La
"corsa a vuoto" di Ronciglione, detta anche "Palio di
Ronciglione", è una corsa di cavalli senza fantino che si svolge nel
centro della omonima cittadina situata in provincia di Viterbo, circa 70 km a
nord di Roma.
Analogamente
al Palio di Siena, le corse assumono il carattere di una disputa stracittadina.
I
nove rioni (scuderie) della città presentano ciascuno due cavalli, che si
contendono il palio in due giorni di corse.
Il
primo giorno i diciotto cavalli corrono in tre '"carriere" (batterie)
separate, da sei cavalli ciascuna: i primi due di ogni batteria e due
sorteggiati tra i terzi classificati si sfideranno il secondo giorno, nella
batteria finale da otto cavalli.
La
corsa parte dalla piazza dove sorge il Municipio e si snoda lungo l'asse centrale
della città il cui fondo è costituito da asfalto e da sanpietrini. Vengono
svolti ogni anno due palii, uno estivo ed uno invernale. In quello invernale,
in concomitanza con il Carnevale, si hanno la maggior parte degli incidenti
dovuti, oltre alla pericolosità intrinseca del percorso, anche al manto
stradale spesso bagnato dalla pioggia. I punti critici sono il passaggio
attraverso la strettoia costituita dalla "Porta Romana" dopo la quale
i cavalli accelerano lungo la semicurva costituita da Via Roma e dalla
cosiddetta "curva del Gricio", una curva a 45 gradi in salita tra le
case. In questa curva è raro che almeno un cavallo non perda il controllo della
traiettoria e cada.
I
controlli antidoping sono stati introdotti nel 2002 anche se, come negli altri
palii, non si è a conoscenza di come e se vengano svolti.
A
Ronciglione, nel marzo del 2011, il Ministero della Salute aveva negato
l'autorizzazione allo svolgimento della corsa a causa, tra le altre cose, della
mancata copertura del fondo stradale con materiale idoneo. Due giorni prima
della gara la tradizionale sfilata delle maschere di carnevale era stata
soppressa per la pioggia battente. In ogni caso, nonostante la mancanza di
autorizzazione, nonostante la pioggia avesse reso ancora più pericoloso il
fondo stradale, gli organizzatori ritennero di dover comunque far disputare la
gara sul fondo bagnato e in uno degli incidenti una cavalla, di nome Tiffany,
morì schiantandosi contro una delle transenne che delimitano il "campo di
gara". La IHP - Italian Horse Protection insieme all'ENPA - Ente Nazionale
Protezione Animali hanno in quell'occasione denunciato gli organizzatori per
maltrattamento e uccisione di animali.
Poche
settimane dopo alcuni volontari di una associazione animalista, il
Coordinamento Antispecista del Lazio, sono stati aggrediti verbalmente e quasi
fisicamente dalla popolazione locale mentre tentavano di porre una targa in
memoria della cavalla deceduta.
Vale
la pena ricordare che, in un altro evento folcloristico locale, la
"Giostra della Quintana" che si svolge a Foligno in Umbria, proprio
pochi giorni fa sono stati condannati fantini, veterinari e proprietari di
allevamenti di cavalli per un esteso ricorso al doping. La lettura delle
intercettazioni telefoniche fatte ai condannati prova la completa disinvoltura
con cui i veterinari si accordavano con i fantini per "pompare" i
cavalli e assicurarsi la vittoria e prova altresì la sicurezza delle persone
coinvolte sulla non esistenza di controlli. In questo caso, per fortuna, avevano
torto e sono stati tutti arrestati, ma la loro disinvoltura ci fa pensare che
il doping sia un fenomeno estremamente esteso nelle competizioni folcloristiche
locali. I vari palii italiani, dal più piccolo al più grande, muovono emozioni
così forti (e talvolta anche quantità di denaro così ingenti) in parte della
popolazione locale da far perdere a molti il senso della legalità, del buon
senso e del rispetto per la propria professione.
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