Fonte: Mafia Capitale
SECONDO BUZZI,
LO SGOMBERO DEL CAMPO NOMADI DI PONTE MARCONI, DEL SETTEMBRE 2005,
AVVENNE SENZA PROBLEMI PERCHÉ ODEVAINE S’ACCORDO’ PER
“INDENNIZZARE” I DUE CAPI ROM (I FRATELLI KAMMIS) CON 30 MILA
EURO AL MESE! Odevaine è
consapevole di che razza di accordo ha chiuso e che, in qualche modo,
i 30 mila euro mensili che finiranno nelle tasche dei due capi
bastone devono essere dissimulati – Per questo — spiega Buzzi —
il pagamento doveva arrivare ai due Kammis attraverso la cooperativa
“29 giugno”: i soldi venivano giustificati da subappalti per
lavori fittizi…
Nei verbali di
interrogatorio di Salvatore Buzzi, c’è la storia di un baratto.
Che, forse meglio di ogni altra, fotografa lo stato terminale di
Roma. La compromissione profonda della cultura politica delle
amministrazioni che si sono succedute nel tempo. Una vicenda di
fronte alla quale persino i pubblici ministeri appaiono interdetti. È il 21 luglio scorso
e Buzzi ripercorre la storia del campo nomadi di Castel Romano, lembo
di terra nella riserva naturale di Decima Malafede, a ridosso della
tenuta di Castelporziano, nel IX municipio, gallina dalle uova d’oro
dalla cui gestione la cooperativa “ 29 giugno” e Massimo
Carminati incassano dal comune 87 mila euro al mese.
QUANDO LO ZINGARO HA
IL SUV PARCHEGGIATO NEL CAMPO ROM
«Preciso — dice
Buzzi — che la vicenda nasce nel 2005, con Walter Veltroni sindaco
e viene gestita da Luca Odevaine (che di Veltroni era il vice capo di
gabinetto e detenuto dal dicembre 2014 nell’inchiesta Mafia
Capitale, ndr). Occorreva infatti spostare il campo nomadi
originariamente vicino a Ponte Marconi (vicolo Savini ndr)».
Lo sgombero è
del settembre di quell’anno e arriva dopo la sollevazione di un
quartiere (Eur-Marconi) martoriato da furti in appartamento,
borseggi. I cinquecento nomadi ospiti degli 11 mila metri
quadri attrezzati del campo di vicolo Savini si adeguano al
provvedimento senza fiatare. E c’è un motivo. Inconfessabile,
certo. Ma c’è. Racconta Buzzi: «Meo
e Carlo Kammis, rappresentanti delle tribù nomadi di Ponte Marconi,
dissero che non avevano intenzione di trasferire la loro gente. E il
motivo era che il campo di vicolo Savini era più vicino ai luoghi in
cui volevano stare». Dove “lavoravano”. Comincia dunque una
trattativa con il Comune. «Che conduce Odevaine — ricorda Buzzi —
e che Odevaine chiude con un accordo». I due capi tribù
pretendono infatti un indennizzo per il mancato guadagno, “il lucro
cessante” si direbbe in una causa civile, che comporterà la
lontananza del nuovo campo di Castel Romano dalle strade e dagli
appartamenti del quartiere Marconi. E la pretesa non solo viene
ritenuta ricevibile, ma viene persino quantificata. «In forza
dell’accordo chiuso da Odevaine — racconta Buzzi a verbale — i
nomadi si sarebbero trasferiti in cambio del versamento di 15 mila
euro al mese a ciascuno dei due capì tribù, Meo e Carlo Kammis».
Non basta. Odevaine è
evidentemente consapevole di che razza di accordo ha chiuso e che, in
qualche modo, i 30 mila euro mensili che finiranno nelle tasche dei
due capi bastone devono essere dissimulati.
«Per questo —
spiega Buzzi — il pagamento doveva arrivare ai due Kammis
attraverso associazioni o cooperative che erano riconducibili a
loro ma per lavori inesistenti». E per questo — aggiunge — viene
coinvolta la “29 giugno”. «I 30 mila euro al mese ai due capi
tribù venivano pagati dalle nostre cooperative ed erano giustificati
da subappalti per lavori fittizi concessi ad associazioni a loro
riconducibili». C’è di più.
La faccenda non si chiude con la fine dell’amministrazione Veltroni
e l’uscita di scena dal Campidoglio di Odevaine. La Giunta di
Gianni Alemanno, nuovo sindaco, subentra nel patto come si trattasse
di un regolare contratto. Addirittura lo rende più snello ed
efficiente. «La nuova amministrazione comunale — ricorda infatti
Buzzi — a un certo punto decise di affidare direttamente i lavori
alle associazioni riconducibili ai Kammis, senza più passare per
noi». Non è dato sapere se, dopo Alemanno, quei 30 mila euro di
“indennizzo” mensile siano ancora una delle voci di spesa del
Comune.
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