Fonte: Corriere delle Alpi
TRENTO.
Ha fatto la sua comparsa nei banchi della carne confezionata, fra le
braciole e il macinato, la carne
halal. Due le
possibilità: la polpa di vitello o quella di bovino adulto, entrambe
in confezioni «importanti», da oltre un chilo. Succede nei
supermercati del gruppo Poli (la foto fa riferimento ad un punto
vendita di Rovereto) ed è una novità nel panorama della grande
distribuzione provinciale.
Non si tratta, almeno
per il momento, di un prodotto fisso, come spiega Mauro Poli,
presidente dell’omonimo gruppo. Forse una sorta di verifica per
testare il possibile mercato che, almeno sulla carta, è importante
ed è quello dei consumatori di fede islamica. Halal è infatti una
parola araba che significa «lecito», e intende tutto ciò che è
permesso secondo l'Islam, in contrasto a ciò che è haram,
«proibito». Il concetto attiene dunque al comportamento, al modo di
parlare, all'abbigliamento, alla condotta, e alle norme in materia di
alimentazione. E in particolare, nel mondo occidentale halal è
riferita a quest'ultimo ambito, cioè al cibo preparato secondo i
dettami della legge islamica.
Perché il cibo possa
essere considerato halal, non deve essere una sostanza proibita e la
carne deve essere stata macellata secondo le linee guida tradizionali
indicate nella Sunna. Ossia gli animali devono essere coscienti al
momento dell'uccisione che avviene con il taglio della trachea e
l'esofago e quindi il dissanguamento completo dell'animale. Una
procedura che ha da sempre sollevato molte polemiche per le
sofferenze causate agli animali, costretti a rimanere coscienti (ed è
questa la sostanziale differenza con la macellazione non halal)
durante il dissanguamento senza venire prima storditi.
Polemiche a parte, è
certamente un segno dei tempi il fatto che all’interno della grande
distribuzione sia entrato anche un prodotto così particolare e che
ha un gruppo ben individuato di possibili clienti. A livello
nazionale segnali in questo senso si sono registrati a partire dal
2010 ed erano stati analizzati anche da «Il Sole 24 ore». Che
sottolineava come quella del prodotti halal fosse già allora una
nicchia di mercato dalle grandi potenzialità. E la presenza di
questi prodotti sugli scaffali frigo è anche segno di come la
composizione delle comunità locali sia molto cambiata.
La carne che si trova
in questi giorni nei Poli arriva dalla Indal, che è stata la prima
azienda italiana, alla fine del 2010, ad essere certificata da Halal
Italia, con il supporto formativo di Co.Re.Is. (Comunità Religiosa
Islamica), per la macellazione rituale secondo i dettami islamici.
«Tale certificazione - si legge sul sito della società - risponde
ad una duplice necessità che Indal condivide appieno: da una parte
tutelare i consumatori garantendo loro la qualità finale del
prodotto, dall’altra evitare la creazione di ghetti alimentari ed
etnici rispettando le diverse culture presenti nel nostro Paese».
Perche' non vi prendete il vostro corano libroterribile,e il vostro dio anch'esso orribilazzo e non lasciate questo pianeta?un sacco di crearure vi ringrazierebbero no?mangiapianeti frichettoni.
RispondiEliminaIslamico fricchettone è un ossimoro.
EliminaMangiapianeti?
Dove l'hai sentita?