Fonte:
Leggo
NEW
YORK – Sarebbe morto congelato. Non c’era nessuna speranza per Leonard Somers.
Durante una gita con gli sci fra i boschi e i monti in Colorado era caduto in un
burrone, aveva battuto la nuca contro un masso ed era rimasto paralizzato dalla
vita in giù. Se oggi è uscito dall’ospedale, vivo, anche se su una sedia a
rotelle, lo deve solo al suo cane. Il siberian husky, Juneau, una femmina di
cinque anni. E' riuscita a liberargli le gambe dalla neve perché non
congelassero. Poi ha alternato brevi corse verso la pista dove sperava di
vedere passare altri sciatori, e pause, stesa sul corpo del padrone per tenerlo
caldo.
L’intelligenza
e la generosità del cane sono state davvero miracolose. Juneau non solo ha
capito che doveva attirare l’attenzione di altri esseri umani, ma sapeva anche
che non poteva allontanarsi troppo perché doveva dare tepore all’uomo ferito.
E’
stata un’altra sciatrice, Jenny Beltman, che scendeva a una certa distanza dal
luogo dell’incidente, a sentire l’abbaiare del cane: «L’ho visto in basso,
lontano, che saltava e abbaiava e correva verso l’orlo del burrone. Ho capito
che c’era qualcosa che non andava. Quel cane è stato un eroe, ha dimostrato una
devozione incredibile».
Dopo
che Jenny ha visto il corpo immobile di Somers, ha chiamato i soccorsi, che
sono riusciti a sollevarlo fuori dal cuneo in cui era finito. Un elicottero ha
trasportato l’uomo all’ospedale Saint Anthony di Denver, per l’appunto uno
degli ospedali che ammettono nella camera dei pazienti le visite dei cani, se
sono giudicate utili alla guarigione della persona. Inutile dire che medici e
amministratori sono stati d’accordo che la presenza di Juneau sarebbe stata
positiva.
Somers
è stato operato ed è rimasto ricoverato una settimana. Adesso dovrà seguire un
corso di riabilitazione. Non è ancora assolutamente certo che sia paralizzato,
c’è qualche speranza che possa recuperare almeno in parte l’uso delle gambe. «Ma
mentre ero steso immobile – ha confessato - ho pensato che la fine di questa
avventura sarebbe stata diversa. Non mi aspettavo di vivere. E’ stata Juneau
che mi ha dato la forza. Quando l’ho vista che scavava via la neve, ho pensato
che era Dio che stava intervenendo attraverso di lei. Si è sdraiata sulle mie
gambe, e sulla mia pancia, mi ha tenuto caldo. Scappava solo per qualche
minuto, la sentivo abbaiare, ma poi tornava. Le devo la vita».
Gli
husky sono i cani usati in Alaska per tirare le slitte. Sono abituati a vivere
nella neve, e per istinto ne conoscono tutti i pericoli. Il loro pelo è
distribuito su un mantello “doppio”, con la parte più vicina alla carne morbida
e lanosa. E’ grazie a questo pelo spesso e caldo, che Juneau ha protetto il suo
padrone dall’ipotermia. Ma, come sottolinea Somers stesso: «E’ stato il suo
amore che l’ha guidata. E io le voglio un gran bene, le sono grato, e spero di
vivere tanti altri anni con lei al mio fianco». Uscendo dall’ospedale, con la
cagna accoccolata sul grembo, ha gridato: «Mandatele un bacio, se lo merita!»
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