato e aver visto a distanza ravvicinata un Piccolo Grigio, fu messo in una gabbia insieme a un Rettiliano, il quale, a un certo punto, lo aiutò ad evadere. In cambio, Vittorio aiutò il Rettiliano a scappare, visto che entrambi erano imprigionati, il che significa che fuggirono insieme da quel luogo di detenzione. Come abbiano potuto farlo, Vittorio non me lo ha spiegato, né io gliel'ho chiesto per non interrompere la sua narrazione. Se posso avanzare un sospetto abbastanza logico, direi che i militari li abbiano lasciati evadere e le circostanze con cui i due si sono poi separati, per prendere l'uno la direzione di casa e l'altro non si sa, non mi sono state raccontate.


Di fatto, qualunque cosa gli sia successa, nella realtà o nella sua mente all'uopo drogata, i custodi della base gli diedero una bella lezione, ma secondo me fu una lezione volta a redimerlo, piuttosto che a punirlo e basta, giacché dopo trent'anni Vittorio oggi è amico di poliziotti e militari, collabora con le autorità municipali in qualità di reporter che denuncia casi di degrado ambientale e arriva perfino a dire che gli americani sono nostri amici e alleati, mentre in realtà sono nostri padroni. A me questo ricorda il protagonista di “1984” che, dopo essere stato torturato, viene rieducato mettendolo a lavorare nel ministero della censura e la scena finale del film mostra l'ex ribelle ammansito mentre maneggia le forbici per tagliare frasi e parole da togliere dai giornali. Di Vittorio, qualsiasi sia stato il suo “peccato”, hanno fatto un onesto e devoto cittadino, un ecologista amante della natura e del reportage fotografico.


Raccontandomi questa sua passata avventura, mi ha detto che una sera verso le 22.30 gironzolava nuovamente presso la base e anche in quel caso fu raggiunto da due “vecchiotti” in borghese che gli chiesero cosa stesse facendo. Poiché in quei giorni c'era la cometa Hale Bopp visibile nel cielo, rispose che era lì per fotografarla, ma i due non gli credettero. Cosa successe poi e soprattutto se questo episodio è staccato da quello precedente, non ho ben capito e quindi mi vedo costretto a riportarlo come un particolare di cui non trovo relazioni con quello traumatizzante del sequestro, detenzione e successiva fuga con il Rettiliano. Prendetelo così come me lo ricordo, come una delle molte esperienze che a Vittorio sono capitate nella vita nella sua “carriera” di fotoreporter impiccione. Almeno abbiamo capito che bazzicare attorno alle basi militari, dismesse o attive che siano, non è igienico.


Tre anni fa, quando un testimone asserì di aver incontrato un alieno con gli occhi azzurri, Vittorio tornò di nuovo alla base di Gaiardin e mentre si trovava, di notte, sul ciglio di un dirupo sentì sotto di sé un rumore esteso di vegetazione mossa, uno sfrascare inquietante come se molti esseri viventi salissero il pendio verso di lui. Questo capitava dopo che una nebbia era spuntata dal nulla e quando sentì che le piante venivano mosse freneticamente, fu preso da forte spavento, girò sui tacchi e, nonostante la nebbia che gli limitava la visuale, riuscì a scappare rientrando a casa sano e salvo. Il vizio di frequentare quella base militare, evidentemente, non lo aveva abbandonato, ma in quel caso forse si era trattato solo di un branco di cinghiali. Dell'alieno con gli occhi azzurri, di cui pare si sia occupato anche l'ufologo Chiumiento, non ha aggiunto altro e quindi più di questo non posso riferire.


Vorrei concludere infine con un'idea insolita di Vittorio. A suo dire, tutte le razze aliene che conosciamo, dai Rettiliani ai Grigi, dagli Insettoidi ai Nordici, sono frutto degli esperimenti segreti dei militari umani e così pure tutti i rapimenti, i cerchi nel grano e gli avvistamenti di UFO. Questa sua convinzione è davvero curiosa dal momento che la totalità degli ufologi e degli alienologi è concorde nel ritenere che si tratti, invece, di razze non terrestri vere e proprie e semmai la domanda principe è da dove vengano, se da altri rispettivi pianeti – i Rettiloidi per esempio dalla costellazione del Draco – o se da altre dimensioni. 

Per tacere poi del fatto se siano già qui in mezzo a noi sotto mentite spoglie o se vengano dalla Terra Cava sotto i nostri piedi o se, potendo variare la consistenza molecolare dei loro corpi, saltino da una dimensione all'altra a piacere. Queste sono per lo meno le domande che io mi pongo e che rivolgerò a Vittorio se dovessi incontrarlo ancora, magari alla manifestazione contro la “Sagra dei Osei” del prossimo anno. Se lui pensa che gli alieni siano il risultato di esperimenti militari potrebbe essere una convinzione indotta da ciò che gli capitò trent'anni fa, quando fu sequestrato e sottoposto a qualche genere di trattamento punitivo. In tal caso, secondo logica, mi verrebbe da pensare che siano stati proprio gli alieni stessi, Rettiliani o Grigi o chissà cosa, a inserire nella sua mente una tale convinzione, proprio per stornare l'attenzione da se stessi, attribuendo tutta la responsabilità, di tutto ciò che accade in cielo e in terra, a militari umani. E' tutto un gioco di specchi. E' tutto un inganno e il racconto di Vittorio Mella deve essere preso con le pinze, esattamente come questo mio frammentario resoconto.

7 commenti:

  1. @Roberto,

    questo che scrive è l' ennesima prova che la ns. amata Regione del FVG è un luogo "particolare" sotto molti aspetti, NON ultimo anche quello UFOLOGICO & MISTERICO vedi ad es. le 3 PIRAMIDI di CIVIDALE(UD);

    per aumentare le Tue conoscenze sulle RAZZE COSMICHE nei prossimi giorni Ti invierò una esaustiva e-mail su di loro, essa è il frutto di lunghe approfondite & precise ricerche da parte di un grande esperto di UFO !!!

    MANDI
    SDEI

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    1. Bene, ti ringrazio.

      E puoi dire anche il nome di tale grande esperto?
      Magari lo conosco.....

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  2. Roberto perchè non ti rechi anche tu alla base in questione a curiosare e magari ci riporti un report sul blog?

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    1. ottimo, naturalmente macchina fotografica HD a seguito, cosi ci fotografi un rettiloide.

      https://www.youtube.com/watch?v=j2_M294o9LI

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  3. Scusa, Roberto, non ho capito se il Mella era presente alla “Sagra dei Osei” in quanto animalista (uso qs. termine per capirci, anche se da diverso tempo mi va stretto) o soltanto perché avete concordato di trovarvi lì? Chiedo per mera curiosità... ciao!

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