lunedì 18 novembre 2013

Falchi, colombe, uccellini e uccellacci

 
Fonte: L’Officina

Testo di Paolo Danieli

C’è qualcosa di strano nella scissione del Pdl. Qualcosa non torna. Un po’ anomala come rottura, con Berlusconi che raccomanda a quelli di Forza Italia 2 di non alzare troppo i toni con quelli del Nuovo Centrodestra, di polemizzare sì, ma con garbo, per non scavare solchi troppo profondi, per non compromettere un’eventuale ricomposizione. Una rottura dove il capo degli scissionisti ha continuato a parlare con colui che avrebbe tradito e dove tutti, falchi e colombe, sembrano essersi messi a svolazzare di qua e di là, ma senza allontanarsi troppo. Qualcosa di nettamente diverso da quello che era successo con Fini. Altre dichiarazioni, altra atmosfera, altre facce. Quella rottura aveva risvegliato sentimenti forti, reazioni cattive, dichiarazioni brucianti e colpi bassi. Questa volta invece tutto è soft. Berlusconi ha parlato tranquillo, per niente tirato, davanti ad una platea composta. In sala nemmeno una bandiera o uno striscione. Qualcosa di strano di fronte alla perdita di 304 membri del Consiglio Nazionale, tra cui 5 ministri, 31 senatori, 28 deputati, 9 parlamentari europei, un presidente, 12 assessori e75 consiglieri regionali, 7 presidenti di provincia, 4 sindaci di comuni capoluogo.

 Se non fosse per la grave crisi che attraversa tutto il centrodestra, per la decadenza e la carcerazione incombente su Berlusconi; se non venisse da considerare che spesso i più furbi, quando la barca affonda pensano solo a mettere in salvo se stessi, mandando al diavolo programmi, impegni e riconoscenze; se non si trattasse di un centrodestra stanco, fiaccato dagli scandali e con una struttura territoriale simile a un colabrodo, quasi quasi verrebbe da pensare all’ultimo colpo di genio del Berlusca.

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