Fonte:
Bergamo News
Con
questi propositi i volontari e gli attivisti di Africall Onlus – l’associazione
di Gorlago che affianca l’opera dei missionari bergamaschi in Malawi nel
promuovere e realizzare interventi in campo educativo, sanitario e sociale –
presentano la «Sagra del porco», una kermesse gastronomica dove a farla da
padrone sarà, manco a dirlo, il maiale. Da mercoledì 28 agosto a domenica 1°
settembre, presso l’ex colonia elioterapica di Gorlago, sarà possibile degustare specialità di carne suina, cucinate sulla brace.
Grande
protagonista la porchetta, preparata allo spiedo – secondo la tradizionale
ricetta – in un apposito forno a legna, e servita con fumante polenta
bergamasca e una fetta di Branzi Dop; ma non deluderanno le attese neanche la
«grigliata imperiale», piatto unico per veri buongustai, e lo stinco al forno,
trionfo di gusto e di sapore. La cucina propone inoltre un’accurata selezione
di primi piatti, preparati con cura dal nostro inimitabile chef. Il menù è
completato poi da piatti freddi (imperdibili i taglieri, con salumi nostrani e
formaggi per palati fini), contorni e dessert (impossibile resistere alle torte
della nostra pasticceria, o alla coloratissime macedonie di frutta fresca).
Non
mancano infine le pizze, cotte in forno a legna, e specialità di carne non
suina, per accontentare tutti i gusti.
CARNE
GENUINA A KM 0
Comune
denominatore di ogni piatto – e indiscutibile fattore di successo della festa,
da tutti ampiamente riconosciuto – è l’attenzione riposta nella ricerca e nella
selezione degli ingredienti migliori, prediligendo la garanzia dei più
prestigiosi marchi dell’agroalimentare italiano e la genuinità dei prodotti
freschi a «kilometri zero». Al riguardo, si segnala fra le novità dell’edizione
2013 la collaborazione con Coldiretti e la rete «Campagna amica», il marchio
che certifica l’eccellenza della filiera agricola italiana e di cui fa parte la
«Cascina Sant’Alessandro» di Michele Bagini, a Calcinate, fornitrice per la
«Sagra del porco» di carni e salumi di origine italiana garantita. Di più: «Si
può affermare con orgoglio addirittura la provenienza bergamasca, poiché i
maiali vengono allevati a Bolgare e macellati a Calcinate, per poi essere
cucinati e serviti a Gorlago», afferma il presidente di Africall, Giacomo
Grismondi.
«Tutta
la filiera si sviluppa quindi in un raggio di una decina di kilometri: questo è
il miglior esempio di «prodotti a km zero»; questa è la vera garanzia di
qualità che la «Sagra del porco» offre. E tutto ciò senza ripercussioni sui
prezzi di listino, che rimangono assolutamente popolari, invariati rispetto a
quelli della prima edizione del 2010, per dimostrare che ancora oggi si può
mangiare bene spendendo poco».
Ma
la scelta di affidarsi alla garanzia del «made in Italy» a km zero presuppone
anche la
condivisione di tutto un sistema di valori, che comprende anche la
tutela del territorio e l’ecosostenibilità. Per questo alla «Sagra del porco»
tutte le stoviglie utilizzate per servire alimenti e bevande (dai piatti ai
bicchieri, passando per le posate, le vaschette delle patatine, le tazzine e le
palette del caffè, le cannucce, le tovagliette e i tovaglioli) sono realizzate
con materiali completamente biodegradabili e compostabili, certificati e
conformi alla norma europea EN 13432.
Abolita
quindi la plastica, e spazio all’amido di mais, alla polpa di cellulosa e al
Mater-Bi. Così, mentre le stoviglie in plastica, una volta utilizzate, venivano
raccolte con la frazione secca, cioè l’indifferenziato che non viene riciclato,
le stoviglie bio verranno conferite nella frazione umida, e – dopo un periodo
di decomposizione della durata di tre mesi – verranno riassorbite in natura,
senza produrre scarti e rifiuti. «È una scelta in cui crediamo moltissimo,
nonostante porta con sé dei maggiori costi di cui dovremo farci carico». Così
ancora Giacomo Grismondi, che prosegue: «Vogliamo dare a tutti un segnale
importante: che si può fare una grande festa, senza rinunciare alla comodità e
all’igiene delle stoviglie monouso, e senza produrre quella quantità abnorme di
rifiuti non riciclabili che lasciano un pesante strascico di inquinamento, che
magari nessuno vede, ma che purtroppo esiste davvero».
TUTTE
LE SERE TOMBOLE CON MARTINO IL PORCELLINO E PEPPA PIG
Grandi
abbuffate assicurate, quindi, con la comodità del servizio al tavolo, curato
con cortesia e simpatia da un team di bellissime ragazze. Ogni sera poi, dopo
cena, gli amanti della tombola potranno sperare di vincere i ricchissimi premi
in palio (fra cui cene, weekend e cesti gastronomici confezionati con gli
stessi prodotti di qualità cucinati alla festa); per i più piccoli, invece, uno
spazio delimitato e protetto tutto per loro, dove poter disegnare, colorare e
giocare in compagnia delle bravissime animatrici, del simpaticissimo Martino il
Porcellino, la mascotte della festa, e di Peppa Pig, che da quest’anno farà
visita tutte le sere alla sagra. Verrà allestito anche una mostra di artigianato
africano, presso la quale sarà anche possibile raccogliere informazioni
sull’associazione e sui progetti in corso.
Cancelli
aperti dalle ore 19 alle ore 24; 800 posti a sedere (di cui 600 garantiti anche
in caso di maltempo, grazie alla nuova tettoia e alla tensostruttura); due bar;
oltre 80 volontari al lavoro tutte le sere: un grande impegno per un’ottima
riuscita della manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione.
I
PROVENTI PER I PROGETTI IN MALAWI DI AFRICALL ONLUS
I
proventi della sagra saranno come sempre interamente destinati al finanziamento
dei progetti di sviluppo in Malawi che Africall Onlus ha lanciato anche
quest’anno: il progetto «Saranno dottori» e il progetto «Caro maestro». Il
primo è un programma pluriennale che si propone di finanziare il percorso
universitario di giovani capaci e meritevoli che, anche se privi di mezzi,
siano motivati a proseguire gli studi in ambito medico o infermieristico. Una
volta ottenuto il titolo, questi presteranno servizio in uno degli ospedali
gestiti dalle suore Poverelle, almeno sino a quando non avranno interamente
restituito il contributo ricevuto.
Così
facendo, non solo si ha la certezza di avere un medico in più al servizio della
gente del Malawi, ma si permette al fondo di autoricostituirsi ogni volta,
creando nuove opportunità per altri giovani. «Lavorare per lo sviluppo del
sistema sanitario in Malawi – afferma proprio dal piccolo Stato africano Denis
Celotti, vicepresidente dell’associazione, in missione con altri 17 volontari
bergamaschi di Africall – non vuol dire soltanto costruire ospedali: questi,
poi, per funzionare hanno bisogno di medici e infermieri che vi operino. La
carenza di personale sanitario che da sempre persiste in Malawi (200 medici per
14 milioni di abitanti) ha una doppia causa: l’università ha costi proibitivi
per la stragrande maggioranza della popolazione, e chi ottiene il titolo di
studio molto spesso lascia il Paese per far carriera all’estero.
Con
questo progetto gettiamo un sasso nello stagno, iniziando a risolvere dal basso
una situazione che da troppo tempo costituisce una delle principali emergenze
di cui soffre il Paese».
IL
PROGETTO "CARO MAESTRO"
Il
secondo progetto – «Caro maestro» – è un programma pluriennale attraverso il
quale si punta a consolidare e potenziare il sistema scolastico nei villaggi rurali,
dove vive l’80% dell’intera popolazione malawiana. Il consolidamento si attua,
per esempio, dando una soluzione abitativa confortevole nei pressi delle scuole
ai docenti, per incentivarli ad accettare cattedre situate in località
disagiate: è quanto è stato fatto negli anni 2011 e 2012, con la costruzione di
due appartamenti per gli insegnanti in servizio presso la scuola di Mikoke,
frequentata da 1.300 ragazzi provenienti anche dai villaggi limitrofi, che
hanno ora la certezza di trovare chi impartisce loro la lezione quando arrivano
in aula.
Il
potenziamento si persegue invece attraverso il sostegno dato ai ragazzi che
intendono seguire percorsi formativi di indirizzo magistrale, applicando le
stesse condizioni adottate nel progetto «Saranno dottori».
Quest’anno
aderiscono al programma due ragazzi: uno frequenta il terzo anno del corso
universitario in Scienze educative; un altro comincia invece il percorso
biennale per diventare insegnante di scuola elementare.
Ma andate afffanculo, va! Viva il salame!!!
RispondiEliminaAhhhhhh, che buono questo salame cremasco di maiale da allevamento assolutamente NON cinese, e la differenza si sente a sapore!
RispondiEliminaNe volete anche voi un pò sul finocchio e la soia, nevvero?! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!