Fonte:
Paolo D’Arpini
Testo
di Thierry Meyssan
Sono
le ricerche israeliane sulle armi chimiche e biologiche ad aver spinto
storicamente la Siria a respingere la Convenzione che mette al bando le armi
chimiche. Questo è il motivo per cui la firma di Damasco su tale documento
rischia di evidenziare l'esistenza, ed eventualmente il proseguimento, della
ricerca sulle armi destinate ad uccidere le sole popolazioni arabe.
I
media occidentali sembrano stupiti dell'improvviso giravolta degli Stati Uniti
di fronte alla Siria. Poiché hanno annunciato tutti, due settimane fa, una
campagna di bombardamenti e la caduta inevitabile del «regime», restano senza
parole davanti alla ritirata di Barack Obama. Eppure era probabile che
l'impegno di Washington in Siria non abbia più un movente strategico importante.
La sua politica attuale è guidata principalmente dal desiderio di preservare il
suo status di unica superpotenza.
Prendendo in parola quel che in origine era solo una battuta di John Kerry, e nel proporre l'adesione della Siria alla Convenzione sulla proibizione delle armi chimiche, Mosca ha dato soddisfazione alla retorica di Washington senza che questa dovesse fare ancora un'altra guerra, in tempi di crisi economica. Gli Stati Uniti mantengono il loro status, in teoria , anche se chiunque vede bene che è ormai la Russia a condurre il gioco.
Le
armi chimiche hanno due usi: sia quello militare sia quello volto a sterminare
una popolazione.
Esse
sono state utilizzate durante le guerre di trincea, dalla Prima Guerra Mondiale
all'aggressione irachena contro l'Iran, ma non servono a nulla nelle guerre
moderne, il cui fronte si sposta in continuazione. È pertanto con sollievo che
189 Stati hanno firmato la Convenzione che le vieta, nel 1993: hanno potuto
così sbarazzarsi di stock pericolosi e inutili, la cui custodia risultava per
loro onerosa.
Un
secondo uso è lo sterminio delle popolazioni civili prima della colonizzazione
del loro territorio. Così nel 1935-36, l'Italia fascista conquistò gran parte
dell'Eritrea eliminando la sua popolazione con il gas mostarda. In questa
prospettiva coloniale, dal 1985 al 1994, Israele finanziò segretamente le
ricerche del dottor Wouter Basson presso il laboratorio Roodeplaat (Sud
Africa). Il suo alleato, il regime dell'apartheid, cercava di mettere a punto
delle sostanze, chimiche e soprattutto biologiche, che avrebbero ucciso solo
gli individui secondo le loro "caratteristiche razziali" (sic), che
si trattasse dei palestinesi in particolare e degli arabi in generale, o
persone dalla pelle nera. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione non
è stata in grado di determinare i risultati ottenuti da questo programma, né
quel che sia diventato. Tuttalpiù ha dimostrato il coinvolgimento in questo
enorme progetto segreto degli Stati Uniti e della Svizzera. È stato accertato
che diverse migliaia di persone sono morte come cavie del dottor Basson.
Se si capiscono le ragioni per le quali né la Siria né l'Egitto hanno firmato, nel 1993, la Convenzione, l'opportunità offerta da Mosca a Damasco per unirsi ad essa oggi è un affare: non solo mette fine alla crisi con gli Stati Uniti e la Francia, ma le permette anche di liberarsi di scorte inutili diventate sempre più difficili da difendere. Per tutti gli scopi pratici, il presidente al-Assad ha specificato che la Siria agirebbe su richiesta della Russia, e non sotto costrizione degli Stati Uniti, un modo elegante per sottolineare la responsabilità di Mosca di proteggere in futuro il paese da un eventuale attacco chimico israeliano.
In
effetti, l'insediamento ebraico di Palestina non ha ancora ratificato la
Convenzione. Questo potrebbe diventare rapidamente un peso politico a carico di
Tel Aviv. Questo è il motivo per cui John Kerry vi si reca per discuterne
con Benjamin Netanyahu. Se il primo ministro dell'ultimo Stato coloniale è
accorto, dovrebbe cogliere la palla al balzo per annunciare che il suo paese
riconsidererà la questione. A meno, naturalmente, che Wouter Basson non abbia
trovato gas etnicamente selettivi e che i falchi israeliani ancora considerino
di farne uso....
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