Fonte:
La Stampa
È
una bufala volante, che percorre i nostri cieli da più di quindici anni. Una
bufala minacciosa, che parla di sostanze chimiche rilasciate tra le nuvole da
misteriosi aeroplani scuri, per avvelenare l’aria e provocare, addirittura,
genocidi. Eppure è una bufala di cui sappiamo tutto, vita, morte e miracoli: da
quando fu lanciata su internet da una maldestra banda del buco, a tutte le
volte che è stata smentita al di là di ogni dubbio sensato. È la storia delle
cosiddette scie chimiche, rilanciata su internet con la caparbia
irragionevolezza dei complottisti e la complicità (ingenua?) dei politici di
mezzo mondo. Oggi continua a spaventare, probabilmente ad arricchire qualcuno,
e sicuramente a far sghignazzare molti altri. Ma, come tutte le bufale che si
rispettino, ha una storia lunga e istruttiva.
Il padre delle scie chimiche si chiamava Richard Finke: non era uno scienziato, né un esperto di aeronautica, non aveva nessuna competenza in ambito di spionaggio. Però si mise in società con un certo Larry Wayne Harris che aveva aperto un’ambiziosa ditta di consulenza contro gli attacchi terroristici (la LWH Consulting). Era il 1997: i due, per farsi pubblicità, cominciarono a spammare email in cui annunciavano l’imminenza di un attacco. Ma le cose andarono male, il batterio della peste bubbonica non si fece vedere, e i due non si procurarono clienti. Fu così che Finke passò al contrattacco e scrisse a una mailing list sul bioterrorismo la seguente mail (questa è la versione riportata dal giornalista cacciabufale, o debunker, Jay Reynolds): “Il direttore di Aqua-tech Environmental… rivela oggi di aver trovato 1,2-dibromoetano (una sostanza molto tossica e cancerogena, ndr) in campioni di acqua… raccolti da contadini di Maryland e Pennsylvania. … La sostanza sembra essere mescolata al carburante degli aerei e dispersa costantemente nei nostri cieli. Le linee che riempiono i nostri cieli non sono scie di condensazione: vengono disperse e possono durare ore, rilasciando lentamente il flagello”. Il titolo, in perfetto stile complottardo, era scritto in maiuscolo, cominciava con Genocide on a wholesale (genocidio all’ingrosso) e conteneva la bellezza di cinque punti esclamativi su quindici parole.
La
bufala cominciò così a volare. Finché nel 1999 non trovò una legittimazione
mediatica in un programma radiofonico dedicato a complotti e ufologia, Coast to
Coast AM di Art Bell, grazie a William Thomas, un giornalista americano che
tuttora ha un sito internet sulle chemtrails (cioè le scie avvelenate) e tuttora scrive libri sul
tema. La sua homepage lancia oggi
skyder alert: il primo social
network per appassionati di scie
chimiche che può essere scaricato sugli smartphone e permette di inviare foto del cielo solcato da
strisce bianche direttamente ai propri politici di riferimento.
Sì,
perché le principali prove dell’esistenza del fenomeno sono, al momento,
fotografie del cielo. Cieli azzurri o grigi, di campagna o di città, su cui si
vedono coppie di strisce bianche che si allargano poi si dissolvono in fiocchi
o in strie, che si intrecciano e si confondono fra loro. Solo con una rapida
ricerca su internet se ne trovano a centinaia, forse migliaia, sono state
scattate in tutto il mondo dai fautori della cospirazione aerea internazionale.
Ci sono poi le fotografie dei velivoli che le rilascerebbero e, in Italia, dei
cosiddetti elicotteri neri: secondo gli esperti di fotografia, sono solo foto
controluce di normali elicotteri. Ma per i seguaci del complotto sarebbero
strumenti del grande progetto di diffusione delle scie chimiche, che di volta
in volta controllerebbero il territorio o disperderebbero le sostanze tossiche.
Del
resto, si scopre che esisterebbero anche aerei bianchi, deputati a spruzzare
sostanze tossiche ad alta quota. Per gli esperti di aeronautica, bella
scoperta: quasi tutte le livree degli aerei sono bianche, soprattutto sulla
pancia, e tutte, viste dal basso, soprattutto in condizioni di aria umida, ai
nostri occhi appaiono più chiare di quanto non siano e perdono i dettagli.
Infatti, guarda caso, aerei bianchi ed elicotteri neri non avrebbero
finestrini. Volendo esagerare, tra le varianti più bizzarre della teoria si
deve anche segnalare la presenza di aerei invisibili, dei quali ovviamente non
esistono foto, e talvolta addirittura di scie chimiche invisibili.
Nella
loro versione tradizionale, però, le scie chimiche vere e proprie sarebbero
bianche e si riconoscerebbero dalle normali scie di condensazione degli aerei
perché più spesse, più durature e genericamente insolite e sospette. Sarebbero
anche recenti, cose degli ultimi vent’anni, a dispetto di documenti fotografici
risalenti alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale che
mostrano il cielo striato dalle tracce dei bombardieri.
Oltre a Jay Reynolds, anche i debunker nostrani del Cicap, come Simone Angioni, chimico dell’università di Pavia, si sono messi a dare spiegazioni. In sostanza la sintesi è questa: “l’atmosfera è un fluido non omogeneo, in continuo mescolamento, e le condizioni di temperatura, umidità e pressione variano anche nel giro di poche decine di metri, come variano i forti venti di quelle altitudini”. Per cui il gas di scarico degli aerei forma scie di condensazione che non hanno sempre lo stesso aspetto e la stessa durata. “In generale, perché si formino ci vogliono temperature basse, quindi l’aereo deve trovarsi ad alta quota”. Ma quanto alta? “Dipende”. E, comunque, è impossibile misurare l’altezza di un aereo a occhio, o con strumenti grossolani, qui da terra.
Poi
c’è la questione del contenuto delle scie chimiche: di che cosa sarebbero
fatte? Di un sacco di cose. “Dal bario ai virus, da nanoparticelle a strani
vaccini, da pesticidi tossici a misteriosi protozoi, fino a Ogm alieni”, spiega
Angioni. Alcuni siti portano a sostegno della teoria analisi chimiche condotte
su campioni di terra, di acqua, di materiali biologici, raccolti sotto la scia,
in verticale, come se le polveri cadessero per terra, da dieci chilometri di
altezza, giù a piombo. Molte di queste analisi riferiscono di concentrazioni di
elementi chimici come il silicio, il bario e l’alluminio in linea con la
normale presenza di questi elementi nel suolo terrestre. Per qualcuno, di
recente, c’è anche il sospetto di un complotto internazionale per indurre modifiche
climatiche con microparticelle metalliche o cose simili, che nasce dalla
confusione con esperimenti veri, e pubblici, di modifica di microcondizioni
climatiche. Ma in sostanza, niente di dimostrato e niente, alla fine, di
veramente spaventoso. Solo una bufala che vola.
Eppure,
si contano innumerevoli interrogazioni parlamentari che l’hanno sollevata,
anche in Italia (l’ultima nel dicembre 2012 e la penultima nel 2011, presentata
dall’onorevole Domenico Scilipoti), e poi trasmissioni televisive come Voyager
e radio generalmente dedicate ad altri tipi di temi che non la scienza, come
Radio Deejay. “Non è un vero business – precisa Angioni – piuttosto serve ad
avere l’attenzione dei media e del pubblico, fino alla prima serata in tv”.
Altrettanti
sono stati i relativi chiarimenti emessi dagli organi tecnici e scientifici,
nell’inane sforzo di far fuori la bufala. Ci si è messo anche il debunker Paolo Attivissimo, che sul suo sito pone un
legittimo dubbio: chi sarebbe tanto fesso da distribuire agenti tossici in
aria, attraverso scie bianche in campo azzurro (quando di notte le stesse
sarebbero invisibili) pur sapendo che, oltre alle sue vittime, anche lui stesso
li respirerebbe?
Nonostante
tutto, la bufala delle scie chimiche continua a viaggiare indisturbata. Perché?
Secondo Angioni, per una ragione molto umana: “la convinzione di essere i
salvatori del mondo è appagante, soprattutto se si può diventare eroi restando
comodamente seduti alla propria scrivania. Mentre rivedere le proprie convinzioni
significa tornare alla dura realtà. Così molti preferiscono rimanere nel mondo
delle cospirazioni globali”. Quello in cui le bufale volano, per esempio.
Sulla stampa di regime non si può trovare altro che articoli del genere...
RispondiEliminaLa Silvia Bencivelli che ha scritto l'articolo probabilmente (visto il suo curriculum) tra uno studio televisivo e l'altro e tra una redazione e l'altra e realizzazione di documentari, non avrà forse neppure il tempo di osservare il cielo, poveretta.... è costretta a fare i suoi articoli basandosi su ricerche in Internet...
Se non scrive così, la licenziano.
EliminaNonostante la Bencivelli sia arrivata all'incirca a metà strada sul sentiero delle opportunità e, nonostante si sia fatta ritrarre assieme alla fu vegliarda Montalcini, da se stessa non ha ancora concluso alcunché di utile per se e per il suo prossimo. Non basta la laurea per credersi intelligenti ed arrivati. Con tutte le castronerie e le indecenti bugie da lei profferite va a tutto discapito per la costruzione del suo vettore blù animico. "Esso" incerto e pauroso ha fatto capolino nel suo indisciplinato contenitore, accortosi della sua presunzione ed indifferenza ha preferito ritirarsi mestamente ed aspettare momenti propizi. Chissà... Silvia, Silvia, sei messa male ragazza!
RispondiEliminaCollabora con "Presa diretta" e ha solo 36 anni! :-0
Eliminai veri idioti sono quelli che hanno bisogno di leggere la stampa per essere rassicurati anziché guardare li cielo.
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