Se è vero che siamo padroni del nostro destino, la
nostra ospite ne è un ottimo esempio. Nevia Togni, porta a Radiobau la sua
testimonianza, quella di aver scelto un'altra vita al posto di quella che si
era trovata nascendo in una famiglia di circensi. Alla fine degli anni ’80,
Nevia abbandona il nucleo che l’aveva ospitata fino dalla nascita. Una scelta
difficile, se si pensa alla chiusura che hanno le caste circensi!
“Me ne sono andata perché era ora di andare, e non avevo catene al contrario dei poveri animali che sono rimasti. A distanza di tempo dal di fuori mi sono resa conto di tante cose. Degli orrori e delle violenze a cui vengono sottoposti gli animali ne ero già a conoscenza quando vivevo con loro. Ora mi sono resa conto che ai circensi manca il confronto con la gente, sono chiusi nel loro mondo ed anche se gli parli insieme, non ascoltano”.
Quindi ci troviamo di fronte ad un ex circense diventata animalista… “Non amo gli stereotipi, se sono classificata come animalista perché a forza di vedere animali morire in incidenti, o maltrattati ho deciso di abbandonare quel mondo, perché da sola a 23 anni non potevo fare nulla, allora sono animalista!”.
“Me ne sono andata perché era ora di andare, e non avevo catene al contrario dei poveri animali che sono rimasti. A distanza di tempo dal di fuori mi sono resa conto di tante cose. Degli orrori e delle violenze a cui vengono sottoposti gli animali ne ero già a conoscenza quando vivevo con loro. Ora mi sono resa conto che ai circensi manca il confronto con la gente, sono chiusi nel loro mondo ed anche se gli parli insieme, non ascoltano”.
Quindi ci troviamo di fronte ad un ex circense diventata animalista… “Non amo gli stereotipi, se sono classificata come animalista perché a forza di vedere animali morire in incidenti, o maltrattati ho deciso di abbandonare quel mondo, perché da sola a 23 anni non potevo fare nulla, allora sono animalista!”.
Volendo
fare qualcosa di propositivo, si potrebbe fare qualcosa di bello con il Circo
in Italia, anche secondo te, Nevia? “Ma direi proprio di sì, mi pare che le
Cirque du Soleil abbia dato una grande lezione! Eppure nessun circense italiano
avrebbe dato più di due anni di vita ad uno spettacolo del genere. Per fare un
grande spettacolo senza animali, bisogna lavorare e loro non hanno intenzione
di lavorare. Perché dovrebbero farlo, quando hanno le sovvenzioni
statali…lasciamo stare va’!”
Ora che vivi fuori da tutto, ti sara’ capitato
in qualche viaggio di imbatterti in un animale che già conoscevi, ma questa
volta lui era nel suo habitat, cosa hai provato? “Meraviglia! Ho pensato come
avevo fatto ad essere così cieca fino a qualche anno prima. Ora ho mio marito,
cerco di essere una brava moglie, curo la mia famiglia, i miei figli e poi dipingo.
Avevo iniziato sui carri da ragazzina, ed ho ripreso questa abitudine. Dipingo
proprio la gente del circo, senza animali, come fossero delle istantanee di
qualcosa che vorrei. Il Circo senza animali”.
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