Fonte:
Il mondo degli animali
Il
macellaio si è esibito in una dimostrazione pratica alquanto barbara di come si
estraggono le interiora di un maiale facendone posizionare uno precedentemente
ucciso, agganciato per una zampa.
“Questa
é la pancia del mondo, tutto parte da qui – dice – e la mia famiglia da 100
anni, io da 40, portiamo avanti un’attività così importante per la società che
anticamente era appannaggio dei sacerdoti”, esordisce davanti ai presenti che lo
applaudono e fotografano il cadavere dell’animale.
“Il
macellaio riporta il mondo al cibo primitivo – afferma – e in un mondo in cui
ci sono sempre più supermarket, dove l’animale non esiste ma è solo un paio di
fettine incelofanate in una vaschetta, io rivendico con orgoglio il mio ruolo”,
aggiunge mentre apre l’addome dell’animale.
“Ho
imparato l’odore della macellazione e della morte. L’odore delle budella è il
primo sentore che il macellaio incontra, l’odore del passaggio dalla vita alla
morte. Conoscerlo fa bene al rispetto per il cibo, che era vivo e abbiamo
sacrificato”.
“È
un lavoro duro, ma necessario e se cominci lo devi finire. Questo lo vedevo già
a 16 anni e lo vedo ancora adesso in Toscana, dove continuo la mia tradizione
di macellaio che credo sia un lavoro necessario. I macellai sono una razza in
via di estinzione ma credo che siano l’anello più importante della catena del
cibo, quello della conoscenza e della coscienza. Della responsabilità di non
uccidere inutilmente, della conoscenza di usare tutto, dal naso alla coda. Col
nostro lavoro creiamo un alfabeto delle cose semplici. Con cui i cuochi possono
scrivere le parole e tutto può diventare poesia nel cerchio artigiano/cuoco
vita/morte passaggio/pancia. Non voglio che il mio lavoro finisca, i macellai
sono la mia gente, una bella razza. Conoscono la vita e la morte, gli animali e
ne hanno rispetto”.
È
commosso l’assassino/macellaio quando dice che il suo mestiere può diventare
poesia se lo si ama.
In
poche parole Dario Cecchini, davanti ad una platea di STOLTI RETROGRADI, ha
avuto la faccia di cazzo (scusate il termine, non ne trovo di migliori) di dire
che I MACELLAI SONO UNA BELLA RAZZA, E CHE HANNO RISPETTO DEGLI ANIMALI.
Ma
cosa ne può sapere un rozzo uomo col camice macchiato di sangue di cosa
significhi la parola RISPETTO?
Allevare
un animale facendolo nascere lontano dal proprio habitat, privarlo della libertà,
costringerlo a vivere in un capanno, farlo riprodurre, alimentarlo con farine
animali, negargli l’amore dei figli e infine UCCIDERLO SENZA PIETA’ non vuol
dire averne rispetto!
Dire
che un macellaio ha rispetto degli animali è come dire che l’Inquisizione
aveva rispetto delle “streghe”, o gli orchi dei bambini che violentano.
Ci
viva lui nello sterco e si faccia sacrificare insieme a tutta la sua “bella
razza in estinzione”.
Gli
animali non vogliono morire. Vogliono vivere.
Vogliono
avere il diritto di esistere come tutti noi umani.
Anche
se non possiamo comunicare direttamente con loro, possiamo sentire le loro
grida di dolore. Le loro urla di sofferenza.
Ed
è una VERGOGNA che persone che UCCIDONO GLI ANIMALI vengano acclamate.
Chi
commette assassinio deve essere punito.
Dovrebbe
nascondersi e non mostrarsi in pubblico.
Questo
è l’esempio di che tipo di società ci ospita: le persone malvagie vengono
acclamate, mentre i buoni vengono perseguitati.
Il
massacro passa per impresa eroica, invece di essere mal giudicato.
E
questo lo evidenzia anche un altro evento strettamente legato al
macellaio-affettacadaveri di Firenze.
Hanno
chiamato l’iniziativa “Butchers for Children”, ovvero “Macellai per i Bambini”,
dove hanno raccolto 25 mila euro da destinare all’ospedale di Carpi.
Ovvio che
si farebbe di tutto per trovare qualcosa di positivo nell’usanza di uccidere
animali.
Così i dissanguatori di maiali sono stati acclamati per aver reso
possibile la raccolta fondi, che servirà a curare bambini, permettergli una
sana alimentazione a base di grassi saturi di origine animale che li spingerà
da adulti ad esser affetti da patologie dalle quali si cureranno con farmaci
testati su animali.
Un tornaconto economico non indifferente.
Chissà se i
Macellai che hanno fatto quest’opera misericordiosa hanno pensato che per ogni
kg di carne venduto hanno privato le popolazioni disagiate e sottosviluppate di
ben 15 kg di cereali e 1500 litri d'acqua potabile.
Chissà quanti bambini, figli
di persone magari meno importanti o fortunate di quelli che vivono in Italia e
possono curarsi all’Ospedale di Carpi, sono rimasti con la pancia vuota e con i
crampi dovuti alla fame che non possono placare.
Chissà quanti sono morti
lontano dallo sguardo superficiale di queste persone che pensano solo alla
propria, di pancia ( e che pancia!).
Il numero di vittime umane e quelle
animali è pressappoco impressionante.
Si parla di un miliardo di umani che
muoiono di fame grazie al consumo immoderato dei paesi “ricchi”, e miliardi di
vittime animali che finiscono nei piatti del 20% della popolazione mondiale che
consuma l’80% delle risorse del Pianeta.
Se
i macellai sono in via d’estinzione, ben venga.
Siamo nel 2013, non più nel
Medioevo dove la ragione era offuscata dall’ignoranza.
Abbiamo la possibilità
di vivere senza uccidere. E dico VIVERE, non sopravvivere.
Milioni di italiani
sono la prova vivente che si può esistere al mondo senza privare gli altri
della loro esistenza.
Io personalmente domani compirò 11 anni senza aver
mangiato più animali.
Tutta
la disinformazione che sentite in giro è solo un vano tentativo di allontanarvi
dalla verità.
E la verità è che LA VITA E’ SACRA.
Vi
piacerebbe nascere per poi vedervi strappar via la vita ingiustamente?
Pensate
a quando perdete un familiare caro. Focalizzatevi sul dolore e sulla vostra
disperazione. E’ bello?
No.
Dunque, non siate la mano assassina che fa tagliare
la gola agli animali.
Cercate di vivere nel totale rispetto di tutte le forme
di vita esistenti.
Createvi un equilibrio tutt’intorno e inizierete un
percorso, una filosofia che vi guiderà lungo il geocentrismo e lontano dall’egocentrismo.
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