“I ricchi si abbracciano e i poveri si ammazzano”, dice un vecchio
proverbio. Poiché è nella natura animale, e quindi anche umana, cercare il
massimo benessere possibile, fin dall’inizio della storia dell’uomo ci sono
stati quelli che hanno mirato a raggiungere il benessere per sé o per il
proprio clan, sfruttando, nel primo caso, tutti gli altri e, nel secondo, le
tribù diverse da quella di appartenenza. La mentalità tribale non ci ha mai
abbandonato, nel corso degli ultimi cinque milioni d’anni, e gli effetti, a ben
guardare, li possiamo vedere quotidianamente. Basta andare a una partita di
calcio.
Ma anche in altre situazioni più sfumate. Un esempio: la recente presa
di posizione degli studenti di farmacologia di Milano, dopo la
liberazione di un certo numero di conigli e topi dalla loro facoltà. Si sono
presentati in piazza con il camice bianco, essendo quella la loro divisa che li
contrapponeva, almeno in quelle poche sortite pubbliche, alla tribù degli
animalisti.
I quali, solo in casi eccezionali indossano divise, potendosi dire che,
oltre ai numerosi cani al seguito che li contraddistinguono (c’è mancato poco
che anch’io mi portassi dietro, a Trieste, la mia Pupetta), sono i cartelli
appesi al collo, la loro divisa, insieme agli striscioni.
Dunque, tornando al discorso dell’acquisizione di ricchezze, c’è stato
chi, nella Storia, ha approfittato degli altri per diventare ricco. Non lo
hanno fatto solo monarchi, aristocratici, papi e imperatori, ma, a partire dalla
rivoluzione industriale, anche piccoli, medi o grandi borghesi, che non si sono
fatti scrupolo di schiavizzare un certo numero di disgraziati esseri umani,
alla faccia del cristianesimo e degli ipocriti che lo divulgavano, per altro
diventati i più ricchi della Terra.
Negli stati del sud degli Stati Uniti, si possono vedere ancora molte
sfarzose residenze appartenute a gente immorale e spietata che opprimeva un
gran numero di africani importati dalla madre patria, esercitando un potere
schiavista su di essi e arrivando a tagliare un piede in caso di fuga. In caso
di recidiva, veniva tagliato anche l’altro.
Il tutto, in piena legalità.
A proposito della quale ci sarebbe da fare un lungo discorso,
sintetizzato nella frase secondo cui l’autorità costituita, con le buone o con
le cattive, col bastone o con la carota, è sempre riuscita a spillare denaro
agli schiavi, chiamati di volta in volta sudditi o cittadini, a seconda
dell’inganno adoperato: monarchia o repubblica. Cambiando l’ordine dei fattori,
il risultato non cambia. Noi non dobbiamo romperci la schiena nei campi di
cotone della Luisiana, ma siamo costretti ad ammalarci di veleni e stress nel
chiuso di fabbriche maleodoranti o a morire di noia in uffici illuminati al
neon.
E siamo così attaccati alle nostre catene che leviamo alti lai se la
fabbrica chiude o se in ufficio si operano tagli al personale. Il massimo del
condizionamento mentale!
Ovviamente, per arrivare al punto di rendere attraente la galera
lavorativa, galera che in senso letterale era una nave nella stiva della quale
i rematori erano incatenati alla postazione, gli sfruttatori devono usare
l’arte dell’inganno, cominciando ad ingannare se stessi, i lavoratori loro
sottoposti e l’opinione pubblica pettegola e impicciona, conosciuta anche con
il termine di sindacalisti.
Tutta questa lunga premessa per dire che la ricerca su modello animale segue le stesse antiche regole: 1) sfruttamento di forza lavoro, 2) ricavo di denaro contante e 3) inganno degli astanti.
(1) Nel nostro caso, non abbiamo africani sprovveduti reperiti in
Camerun o in Liberia, ma animali a sangue caldo chiamati tradizionalmente cavie
da laboratorio. E’ pur sempre la materia prima su cui i ricercatori lavorano.
Se gli si desse qualcosa di diverso, lo rifiuterebbero, a differenza dei
latifondisti della Luisiana a cui, se qualcuno avesse dato macchine agricole,
le avrebbero accettate.
(2) Il ricavo del denaro contante, nel caso dei ricercatori sedicenti
scientifici, non viene dalla vendita delle balle di cotone, ma da quella di
pillole miracolose vendute secondo i principi della ciarlataneria
internazionale, codificati in secoli di pratica. Si tratta di ricavi
miliardari, poiché ottenuti sotto la pressione dell’antico impulso
all’autoconservazione di cui parlavo prima: la ricerca del benessere e
dell’allontanamento della morte. Siccome a vivere bene e a lungo ci tengono
tutti, possiamo applicare “il principio del cappellaio”: finché la gente
nascerà con la testa, avrà bisogno di me, diceva il fabbricante di cappelli.
Finché la gente nascerà, vorrà tenere lontane le malattie e avrà bisogno dello
sciamano in camice bianco che gliele fornisca, pensa l’astuto ciarlatano
plurilaureato.
(3) Se il proprietario terriero ottocentesco non aveva bisogno di
ingannare nessuno perché nessuno, a parte forse Abramo Lincoln, gli rinfacciava
alcunché, aveva però una base concettuale etica che gli consentiva agevolmente
di sfruttare lavoratori di colore. Il vivisettore moderno, oltre alla base
etica tutta sua particolare, per altro non dissimile da quella del mangiatore
di bistecche, deve presentarsi al pubblico con una facciata candida e
immacolata, perché una parte del medesimo ha obiezioni sull’uso e l’abuso di
animali sensibili. Non che questa minoranza abbia qualche peso contrattuale, ma
non si sa mai come la maggioranza – banderuola volubile – possa reagire se
venisse a sapere cosa succede nel chiuso dei laboratori. E’ sull’ipnotizzata
maggioranza che la casta vivisettoria fa affidamento ed ecco che viene all’uopo
diffusa l’idea che il sacrificio degli animali serve alla vita e al benessere
degli uomini.
Milioni di allocchi ci cascano. E il carrozzone può andare
avanti, con ruote ben oliate di denaro pubblico, contando in tale concetto
anche il denaro che utenti spaventati dalle malattie depositano nelle banche
distributrici di veleni, chiamate farmacie.
La reazione a tutto questo triplice lavorio malvagio (sfruttamento,
rendita, inganno) è affidata a una minoranza di idealisti utopisti che, prima
di internet, si documentavano sul cartaceo e, dopo internet, hanno cominciato a
documentarsi sul siliceo. Il risultato è che sono molti di più coloro che
rifiutano l’inganno dei vivisettori, biasimano il ricavo disonesto da essi
ottenuto e condannano lo sfruttamento di creature innocenti nelle stanze degli
orrori.
Fanno tutto ciò senza che il tetragono Leviatano nemmeno si accorga di
loro, tranne quando entrano nelle stanze della tortura uscendone con piccoli
prigionieri. Allora, si verifica la contro-reazione degli apprendisti stregoni.
In altre situazioni di vita quotidiana non è solo l’Apparato satanico
direttamente responsabile a non accorgersi delle nostre proteste, ma nemmeno
l’assonnata opinione pubblica, a passeggio nei pigri pomeriggi dello shopping, che, se non le si sbatte sul muso qualcosa di
traumatico, non batte ciglio.
Lo si è visto sabato a Trieste, a Padova e forse anche a Milano, a meno
che in quest’ultima città non si siano presentati gli Apprendisti. A Trieste
c’ero. A Padova c’era il mio amico Franco Galliano, di cui vediamo qui a sinistra una sua foto. Di Milano non so niente, né so se la
protesta contro la vivisezione sia stata fatta anche in altre città italiane.
Questo è un tema di una certa delicatezza e ciò che sto affermando
potrebbe offendere la suscettibilità di alcuni attivisti, perché
significherebbe mettere il dito su un’annosa piaga. Scoprire che tutti i nostri
sforzi, il nostro denaro, i nostri entusiasmi non servono a una beneamata
minchia genera frustrazione da aggiungere a quella dell’impotenza di fronte al
trionfo del male su questa Terra. Scivoliamo in ambito metafisico e non è una
bella scivolata.
Tuttavia, siccome noi siamo contro l’inganno della vivisezione,
dovremmo essere anche contro l’autoinganno e accettare - o almeno cercare di
conviverci - l’idea che i nostri cartelli, i nostri striscioni e i nostri
interventi pubblici nelle piazze, a BigPharma non fanno un baffo. E se la ride,
con l’appoggio della mansuefatta opinione pubblica. Lo scoglio insuperabile:
tra tuo figlio e un topo chi sceglieresti?
Vigliacchi – e perfidi – coloro che hanno inventato, divulgato e reso
popolare un simile truffaldino ricatto.
Ad ogni modo, poiché fare i profeti è sempre qualcosa di azzardato e
fare i profeti di sventura è anche piuttosto scomodo e pericoloso, io qui mi
limiterò a dire che l’instancabile Anna Stancanelli, qui a sinistra, ha fatto la parte
del leone, sabato scorso in piazza della Borsa a Trieste. C’è stato anche
l’intervento di Andrea Zanoni, intervistato, in quanto V.I.P., dalla
televisione. Il pubblico, tra veterani e novizi, non superava le quaranta
unità.
A Padova non c’ero, non avendo il dono dell’ubiquità, ma, a giudicare
dalle foto di Franco, (ne vediamo un'altra qui sotto), i numeri
corrispondevano a quelli di Trieste.
Cani al guinzaglio sempre, caratteristica peculiare degli assembramenti
animalisti. A volte, Angelica Pileo porta i suoi maialini.
Insomma, se può dare una certa ebbrezza sapere cose che il resto della gente non sa, non sarà purtroppo con i nostri sforzi che le cavie smetteranno di essere torturate nei laboratori. Lo ha detto anche Andrea Zanoni, dall’alto del suo osservatorio di eurodeputato, che la situazione legislativa non solo non sta migliorando, ma semmai peggiorando. Le industrie del farmaco non ci pensano proprio a cessare l’attività di lucro basata sulla sofferenza animale e insistono a dire che non se ne può fare senza. La gente gli crede, come crede che la carne sia indispensabile per stare in salute, come da secoli crede alle panzane della Chiesa. L’inganno è globale, come recita il titolo di uno dei film di Massimo Mazzucco.
Insomma, se può dare una certa ebbrezza sapere cose che il resto della gente non sa, non sarà purtroppo con i nostri sforzi che le cavie smetteranno di essere torturate nei laboratori. Lo ha detto anche Andrea Zanoni, dall’alto del suo osservatorio di eurodeputato, che la situazione legislativa non solo non sta migliorando, ma semmai peggiorando. Le industrie del farmaco non ci pensano proprio a cessare l’attività di lucro basata sulla sofferenza animale e insistono a dire che non se ne può fare senza. La gente gli crede, come crede che la carne sia indispensabile per stare in salute, come da secoli crede alle panzane della Chiesa. L’inganno è globale, come recita il titolo di uno dei film di Massimo Mazzucco.
Che si può fare? Storicamente parlando, come c’è voluta la guerra di
Secessione americana per “liberare” gli schiavi delle piantagioni, così ci
vorrebbe una guerra letterale con tanto di barricate, di sparatorie e
d’impiccagione, ai lampioni delle città, di Garattini e degli apprendisti
stregoni che lo fiancheggiano.
Abbiamo un esercito di Liberazione Animale? C’è un centro di
reclutamento aperto? La risposta è no ad entrambe le domande. Indi per cui, la
Storia è più forte di noi. Il Male non ha mai smesso di esercitare il suo
dominio sul mondo. Ritiriamoci in un angolo a maledire il buio, accendendo un
fiammifero ogni tanto. Mastichiamo la nostra dose quotidiana di veleno e
lasciamo che l’umanità si estingua più in fretta possibile, ultima spes. Forse non manca molto.
Al limite, i più coraggiosi possono venire con me a liberare qualche
animaletto ogni tanto, ma in tutta sincerità, di attivisti così coraggiosi,
finora ne ho incontrati pochini.
E allora, che facciamo?
Condivido quanto scrive Freeanimals. O, meglio, lo condividevo in modo totale fino a ieri. Noi animalisti siamo una categoria disgraziata di persone che trascurano assolutamente tutto per le loro idee. Per noi non esistono: lavoro, interessi economici, relazioni personali. Il vero animalista cambia persino i propri gusti a tavola. Vi piace la Pizza Margherita, quella con la mozzarella filante? La lasciate perdere...perché ogni volta che la mangiate vi viene in mente quello che debbono sopportare mucche e vitellini per permettervi di mangiarla! E siete contenti così...siete contenti di questo vostro piccolo sacrificio. Per le vostre idee dovete persino guardarvi ...le spalle da finti animalisti e autentici infami che ci circondano numerosi. Tutta gente che se non fosse per le vostre idee manterreste sempre e rigorosamente alla larga alle primissime avvisaglie. Dicevo che fino a ieri ero ormai rassegnato a questo triste destino; al triste destino che perseguita e incombe, come una spada di Damocle, su tutte le animaliste e gli animalisti seri.
RispondiEliminaMa ieri è accaduto qualcosa che per me ha del miracoloso: molte persone, molti giovani sono scesi con noi, poveri disperati, in piazza. Tutte persone con le nostre idee...tutte persone che hanno collaborato con noi...Abituati da sempre ad essere soli contro tanti...ebbene siamo rimasti stupiti ...increduli...Ma sarà vero? Io temo di risvegliarmi da un momento all'altro da un bel sogno!!!
Mi fa piacere che a Padova ci siano stati riscontri fra la popolazione (a Trieste la gente ha continuato a fare la passeggiata del sabato pomeriggio), ma ho la sensazione che l'esempio della pizza margherita, da te fatto, non sia stato casuale.
Elimina:-)