sabato 21 settembre 2013

Le suore poverelle mangiatrici di porchetta

 
Fonte: Bergamo News


Con questi propositi i volontari e gli attivisti di Africall Onlus – l’associazione di Gorlago che affianca l’opera dei missionari bergamaschi in Malawi nel promuovere e realizzare interventi in campo educativo, sanitario e sociale – presentano la «Sagra del porco», una kermesse gastronomica dove a farla da padrone sarà, manco a dirlo, il maiale. Da mercoledì 28 agosto a domenica 1° settembre, presso l’ex colonia elioterapica di Gorlago, sarà possibile degustare specialità di carne suina, cucinate sulla brace.
Grande protagonista la porchetta, preparata allo spiedo – secondo la tradizionale ricetta – in un apposito forno a legna, e servita con fumante polenta bergamasca e una fetta di Branzi Dop; ma non deluderanno le attese neanche la «grigliata imperiale», piatto unico per veri buongustai, e lo stinco al forno, trionfo di gusto e di sapore. La cucina propone inoltre un’accurata selezione di primi piatti, preparati con cura dal nostro inimitabile chef. Il menù è completato poi da piatti freddi (imperdibili i taglieri, con salumi nostrani e formaggi per palati fini), contorni e dessert (impossibile resistere alle torte della nostra pasticceria, o alla coloratissime macedonie di frutta fresca).

 
Non mancano infine le pizze, cotte in forno a legna, e specialità di carne non suina, per accontentare tutti i gusti.

CARNE GENUINA A KM 0

Comune denominatore di ogni piatto – e indiscutibile fattore di successo della festa, da tutti ampiamente riconosciuto – è l’attenzione riposta nella ricerca e nella selezione degli ingredienti migliori, prediligendo la garanzia dei più prestigiosi marchi dell’agroalimentare italiano e la genuinità dei prodotti freschi a «kilometri zero». Al riguardo, si segnala fra le novità dell’edizione 2013 la collaborazione con Coldiretti e la rete «Campagna amica», il marchio che certifica l’eccellenza della filiera agricola italiana e di cui fa parte la «Cascina Sant’Alessandro» di Michele Bagini, a Calcinate, fornitrice per la «Sagra del porco» di carni e salumi di origine italiana garantita. Di più: «Si può affermare con orgoglio addirittura la provenienza bergamasca, poiché i maiali vengono allevati a Bolgare e macellati a Calcinate, per poi essere cucinati e serviti a Gorlago», afferma il presidente di Africall, Giacomo Grismondi.

«Tutta la filiera si sviluppa quindi in un raggio di una decina di kilometri: questo è il miglior esempio di «prodotti a km zero»; questa è la vera garanzia di qualità che la «Sagra del porco» offre. E tutto ciò senza ripercussioni sui prezzi di listino, che rimangono assolutamente popolari, invariati rispetto a quelli della prima edizione del 2010, per dimostrare che ancora oggi si può mangiare bene spendendo poco».
                                                                                                                                                 Ma la scelta di affidarsi alla garanzia del «made in Italy» a km zero presuppone anche la
condivisione di tutto un sistema di valori, che comprende anche la tutela del territorio e l’ecosostenibilità. Per questo alla «Sagra del porco» tutte le stoviglie utilizzate per servire alimenti e bevande (dai piatti ai bicchieri, passando per le posate, le vaschette delle patatine, le tazzine e le palette del caffè, le cannucce, le tovagliette e i tovaglioli) sono realizzate con materiali completamente biodegradabili e compostabili, certificati e conformi alla norma europea EN 13432.

Abolita quindi la plastica, e spazio all’amido di mais, alla polpa di cellulosa e al Mater-Bi. Così, mentre le stoviglie in plastica, una volta utilizzate, venivano raccolte con la frazione secca, cioè l’indifferenziato che non viene riciclato, le stoviglie bio verranno conferite nella frazione umida, e – dopo un periodo di decomposizione della durata di tre mesi – verranno riassorbite in natura, senza produrre scarti e rifiuti. «È una scelta in cui crediamo moltissimo, nonostante porta con sé dei maggiori costi di cui dovremo farci carico». Così ancora Giacomo Grismondi, che prosegue: «Vogliamo dare a tutti un segnale importante: che si può fare una grande festa, senza rinunciare alla comodità e all’igiene delle stoviglie monouso, e senza produrre quella quantità abnorme di rifiuti non riciclabili che lasciano un pesante strascico di inquinamento, che magari nessuno vede, ma che purtroppo esiste davvero».

TUTTE LE SERE TOMBOLE CON MARTINO IL PORCELLINO E PEPPA PIG

Grandi abbuffate assicurate, quindi, con la comodità del servizio al tavolo, curato con cortesia e simpatia da un team di bellissime ragazze. Ogni sera poi, dopo cena, gli amanti della tombola potranno sperare di vincere i ricchissimi premi in palio (fra cui cene, weekend e cesti gastronomici confezionati con gli stessi prodotti di qualità cucinati alla festa); per i più piccoli, invece, uno spazio delimitato e protetto tutto per loro, dove poter disegnare, colorare e giocare in compagnia delle bravissime animatrici, del simpaticissimo Martino il Porcellino, la mascotte della festa, e di Peppa Pig, che da quest’anno farà visita tutte le sere alla sagra. Verrà allestito anche una mostra di artigianato africano, presso la quale sarà anche possibile raccogliere informazioni sull’associazione e sui progetti in corso.

Cancelli aperti dalle ore 19 alle ore 24; 800 posti a sedere (di cui 600 garantiti anche in caso di maltempo, grazie alla nuova tettoia e alla tensostruttura); due bar; oltre 80 volontari al lavoro tutte le sere: un grande impegno per un’ottima riuscita della manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione.


I PROVENTI PER I PROGETTI IN MALAWI DI AFRICALL ONLUS

I proventi della sagra saranno come sempre interamente destinati al finanziamento dei progetti di sviluppo in Malawi che Africall Onlus ha lanciato anche quest’anno: il progetto «Saranno dottori» e il progetto «Caro maestro». Il primo è un programma pluriennale che si propone di finanziare il percorso universitario di giovani capaci e meritevoli che, anche se privi di mezzi, siano motivati a proseguire gli studi in ambito medico o infermieristico. Una volta ottenuto il titolo, questi presteranno servizio in uno degli ospedali gestiti dalle suore Poverelle, almeno sino a quando non avranno interamente restituito il contributo ricevuto.

Così facendo, non solo si ha la certezza di avere un medico in più al servizio della gente del Malawi, ma si permette al fondo di autoricostituirsi ogni volta, creando nuove opportunità per altri giovani. «Lavorare per lo sviluppo del sistema sanitario in Malawi – afferma proprio dal piccolo Stato africano Denis Celotti, vicepresidente dell’associazione, in missione con altri 17 volontari bergamaschi di Africall – non vuol dire soltanto costruire ospedali: questi, poi, per funzionare hanno bisogno di medici e infermieri che vi operino. La carenza di personale sanitario che da sempre persiste in Malawi (200 medici per 14 milioni di abitanti) ha una doppia causa: l’università ha costi proibitivi per la stragrande maggioranza della popolazione, e chi ottiene il titolo di studio molto spesso lascia il Paese per far carriera all’estero.

Con questo progetto gettiamo un sasso nello stagno, iniziando a risolvere dal basso una situazione che da troppo tempo costituisce una delle principali emergenze di cui soffre il Paese».
                                                                                                                                                 
  Avviato nel 2010 con tre ragazzi, al progetto «Saranno dottori» aderiscono quest’anno otto giovani. Di questi, cinque stanno frequentando il corso in Scienze infermieristiche e tecnica ostetricia (uno di loro, Emmanuel Yusuf, si diplomerà al termine del 2013); uno ha iniziato a frequentare il corso in farmacia, uno quello in tecniche di laboratorio e uno quello in odontoiatria. C’è poi attesa per l’esito degli esami di stato che ha sostenuto qualche mese fa Chimwemwe Maya, il giovane che si è diplomato in ostetricia al termine dell’ultimo anno scolastico e che ha quindi sostenuto la prova di abilitazione per poter esercitare la professione: se tutto andrà bene, entrerà immediatamente in servizio presso il «Sister Teresa Hospital» di Mikoke. Quel giorno sarà da segnare sul calendario, perché finalmente si potranno toccare con mano i frutti dell’impegno di questi anni di Africall.

IL PROGETTO "CARO MAESTRO"

Il secondo progetto – «Caro maestro» – è un programma pluriennale attraverso il quale si punta a consolidare e potenziare il sistema scolastico nei villaggi rurali, dove vive l’80% dell’intera popolazione malawiana. Il consolidamento si attua, per esempio, dando una soluzione abitativa confortevole nei pressi delle scuole ai docenti, per incentivarli ad accettare cattedre situate in località disagiate: è quanto è stato fatto negli anni 2011 e 2012, con la costruzione di due appartamenti per gli insegnanti in servizio presso la scuola di Mikoke, frequentata da 1.300 ragazzi provenienti anche dai villaggi limitrofi, che hanno ora la certezza di trovare chi impartisce loro la lezione quando arrivano in aula.

Il potenziamento si persegue invece attraverso il sostegno dato ai ragazzi che intendono seguire percorsi formativi di indirizzo magistrale, applicando le stesse condizioni adottate nel progetto «Saranno dottori».

Quest’anno aderiscono al programma due ragazzi: uno frequenta il terzo anno del corso universitario in Scienze educative; un altro comincia invece il percorso biennale per diventare insegnante di scuola elementare.


2 commenti:

  1. Ma andate afffanculo, va! Viva il salame!!!

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  2. Ahhhhhh, che buono questo salame cremasco di maiale da allevamento assolutamente NON cinese, e la differenza si sente a sapore!
    Ne volete anche voi un pò sul finocchio e la soia, nevvero?! AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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