mercoledì 7 settembre 2016

Lentamente la Democrazia cerca di fermare l'invasione



“Tutta colpa della catastrofica politica sull’immigrazione di Angela Merkel”. Parola di Frauke Petry, leader dell’Afd, Alternativa per la Germania, il partito xenofobo considerato il vero vincitore delle elezioni in Meclemburgo, il land dell’ex Germania orientale chiamato oggi al rinnovo del parlamento regionale. Secondo le proiezioni al primo posto si sono piazzati i socialdemocratici relegando la lista anti-immigrati, arrivata seconda, all’opposizione. Ma, al netto del quasi scontato governo Spd-Cdu, la sconfitta politica della cancelliera è totale: sia perché il Meclemburgo è considerato la patria politica di frau Merkel, sia perché il suo partito, la Cdu, non era mai andato così male in una tornata amministrativa raggranellando meno del venti per cento dei consensi.



Il tonfo della Merkel, e per giunta nel suo collegio elettorale per eccellenza, arriva a un anno dalla decisione che, secondo i suoi detrattori, ha segnato l’inizio della fine. Quale? Aprire le frontiere a quei profughi che la scorsa estate stavano ingrossando a dismisura la cosiddetta rotta balcanica ponendo così fine a una crisi umanitaria provocata dalla chiusura delle frontiere ungheresi. “Tutti i partiti sono stati bocciati perché per troppo tempo non hanno ascoltato gli elettori”, ha arringato la Petry, battagliera quarantenne leader del partito di destra radicale che dal canto suo assicura “un’opposizione non fondamentalista”.
Anche in campo cristiano democratico i commenti sono simili. Il presidente della Cdu Peter Tauber, attribuisce la sconfitta “alla diffusa rabbia e protesta nella popolazione” collegata “chiaramente con la discussione sui profughi”.


Negli ultimi mesi la politica del governo Merkel di fronte alla crisi dei migranti è stata contestata sia all’interno del suo partito sia dall’Unione socialdemocratica di Baviera (Csu), partito gemello della Cdu. Già in Sassonia-Anhalt, l’ascesa dell’Afd aveva portato alla perdita della maggioranza parlamentare per Cdu e Spd, che si erano visti costretti ad allearsi ai Verdi. Secondo una prima analisi sui flussi elettorali presentata dalla Zdf, la formazione populista ha pescato molto nel mondo dell’astensionismo: “Il 34 per cento degli elettori che oggi in Meclemburgo hanno scelto la formazione xenofoba cinque anni fa non si erano recati alle urne”. La Petry ha inoltre attirato voti da quasi tutti i partiti tradizionali: il 17 per cento aveva votato alle precedenti elezioni Spd, il 15 Cdu, il 12 la sinistra della Linke e il 16 per cento l’estrema destra neo-nazista dell’Npd. Solo gli elettori di verdi e liberali sembrano immuni dalla seduzione di Afd: da questi due partiti è arrivato ai populisti solo il 3 per cento.

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