Un’ambulanza
dell’ENPA era finita sui giornali anni fa come notizia curiosa, in provincia di Milano. Personalmente
non ci avevo fatto troppo caso, ma la consideravo comunque un’iniziativa
lodevole. Il fatto è che questo genere di servizio dovrebbe essere
istituzionalizzato e non lasciato alla libera iniziativa dei singoli cittadini.
Se da una parte abbiamo paesi barbari come la Romania, che i cani non solo li investono con le
macchine, ma li cercano per massacrarli di botte, dall’altra abbiamo un paese
come l’Italia, semi-barbaro, che si limita a investirli e a lasciarli sulla strada senza
soccorso, benché una recentissima legge preveda l’obbligo di fermarsi come si
fa con gli umani. Ma chi si ferma per un cane, sapendo che non ci sarà nessuna
conseguenza legale in caso di fuga?
Il
fatto, poi, che a Pordenone colleghi zoofili abbiano deciso di appoggiarsi alla
Chiesa, facendo la benedizione dell’ambulanza sul sagrato di una chiesa come i nostri nonni si facevano
fare nell'aia quella ai buoi e agli altri animali da cortile, oltre ad avere un sentore
di paganesimo, peraltro innocuo, fa passare il messaggio subliminale che la
Chiesa sia amica del mondo animale, magari rispolverando San Francesco, mentre
sappiamo che è vero esattamente il contrario e la Chiesa mente su questo tema
come mente su tutti gli altri. In fatto di etica, il cristianesimo reale – e non
quello astratto – è l’ultima delle fonti che dovrebbero essere prese in
considerazione. Comunque, ben venga l’ambulanza per animali a Pordenone. Spero
che la usino per i cani e i gatti investiti e non per andare a bersi il caffè al
bar.
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