Testo
di Giorgio Maria Cambiè
Tutti
coloro che piangono per la vittoria del no al referendum scozzese, pensando che
la sconfitta dei separatisti sia una doccia fredda per i separatisti o gli
autonomisti veneti, è meglio che si diano una calmata. Le ragioni del no sono
ben altre rispetto a quelle del sì all'autonomia veneta. La Scozia per il Regno
Unito è quello che per noi è il Sud: una macchina mangiasoldi. Per far quadrare
i conti dei suoi 5.254.000 abitanti Londra fornisce graziosamente alla Scozia
la somma di 27 miliardi di sterline l’anno. Il Parlamento scozzese, insediatosi
15 anni fa, controlla scuole, Università, sanità, giustizia, fisco ecc.
Un'autonomia che noi nel Veneto ce la sogniamo. Gli autonomisti ipotizzavano di
conservare la monarchia, cosa impossibile per i conflitti d’interesse che si
sarebbero verificati fra la Scozia e le altre "nazioni" del Regno
Unito (Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord). Avrebbero voluto mantenere anche
la sterlina, ma gli Inglesi
avevano già detto chiaro che non se ne parlava proprio. Così sarebbero stati
costretti all’euro, ma per questo bisogna essere membri della UE, cosa che
richiede anni. E nel frattempo?
Insomma gli scozzesi riguardo al futuro dell'economia si sarebbero
trovati nella ben conosciuta condizione del marito che si era evirato per far
dispetto alla moglie, con i redditi del petrolio in calo, una modesta
componente turistica, una minima produzione agricola, e la produzione di un
eccellente whisky. Tutti questi fattori devono aver fatto pensare agli Scozzesi
meno ideologizzati che era meglio non cambiare.
Per il Veneto le cose sono opposte: fino
a qualche tempo fa il Veneto (anzi il "Nordest" ) era la locomotiva
d'Italia e versava a Roma anno per anno il 78% del suo totale gettito fiscale, ovvero
72 miliardi di euro e ne riceveva di ritorno 51 miliardi che coprivano il 24%
delle sue spese. Così la regione si trovava a versare nelle voraci fauci del
Sud la non trascurabile somma di 21 miliardi. Situazione perfettamente opposta
a quella dello Scozia: un'economia trainante che solo governi dissennati e
un'esagerata tassazione riescono a
far andar male. La secessione, o una forma importante e seria di autonomia,
permetterebbe ai Veneti di governare meglio l’economia. Resterebbero due
problemi: la moneta e l'appartenenza alla UE. E’ evidente che non si potrebbe
continuare ad usare una moneta governata unicamente a favore della Germania e
che non potremmo permanere con la camicia di Nesso dei cervellotici provvedimenti UE che ci strozzano di
giorno in giorno. Non è vero che l'abbandono dell'euro sia una catastrofe. I
primi momenti sarebbero duri, ma poi le cose si sistemerebbero con la ripresa
dell'economia. È singolare che non solo il Regno Unito, ma anche l'Ungheria di
Orban stiano uscendo dalla crisi con politiche opposte a quella della UE.
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