A 50 metri da casa mia c’è un cassone in metallo destinato a raccogliere rami e foglie, ricavati dai lavori di giardinaggio e orticoltura dei miei compaesani. Anch’io ne usufruisco e stamattina, buttando uno sguardo all’interno, con occhio di naturalista, vi ho trovato qualcosa d’interessante. Bruchi ancora attaccati ai rami di ciliegio su cui avevano predisposto ripari di seta. Lo fanno anche le famigerate Processionarie, ma quelle sono facili da riconoscere, perché il loro nido è compatto e sta normalmente sulle conifere. Il primo pensiero, quando ho visto quei vivaci bruchi, è stato: “Li lascio al loro destino”, che sarebbe stato quello di venir triturati ed uccisi, ma il secondo, subito dopo, è stato: “Li porto a casa e li studio”, come più di mezzo secolo fa m’insegnò mio padre. Il terrario ce l’avevo, la curiosità di sapere a che specie di lepidotteri appartenessero, pure.
E così, servendomi dell’assistente di Google del cellulare, e soprattutto di un’App chiamata “Google Lens”, alla fine sono arrivato a capire che si trattava dell’Hyphantria cunea, parente della più famosa Limantria dispar, entrambe provenienti dall’America, ed entrambe appartenenti alla famiglia Erebidi. I loro bruchi sono voraci defogliatori e gli agricoltori hanno diversi metodi per combatterli, cominciando da un batterio chiamato Bacillus thuringiensis, innocuo per l’uomo, ma micidiale per i dannosi lepidotteri. Non so se le “mie” Ifantrie riusciranno a portare a termine la metamorfosi, giacché le condizioni di prigionia non sono mai uguali a quelle che gli animali trovano in natura, ma se dovessi riportare in campagna i bruchi miei ospiti, incontrerei probabilmente la disapprovazione della gente, in quanto specie nociva. Ma io non faccio testo e vado in controtendenza, per cui, come libero chiocciole e lumache, così libererei anche i voraci bruchi dell’Ifantria. Basta che non si sappia in giro!
Okkio a ciò che viene da Occidente, ben oltre le colonne d'Ercole. Il Gambero killer della Louisiana, lo scoiattolo grigio, la polpetta schiacciata detta pure hamburger, adesso pure il bruco divoratore di fogliame. Di americano salverei la patata, il pomodoro, la Barbra Streisand, Merle Oberon, Veronica Lake.... Poco altro.
RispondiEliminaContinente sfruttato specie il nord America, devastato in ere passate, disboscamento selvaggio, montagne divorate da enormi frese, vedi Gran Canyon, praterie dove un tempo si stendevano foreste a perdita d'occhio. Gli schiavi fuggiaschi dai cantieri delle torri, delle piramidi, degli ziggurat, trovarono rifugio in nord America principalmente, indi si spinsero fino al continente del sud. Questi popoli sostanzialmente decisero di vivere liberi, in piccole comunità o tribù, spostandosi per seguire la selvaggina e raccogliere frutta e vegetali. Provenivano dalla Siberia, attraverso un passaggio quasi asciutto che collegava l'Eurasia con l' attuale Alaska. Finché durò, finché lorsignori non decisero di rioccupare quelle terre.... I discendenti degli schiavi fuggiti furono crudelmente puniti, come fecero i romani con Spartaco ed i suoi gladiatori ribelli.....
Vedo che concordi anche tu sullo Stretto di Bering, ma aggiungi un particolare inedito: si trattava di fuggiaschi, non di libere tribù in cerca di nuovi spazi vitali.
EliminaComunque, c'è un sacco di strada dall'Asia alla Patagonia, via Bering.
Teniamo presente, tuttavia, anche il Kontiki di Thor Heyerdahl.