martedì 6 settembre 2016

Italiani lazzisti: noi siamo padloni del Blenta!



FONTANIVA. «Quei cani sono sporchi e non li vogliamo in acqua».
Prima l'avvertimento, poi le parole grosse, quindi il tentativo di linciaggio e addirittura le minacce con un coltello. Non è stata propriamente una domenica rilassante quella vissuta da Michela Miola di Legnaro, dal suo fidanzato e da una coppia di amici: l'altro ieri i quattro sarebbero stati aggrediti da alcuni extracomunitari durante una domenica di riposo lungo il Brenta. I quattro (oltre a Michela il fidanzato Carlo Bottin, l'amica Ilaria e il compagno Stefano) si erano sistemati in una spiaggetta all'altezza di Fontaniva. Col quartetto c'erano anche i loro cani: il meticcio Black, l'amstaff Kady e poi un pastore tedesco e un pincher. «La lite violenta si è animata intorno alle 18» racconta Michela. «I nostri vicini, due asiatici in compagnia di mogli e bambini, ci hanno richiamato perché irritati dalla presenza dei nostri cani in acqua. Secondo loro erano sporchi e non potevano nuotare e giocare nel Brenta. Abbiamo spiegato loro che i nostri animali erano puliti e che non davano fastidio a nessuno e lì i due si sono accesi».




Dopo qualche parola di troppo, la coppia ha cominciato a scagliare sassi e pietre contro gli animali: «Black è stato colpito di striscio ed ha rischiato grosso. Anche noi abbiamo rischiato di prenderci una sassata. Il mio fidanzato si è avvicinato per chiedere spiegazioni e questi gli hanno prima tirato contro un forchettone con cui stavano facendo una grigliata, quindi hanno estratto e mostrato minacciosamente un coltello da cucina». I quattro hanno abbandonato l'oasi e contattato i carabinieri: «Sono arrivati dopo un'ora ma non hanno proceduto ad alcun controllo. Ci hanno consigliato di rivolgerci al Corpo forestale dello Stato, competente lungo il Brenta. Provvederò a sporgere regolare denuncia» continua la Miola, che aggiunge «Penso serva maggiore controllo in quest'area. Gli stessi aggressori stavano allestendo una grigliata in un luogo in cui è vietato, e nonostante a poche decine di metri ci fosse un'area allestita. Sicuramente la scarsa sicurezza mi porterà a non visitare più questi ambienti, ed è un vero peccato». Non è la prima volta che, lungo il corso del Brenta, si registrano aggressioni o segnalazioni di incontri molesti.

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