giovedì 11 gennaio 2018

Così parlò Todeschini



Fermandoci alle "apparenze" noi diciamo che "l'uomo ha anima" perché identifichiamo con la parola "uomo" la forma e non la "sostanza". E quindi fermandoci a questa "apparenza" creiamo questa distorsione nel linguaggio per cui ci identifichiamo nel "corpo", quindi nella forma "uomo", e diciamo: "ha un anima" - oppure - "ho un anima". Come quando guardiamo un animale, il suo comportamento, e diciamo - "l'animale ha anima", perché ci soffermiamo davanti alla forma che osserviamo. Per noi la parola "animale" o "uomo" non indica la "consistenza", l'"apparenza", che è inconsistenza o etere di quello che stiamo percependo, proprio come afferma Filippo nel suo vangelo, a proposito dell'inganno nascosto nelle "parole", mentre in realtà tutti noi, ognuno di noi è un' "anima". Noi non abbiamo un' "anima", ma siamo anime a livelli differenti di consapevolezza


Rispetto agli animali, semmai, l'animo umano ha una qualità particolare che è la "coscienza", che è ciò che gli permette di essere autocosciente, cioè di avere la consapevolezza di "esistere", consapevolezza che viene estrinsecata attraverso un "pensiero"; perché io osservo, percepisco, e riesco a spiegarmi e dire a me stesso - "io esisto", mentre l'animale questa cosa non la fa, perché il suo livello di consapevolezza, e quindi di conseguenza la coscienza che è in grado di esprimere, non gli permette di capire, se non a livello istintivo, necessario, che esiste. Lui esiste punto. Non avendo neanche la possibilità di produrre "pensiero", non è in grado di spiegarsi che cosa significa esistere, anche perché quando esprimiamo il concetto - "io esisto" - "esistere" è una parola: che cosa significa esistere? Per noi è prendere coscienza che siamo "qualcosa". Che cosa siamo? Questo è l'interrogativo più importante.



La scienza che tutto vuole spiegarci sulla natura umana, confonde il funzionamento del dispositivo biologico, o smart-uomo, con l'ente senziente che lo governa, che è immateriale e conosciuto, fosse solo che noi sperimentiamo continuamente il pensiero, sentimenti, emozioni, sensazioni che altro non sono che qualità che provengono da quell'unico ente che siamo che è l'anima o l'essere. Trovano apparati o organi per tutte le funzioni che osservano (occhi per la vista, orecchie per l'udito, spingendosi fino a paragoni quali "il fegato è un complesso laboratorio chimico", "il cuore una pompa", ed alla via così), ma non hanno ancora trovato cosa produca una "intelligenza" o un "pensiero" o pensate veramente che sia il cervello a produrre tutto questo? Il cervello essendo fatto di "materia", che sia, come dice Todeschini, etere, o particelle atomiche, molecole o altro, non ha certo la qualità di pensare, cosa che è in contrasto con tutta l'idea di metodo sperimentale che tanto promulgano. Questo ci porta inevitabilmente a capire che esiste un ente spirituale, o meglio immateriale, che non è parte della materia, che "anima" il corpo umano. 


Vi lascio con un estratto dal libro "teoria delle apparenze" di Marco Todeschini che chiarisce bene questo passaggio. 


"D'altra parte la scienza medica di fronte al fatto innegabile che tutti i "corpuscoli" di senso e di moto sono collegati al cervello, e di fronte alla certezza sperimentale che ogni lobo di questo ha una funzione sensitiva o di moto, ha dovuto ammettere che il cervello è il centro psichico. Ma che significa questa parola se non che esiste psiche? Evidentemente significa che un complesso di organi materiali possano avere intelligenza o pensare. Ricadiamo così nel buio di una concezione ipotetica e tutto affatto arbitraria che la materia possa avere coscienza. Come si è potuto accogliere tale concezione?


Ecco: da una parte i monomaniaci materialisti, con una visione unilaterale, tanto più antiscientifica, quanto più testarda nell'escludere arbitrariamente enti psichici che pur si manifestano con la stessa evidenza della materia, hanno attribuito a questa possibilità non riproducibile sperimentalmente credendo ciecamente in un assurdo, dall'altra parte la concezione è stata favorita dall'ingenua credenza che le sensazioni avessero esistenza reale nel mondo fisico, mentre invece, come noi abbiamo dimostrato, esse sono dei fantasmi, delle apparenze che non trovano riscontro che nella psiche, quali rivelazioni delle accelerazioni di masse nel mondo fisico".

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