Fonte: Il Giornale
Lo
chiamano "Salestan". È l'area a sud di Salerno, nella
Piana del Sele di Eboli. Qui, a fronte di 40mila residenti sparsi
nell'entroterra rurale, si sono concentrati oltre 5mila immigrati. La
maggior parte sono musulmani.
Vivono in baracche e villette disabitate. Pregano in una moschea
abusiva.
E applicano la sharia. A chi ruba, per intenderci, gli vengono
mozzate le dita della mano. E se nei dintorni c'è un cristiano, di
certo non se la passa bene.
Un paio di settimane fa è stata
distrutta una statua della Madonna di Lourdes. Non è la prima volta
che succede. I raid contro i simboli cattolici vengono messi a segno
al grido "Maledetti
cristiani!".
Un musulmano si è addirittura preso la briga di girare la statua di
Santa Bernardette verso la Mecca. Le autorità non muovono un dito.
Perché in "Salestan" l'immigrazione
ha raggiunto la punta dell'11%. Il boom è degli ultimi anni ma, come
rivela Libero,
nel 2011 aveva visto passare da queste parti tre membri di al Jamaa
al Islamiyya al Musallaha ovvero il Gruppo armato algerino (Gis). Due
componenti furono addirittura arrestati, ma dall'interrogatorio non
riuscirono a cavare granché. Oggi, dopo quindici anni, la situazione
è se vogliamo persino peggiorata. Gli immigrati, racconta Peppe
Rinaldi su Libero,
"hanno
colonizzato poco meno di dieci chilometri quadrati sulla litoranea di
Eboli, a qualche decina di metri dal mare".
In questa enclave islamica è sorta una moschea abusiva che le
autorità locali si guardano bene dal chiudere. In questa enclave
islamica ha iniziato a proliferare la sharia.
Ne sa qualcosa Kamel di Beni Mellal (Casablanca) che si è visto
amputare le dita di una mano.
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