sabato 28 settembre 2013

Il granchio e il dottor Pescecane

 
“Mentre il condannato a morte veniva condotto davanti al plotone d’esecuzione, ripensò a tutta la sua vita passata” potrebbe essere l’incipit di un romanzo di Gabriel Garcia Marquez, se non fosse che è anche, esattamente, la stessa sensazione che provano gli spettatori dei documentari di Massimo Mazzucco.
Il quale, con il suo lavoro di denuncia, fa venire in mente Michael Moore, con la differenza che i suoi documentari non vengono né verranno mai trasmessi in televisione o al cinema, a differenza di quelli del suo più corpulento collega. Il motivo di tale censura sta nel fatto che Mazzucco si limita a presentare fatti di storia e di cronaca così come sono, senza manipolazione, e più di qualcuno in sala, venerdì 27 settembre, se n’è uscito con esclamazioni di stupore e di sdegno, mentre scorrevano le immagini proiettate sullo schermo. 


 Anthony e Fabio, pizzaiolo il primo, benzinaio il secondo, stavolta hanno proiettato “Cancro, le cure proibite” e devono aver fatto anche parecchia pubblicità alla serata perché la sala era piena. Non è facile portare più di 90 persone al chiuso di una ex mensa delle scuole elementari, un venerdì sera!
D’altra parte, se mercoledì 11 settembre eravamo in cinquanta, mentre il 27 abbiamo quasi raggiunto i cento, è perché sulla questione del terrorismo islamico siamo in tanti a pensare che gli arabi siano irrimediabilmente perfidi,  preferendo, noi, fidarci delle versioni governative, ma con la salute non si scherza. Da tempo si parla di “malasanità” e il movimento d’opinione avverso alle industrie farmaceutiche è molto più forte di quello contro le menzogne del governo USA sull’abbattimento delle torri gemelle.
Che siano stati 19 beduini, la CIA o il Mossad poco ci cale, ma se ci ammaliamo di cancro, o se si ammala un nostro familiare, siamo toccati in prima persona. Siamo soli in balia di un male oscuro e inesorabile e l’alternativa è tra fidarsi ciecamente dei medici o farsi tentare dalle cure alternative, universalmente definite come appannaggio di cialtroni e truffatori.
Infatti, una delle due domande che ho posto al regista, collegatosi con noi via Skype, è stata: “Cosa si può rispondere a un malato di cancro a cui si parla di Tullio Simoncini e che ci guarda come se gli stessimo parlando di Vanna Marchi?”.

Sappiamo cos’è il linguaggio massonico. Se per esempio il presidente del consiglio ci dice che stiamo uscendo dalla crisi, in realtà è vero il contrario: vi stiamo appena entrando.
Se i giudici ci dicono che non hanno alcun dubbio sulla colpevolezza di un tale imputato, in realtà non hanno alcuna prova e colui è solo un capro espiatorio. Se, in linea con tale principio, i ricercatori in campo medico affermano che sono sul punto di trovare la cura del cancro, in realtà ne sono ben lontani e si guardano bene dall’avvicinarvisi. Che stiano mentendo lo si dovrebbe capire anche dal fatto che il quasi traguardo annunciato sulla cura del cancro ce lo sbandierano da almeno cinquant’anni, ma purtroppo la quasi totalità della gente non ha abbastanza neuroni per rendersene conto e le nuove generazioni non ricordano ciò che era stato detto alle generazioni passate. Alla gente bastano pochi anni per dimenticare.

Se a tale memoria corta aggiungiamo l’opera di disinformazione capillare svolta dal centro di potere che gestisce il business farmaceutico, possiamo capire perché se a un malato di cancro parliamo di Simoncini (che si vede qui a sinistra) ci guarda come se volessimo farlo curare da Vanna Marchi. Non è una bella sensazione e la prossima volta che incontro mio zio col cancro al colon o la mia vicina col cancro al seno, mi guarderò bene dal parlar loro di Max Gerson, di Geerd Hamer o di Tullio Simoncini. Tutt’al più gli darò uno di quei DVD che i ragazzi distribuivano gratuitamente alla fine della serata. E che se li guardino da soli!
Anche Mazzucco, rispondendo a una signora del pubblico, si è dichiarato cauto circa i consigli da dare a un malato di tumore. Se poi il disgraziato muore e si viene a sapere che Mazzucco gli aveva detto di rivolgersi a Simoncini, i parenti del morto potrebbero anche fargli causa e trascinarlo in tribunale. Hamer si è già fatto 16 mesi di carcere in Francia e Simoncini è stato trattato come un qualsiasi mago da quattro soldi, un paio d’anni fa,  da Gimmy Ghione di Striscia la Notizia. Entrambi, Hamer e Simoncini, sono stati radiati dall’ordine dei medici.

Max Gerson (a sinistra), Harry Hoxsey e René Caisse, dall’altra parte dell’Atlantico, ebbero la vita travagliata dall’AMA, l’associazione dei medici americani e i primi due dovettero portare le loro cliniche in Messico, di là del confine, perché negli USA gli era stato proibito, come da titolo del film, di esercitare la loro professione.
In quanto alla Caisse, essendo solo un’infermiera che applicava un decotto seguendo la formula suggeritale da un capo indiano, se ne rimase in Canada, a curare pazienti che non le mancarono mai, nonostante la persecuzione subita. Anzi, in tarda età ebbe anche la soddisfazione di vedere che i pazienti da lei guariti andavano numerosi a trovarla per manifestarle solidarietà e questo, a dispetto di tutte le amarezze che le autorità canadesi e statunitensi le avevano fatto provare, fu la sua gloria e il suo onore.
Ed il motivo è semplice: i malati di cancro da lei curati guarivano, come guariscono quelli che vanno nella clinica di Gerson e di Hoxsey in Messico.

C’è un utente di Freeanimals, una nostra vecchia conoscenza di cui riporto solo lo pseudonimo, WASP, che pochi giorni fa, il 26 settembre, su Facebook, si è espresso così su Tullio Simoncini: “Simoncini andrebbe impiccato due volte perché è un assassino per soldi! Il suo curriculum è scritto sul marmo delle lapidi cimiteriali! ”.
Pur essendo una persona intelligente, si capisce che l’odio che prova per il dottore romano è frutto delle diffamazioni che vengono attuate sul web da debunkers prezzolati, che hanno buon gioco a presentare Simoncini e Hamer, per citare due medici ancora viventi, come ciarlatani perché questo è l’ordine impartito da BigPharma e raccolto da Striscia la Notizia, da “Mi manda RAI 3” e da qualsiasi altra trasmissione televisiva che voglia occuparsi di cure alternative. RAI e Mediaset, alleate sul fronte della disinformazione.

Anche qui si potrebbe scorgere lo zampino della Massoneria, per la quale il modo migliore di sconfiggere un nemico è quello di diffamarlo a raffica, con la certezza che qualcosa resterà. La calunnia è un venticello, cantano nel Barbiere di Siviglia. Le armi di manipolazione mentale di massa sono ben collaudate e le vediamo spesso all’opera. Per noi comuni mortali è una questione di sopravvivenza fisica; per i diffamatori-disinformatori è anche una questione di sopravvivenza, ma solo riguardo al loro conto in banca. Per loro, in pericolo sono le ville con piscina e il tenore di vita da nababbi; per noi è un calvario tra dentro e fuori dagli ospedali, con una condanna a morte emessa dal destino, da Dio o dal Diavolo che se li porti, dalla quale ben difficilmente possiamo aspettarci la grazia.
Eppure, nonostante tutto, se è l’avidità a muovere un piccolo esercito di ricercatori, di scienziati e di imprenditori del farmaco, c’è anche un altro elemento da considerare: la nostra parte di colpa.
Lungi da me voler adottare il metodo della colpevolizzazione dell’individuo, come ha fatto la Chiesa per secoli, ma se ciascuno di noi preferisce rimanere nell’ignoranza a chi si deve attribuire la colpa? Anche Mazzucco ha detto che nell’era di internet rimanere all’oscuro della verità delle cose diventa sempre più una responsabilità dell’individuo. Cinquant’anni fa, infatti, bastavano i cinegiornali e la carta stampata a screditare Gerson, Hoxsey e la Caisse. Oggi, che i primi non esistono più e i quotidiani stanno perdendo la gara con internet, restano solo le tivù, come mezzo di propaganda, controbilanciate dalle informazioni sul web. Oppure dalle serate affollate nelle città di provincia.

Mi ricordo la riunione indetta dal Comune di Codroipo nel 1986, subito dopo l’incidente di Chernobyl. Non si poteva entrare di tanta gente che era andata a sentire le disposizioni delle autorità in merito a come comportarsi con le radiazioni. Il 27 settembre, benché ad organizzare la serata fossero due giovani che nulla hanno a che fare con gli apparati governativi, la gente era venuta lo stesso a cercare risposte. E un po’ di malumore c’è stato, infatti, quando Mazzucco si è mostrato cauto. 
                                                                                                                                                 
Una persona del pubblico ha chiesto se, ricoverandosi in ospedale con un tumore, si può chiedere di essere curati secondo il metodo Simoncini. Le è stato risposto che la cura per il cancro riconosciuta ufficialmente come valida si compone di tre pilastri: chirurgia, chemioterapia e radioterapia. Tutto ciò che esula da questi tre trattamenti non viene né riconosciuto, né tanto meno praticato.
In sala però c’era una persona che ha fatto venire Simoncini da Roma, a Codroipo, per il padre affetto da tumore, ma non ha preso la parola per portare la sua testimonianza. Si chiama Katia Lorenzon e io l’ho intervistata ancora nell’aprile del 2012.

Invece, a portare il suo caso è stata una donna di mezza età cui nove anni fa avevano diagnosticato un tumore terminale. L’altra sera era lì con noi a raccontarci la sua storia. Con il tumore del tutto sparito. Un mese prima di sottoporsi a una seduta di chemioterapia aveva fatto la “Essiac”, la mistura di erbe chiamata con il nome all’incontrario dell’infermiera canadese che l’aveva preparata. Poi, di sei cicli di chemio che avrebbe dovuto fare, fece solo il primo e si affidò alle cure naturali. Non ho capito bene quale fosse, di quelle spiegate nel film, perché parlava a voce bassa e c’era brusio in sala, ma, come disse anche Mazzucco, poco importa il metodo perché l’importante è ripristinare il sistema immunitario.
Tanto è vero che, obiettivamente, appare bizzarro che a curare il cancro siano cose così disparate come le carote di Gerson e la cartilagine di squalo di William Lane, ma cessa di essere una cosa bizzarra se si pensa che sia le prime che la seconda tendono non a curare il cancro, ma a ristabilire un sistema immunitario forte e combattivo. Ci penserà quest’ultimo a sbarazzarsi del tumore. La chemio, viceversa, indebolisce sempre più l’organismo del paziente e lo porta alla morte prima del tempo, inesorabilmente. Poi, i medici potranno alzare le spalle e dar la colpa alla legge di natura più fastidiosa e universale, nostra signora morte corporale, esattamente come i massoni che giocano con il clima danno la colpa ai terremoti, agli tsunami e alle alluvioni naturali, addossando la colpa ai fenomeni meteorologici affinché la gente non si accorga che sono loro, con le loro armi esotiche, a giocare a fare gli apprendisti stregoni. 

Se c’è una cosa che a persone come WASP, indipendentemente se siano pagate o se lo facciano per “passione”, bisogna riconoscere, è la coerenza: tutti i nemici del Sistema (in inglese Establishment) devono essere screditati, diffamati e combattuti, colpo su colpo, perché il Sistema è sacro e non si deve toccare. Non deve essere messa in discussione la sua millenaria autorità. Che si chiamino Rosario Marcianò, Valdo Vaccaro o Tullio Simoncini, la squadra di disinformatori prende tutti nella sua rete e li considera nemici della gente, imbroglioni e ciarlatani, accusandoli di truffa e, nel caso di medici non allineati, anche di omicidio.
Il fatto è che le bugie hanno le gambe corte, la disinformazione può vincere qualche battaglia ma non è detto che vinca anche la guerra, riderà bene chi ride ultimo, anche se evidentemente il Sistema preferisce l’uovo oggi alla gallina domani. Quattro luoghi comuni in una sola frase: un record!

A me sembra di vedere sempre più chiaro come funzionano i meccanismi della realtà e mi pare di riuscire ad avere una visione d’insieme. Gerson, con i suoi clisteri di caffé e i beveroni di carote, è quello che mi sta più simpatico, magari se escludiamo il caffé, perché sappiamo da secoli, ma lo sappiamo in pochi, che l’alimentazione vegana è il miglior modo per non ammalarsi né di cancro, né di qualsiasi altra malattia. E’ l’acqua dentro cui far vivere il pesce del nostro corpo. E’ il medium che ci permette di vivere bene e a lungo, a dispetto dei disinformatori piccoli e grandi.
Siamo mammiferi fruttivori. Ma siamo anche pesci piccoli alle prese con gli squali del business farmaceutico. Dobbiamo schivare le file di denti aguzzi del dottor Pescecane e le fiocine della disinformazione, anche senza usare la cartilagine di squalo. Basterebbero frutta e verdura crude, con qualche pizza marinara ogni tanto, senza mozzarella, per sfizio. Magari alla pizzeria di Anthony.

22 commenti:

  1. Nonostante la mia profonda ed abbondante lettura sul karma, non sono ancora riuscito a capire come mai, tra tutti i degenerati disinformatori che si manifestano in giro, nessuno si è preso un cancheraccio, così... almeno per provare, a loro volta ricorrerebbero sicuramente a metodi molto poco ortodossi pur di salvare la pellaccia. Mah, forse ho troppa premura, non mi resta che aspettare e constatare, d'altronde pure david rockefeller è ancora in tempo a prendersene uno o magari due.

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    1. Si dice che la crema dei sionisti si faccia curare, di nascosto, con la Nuova Medicina Germanica del dottor Hamer.


      Ma c'è anche la leggenda metropolitana in base alla quale i veri padroni del mondo non sarebbero umani, ma alieni.
      Qualcuno tira fuori questa spiegazione anche per rispondere al perché le scie chimiche dovrebbero essere irrorate nei cieli se anche piloti e mandanti respirano la nostra stessa aria.
      Si risponde: perché non sono umani come noi, strutturalmente.

      Quanto al Karma, beh, lasciamo perdere!

      Se lo incontro per strada gli tiro due cazzotti!

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    2. Di che letture profonde ed abbondanti sta parlando circa il karma?
      Non le sorge il dubbio che probabilmente non le fossero congeniali?
      A rileggerla.

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    3. So, Andretta, che la domanda non è rivolta a me, ma, da inveterato impiccione, aggiungo che secondo me bisognerebbe usare il termine greco-romano, piuttosto che quello indù.

      Moglie, buoi e cultura dei paesi tuoi, dice il proverbio.

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  2. Perché di grazia?
    L'esempio non regge, sono due maniche diverse, pur essendo d'accordo sulla filosofia che lo regge.

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    1. Frequentando friulanisti, sto diventando sempre più autonomista, anche se il nome di questo blog (!) è in lingua straniera.

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    2. La risposta la può trovare nel vangelo di Giovanni.

      Non mi chieda oltre!

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  3. Ciao Giorgio. Profonda e abbondante nel senso che mi son letto centinaia di libri soprattutto di cultura orientale su questo tema. Ma nonostante ciò ho sempre nutrito forti dubbi a riguardo. Ne ho tratto chiaramente anche tanta consapevolezza, sempre accompagnata naturalmente dagli immancabili stratagemmi limitanti che la nostra anima ci impone dettando i tempi e i luoghi. Da tempo osservo, scruto, sviscero l'imponderabile. Ho concluso con grande dispendio energetico fisico e mentale il primo livello della play-station della vita nei tre mondi. Da un po' di tempo sono entrato nel secondo livello. pensavo che sarebbe stato ancora più ostico, ma mi sbagliavo, non è così, lo trovo più maneggevole e mi diverto anche. Sento nel profondo che è cosa buona e giusta. Buona domenica Giorgio.

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    1. Giustamente la disciplina spirituale trova maggior nutrimento in oriente, infatti non a caso ivi nasce il sole, giocoforza é obbligatorio l'uso del loro idioma, per quanto la nostra filosofia popolare ci corra in aiuto recitando: "Ciò che semini raccogli." Non importa in quale vita dal momento che il tempo non esiste.
      A rileggerla.

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    2. Ma sa Giorgio che sta venendo fuori dalla fisica quantistica che il destino si può scegliere? Perchè di varianti del destino ce n'è una infinità?... c'è tutta una filosofia su questi argomenti e sembra che "l'emissione di energia mentale materializzi una variante potenziale" e che è vero che "Su una determinata linea della vita non si può cambiare niente. Analogamente , trovandovi a una mostra di quadri, non potete togliere o spostare l'opera che non vi piace. ..." ma "D'altra parte, nessuno vi impedisce di girare i tacchi e andare in un'altra sala per vedere quello che vi piace di più:"
      " Di quale colpa si sono macchiati i meno fortunati?... E allora si fanno strada le varie dottrine, tipo quella del "karma" per i peccati accumulati nelle vite precedenti. Come se il Signore Iddio non avesse altro da fare che educare i suoi figli negligenti e, nonostante la Sua onnipotenza incontrasse difficoltà nel processo educativo. Così, in luogo di punire per i peccati commessi in vita, Egli per qualche motivo rimanda la nemesi a dopo, anche se non si capisce che senso abbia punire una persona per un fatto di cui non ha memoria. ... Di fatto, che queste vite passate o future esistano o meno non è praticamente importante, perchè l'uomo ricorda e riconosce solo una vita, quella che sta vivendo e che in questo senso per lui è l'unica. ...." ecc.









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    3. Tutto si può spiegare con l'assenza di un Dio così come ci è stato presentato.

      La vita nell'universo scaturisce da un motore di energia immobile, ottuso e privo di personalità. Questa macchina amorfa distribuisce la vita a casaccio nei vari pianeti.
      Una vita pensante che non solo non ha memoria delle vite precedenti, che non ha mai avuto, ma nemmeno dell'origine prima che l'ha emessa.

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    4. Le sue esternazioni mi lasciano vieppiù esterrefatto e mi rafforzano sul quesito: ma cosa insegnava ai suoi alunni?
      Ah si!!!! Difendere i "finocchi". Perché solo nei minestroni di verdura la trovo ferrata.

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  4. Energia va bene... ma ottuso no.... è Energia Intelligente e comunque non tutto ha una spiegazione, se solo pensi che con la parola infinito la mente si perde....
    Per il resto, per ora, è importante sapere che "nei limiti" si può gestire la realtà...

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    1. Con "nei limiti" intendo dire che non è facilissimo, ma è possibile...

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    2. Mi sembra che lei sia intrisa di cattolicesimo quando si riferisce ai peccati.
      Cosa non le é chiaro su: "Ciò che semini, raccogli"?
      Se si iscrive ad un corso di scuolaguida ed il suo istruttore non la ritiene pronta ad affrontare l'esame le farà continuare la frequentazione finché non la considererà idonea, certamente non le attribuira' peccati o quant'altro ne la condannera' ad un qualche luogo d'espiazione.
      Ciò non toglie che altri abbiano superato l'esame e siano stati in grado di diventare autonomi prima di lei e quindi in grado di lasciarla sul posto. Se ne faccia una ragione ed abbandoni Procuste.

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  5. Certo che sono intrisa di cattolicesimo.... è la religione di Stato... dal battesimo, catechismo, comunione, cresima all'ora di religione a scuola, elementari, medie e superiori... è stato un martellamento continuo...
    Del "Ciò che semini, raccogli" mi è chiaro poco dal momento che ho l'impressione di essere stata un pesce o una lucertola nella vita immediatamente precedente a questa, quello che so per certo è che non mi piacciono gli esseri umani agressivi, magari per la legge del contrappasso può essere che sono stata aggressiva a mia volta... però chi lo sa? Secondo me non è importante questo... l'importante è capire che si può scegliere... e nessuno, che io sappia, lo ha divulgato questo.... perlomeno non in tutti gli ambienti....

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  6. Tirana, morto dopo cura per tumore
    "Ucciso dal bicarbonato di sodio"Secondo i consulenti della Procura etnea la causa del decesso del catanese Luca Ernesto Olivotto fu "una gravissima alcalosi metabolica da somministrazione della sostanza". La discussa terapia innovativa costò alla famiglia circa 20 mila euro
    ROMA - "Le manifestazioni cliniche cui andò incontro il paziente Luca Ernesto Olivotto durante la degenza nella struttura 'Universal Hospital Group' di Tirana sono riconducibili agli effetti della somministrazione di bicarbonato di sodio". E' quanto scrivono i consulenti della Procura di Catania, delegati dal pm Attilio Pisani della Procura di Roma, titolare delle indagini sulla causa che ha determinato il decesso di Luca Olivotto, il giovane 28enne che si ricoverò nell'ottobre dello scorso anno presso la Universal Hospital Group di Tirana su indicazioni di Tullio Simoncini, l'ex medico, radiato da vent'anni, secondo il quale il cancro è un fungo da debellare con infusioni massicce di bicarbonato di sodio.

    Nelle conclusioni degli esami svolti i consulenti scrivono che il giovane è deceduto per "una gravissima alcalosi metabolica da somministrazione endoarteriosa di bicarbonato". Il 16 ottobre 2012 Olivotto, cui nel giugno del 2012 era stato diagnosticato un tumore al cervello, era stato accompagnato a Tirana dai propri genitori, Olindo e Silvana Olivotto, persuasi dalla bontà della terapia. Secondo quanto sostengono i familiari del ragazzo, sarebbero stati spesi anche 20mila euro per accedere alle cure proposte da Simoncini. "Contrariamente a quanto invece dichiarato dallo stesso Simoncini - secondo il quale il ragazzo era già gravissimo al momento del ricovero - non vi è alcuna relazione tra la morte ed il tumore, che non volgeva affatto alla fase terminale" scrivono in una nota i genitori del ragazzo.

    "Luca è entrato con le sue gambe nella clinica di Tirana - dicono i genitori. La sera prima del trattamento rideva e scherzava con noi al ristorante. Lo abbiamo visto soffrire sempre di più, fiala dopo fiala, ma Simoncini ci rassicurava, dicendo che si trattava di una reazione normale e che il male stava regredendo grazie al bicarbonato". Secondo l'avvocato Francesco Lauri che assiste la famiglia assieme all'avvocato Giovanna Zavota, la consulenza appena depositata "è un primo passo verso un processo che, ci auguriamo, inchioderà Simoncini e gli altri medici che lo hanno coadiuvato definitivamente alle sue responsabilità".

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