sabato 11 giugno 2022

Non è un crine di cavallo

Da bambino, quando ne trovai uno la prima volta, rimasi sconcertato leggendo sull’enciclopedia che erano senza apparato respiratorio, circolatorio ed escretore, cioè non respiravano, non avevano sangue circolante e non espellevano cataboliti. L’unica cosa che facevano era mangiare e riprodursi. Almeno quello! Mio padre li conosceva e mi disse che li trovava nelle pozze d’acqua. Io li ho sempre trovati di colore nero, benché ce ne siano anche di gialli. Stiamo parlando dei Gordiacei, o Nematomorfi, animaletti simili a lunghi vermi sottili che vivono parte della vita nel corpo di alcuni invertebrati, cavallette, mantidi, coleotteri, e parte allo stato libero, fra le erbe delle zone umide. Anticamente si credeva che i crini dei cavalli, se cadevano in acqua, si trasformavano nei gordiacei, ma nel Medioevo le scienze naturali non erano al primo posto negli interessi della gente. E quindi lavoravano di fantasia. Il nome che gli è stato dato deriva da Gordio, una città dell’antica Frigia, ora in Turchia, dove si dice che Alessandro Magno tagliasse il famoso nodo con un colpo di spada, diventando così, secondo la leggenda, il padrone di tutta l’Asia. I naturalisti che si occupavano di classificazione erano persone colte e fornite di studi umanistici. Lo si vede nei nomi scelti per classificare gli animali. In questo momento, di gordiacei ce n’ho due nel mio rospario, insieme ad alcuni girini.



 

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