Testo
di Max Parisi
La
data del 25 gennaio si avvicina, ed è una data fondamentale per la Grecia, ma
il popolo greco sembra avere già deciso cosa fare. Infatti, molti contribuenti
non stanno più pagando le tasse, così scrive il quotidiano di Atene
Ekathimerini. In contemporanea, l'agenzia di notizie finanziarie Bloomberg
scrive che la Banca centrale europea sarebbe sul punto di "staccare
la spina alla Grecia" negandole i fondi per altro già stanziati e promessi
se dalle urne uscisse un responso favorevole a Syriza, che ha annunciato a
chiare lettere che una volta al governo si rifiuterà di continuare ad osservare
le regole di austerity, volute dalla Germania e imposte dalla Troika ad Atene
con la complicità del governo Samaras.
In
concreto - spiega Bloomberg - la Bce potrebbe bloccare sine die un
finanziamento da 30 miliardi di euro previsto per il 2015. Intervistato sempre
da Bloomberg James Nixon, responsabile economista europeo presso Oxford
Economics, a Londra, afferma che "le trattative iniziano con la minaccia
di una distruzione reciproca assicurata. Ma ritirare davvero i finanziamenti
dalle banche greche è qualcosa che significherebbe che la Grecia è sul punto di
lasciare l'euro".
Ekathimerini
da parte sua in un articolo svela che le entrate fiscali sono crollate dal
giorno in cui sono state indette le elezioni, per incertezza sul futuro, scrive
il giornale, specialmente perchè tra un mese l'euro potrebbe non esserci più in
Grecia, oppure potrebbero essere abolite le tasse che invece ora lo stato
pretende. L'autorevole
quotidiano ellenico (simile al Corriere della Sera, in Grecia) scrive
esattamente: "la maggior parte dei contribuenti ha deciso di ritardare i
versamenti, considerate le posizioni dei due principali partiti in cima alla
lista dei sondaggi elettorali, che sono diametralmente opposti. Syriza, il
partito del leader Tsipras, ha promesso infatti di cancellare l'ENFIA, tassa
sulla proprietà, e anche di svalutare i crediti inesigibili, mentre Nuova
Democrazia riconosce le difficoltà dei cittadini ma non solleva questioni che
potrebbero generare problemi e avere conseguenze fiscali".
Ma
al di là del fatto che i sondaggi diano in vantaggio Syriza, la decisione della
stragrande maggioranza dei contribuenti greci di non versare più le tasse che
il partito guidato da Tsipras ha promesso che cancellerà, dà un segnale
politico rilevantissimo. Sta
a significare che la borghesia greca ha deciso che sarà Syriza a vincere le
elezioni e quindi si sta già comportando come se si fossero svolte.
Praticamente, una rivoluzione straordinaria: oltre al popolo affamato dal
governo Samaras, adesso proprio il ceto che l'aveva votato, lo abbandona. E'
evidente che la Grecia abbia superato con questa silenziosa rivolta fiscale il
punto del non ritorno al passato, indipendentemente perfino dalla vittoria
dell'uno o dell'altro. Da
notare - ma non c'è di che stupirsi, purtroppo - che nessun quotidiano italiano
ha dato queste decisive notizie in arrivo dalla Grecia.
Gentili & attenti LETTORI,
RispondiEliminacorsi & ricorsi storici ricordiamoci che nell' antica GRECIA è nata la vera democrazia politica la POLIS, quindi NON deve ESSERE una sorpresa se gli eredi di quel fiero POPOLO si stiano ribellando alla neo SCHIAVITU' a differenza di quel miscuglio eterogeo di etnie che NOI SIAMO !!!
MANDI