Ogni volta è una sorpresa! Potrei giurarci, ma quello è lo stesso ratto della volta precedente. Un maschio. La faina, invece, non si è degnata di tornare: se l’esca non pesa almeno un chilo, non vale la pena entrare in azione. Una capinera pesa, infatti, due o tre grammi, e forse la faina non si è neppure accorta di lei. L’odore della putrefazione non è giunto alle sue nari. A quelle del ratto, sì, ma i ratti sono portenti della Natura. Gli scoiattoli, loro parenti, sono semplicemente curiosi e mai si sognerebbero di sgranocchiare un ossicino o un pezzetto di carne. La povera capinera femmina, che mi ha permesso di fare queste belle riprese, l’ho vista perché andavo in bicicletta sulla pista pedociclabile che congiunge Flambruzzo con Rivignano, altrimenti non l’avrei notata. La lepre e il gatto li avevo notati andando in macchina. La prima era in centro a Romans di Varmo, il secondo si trovava, come più volte rimarcato, ai bordi della S.S. 13 all’altezza di Campoformido e nessuno sarebbe andato a recuperarlo, poiché quando l’ho raccolto era già da almeno due giorni sul ciglio della strada, puzzava parecchio, e forse era gonfio perché aveva preso la pioggia. Capisco che per le gattare sia una mancanza di tatto, ma per la stessa ragione gli ornitofili dovrebbero sentirsi offesi, perché la capinera, invece di seppellirla, l’ho usata come esca. Io non credo di aver fatto del male a nessuno, non fino al punto di meritarmi degli insulti.
La mia visione della vita, comprende anche la morte e, se fossi un animale investito, preferirei marcire in mezzo a un bosco, fra gli alberi, piuttosto che sulle strade e fra le case. Comunque, finiamo qui questa polemica, ché è durata anche troppo.
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