Quando Tina le ha parlato la prima volta, la padrona della casa
era gentile e disponibile a scendere di prezzo, ma quando il giorno
dopo mi sono presentato anch’io, Tina ha notato subito in lei un
cambiamento d’umore. Aveva capito di aver a che fare con un vazaha,
e quindi con uno pieno di soldi, e si mordeva le mani per aver
chiesto solo 300.000 ariary al mese d’affitto. E come se non
bastasse,Tina stava trattando sul prezzo, chiedendole di scendere a
250.000 al mese, poiché desideravamo fermarci a lungo. Di mala
voglia, masticando amaro, la donna scese a 280.000 e di lì non si
mosse, rispondendo sgarbatamente a ogni tentativo di Tina di portare
la cifra a 250.000. Che sfrontati, deve aver pensato, c’è un
vazaha che paga e ancora vogliono lo sconto! Non poteva immaginare,
la gentile padrona di casa, che solo un paio di giorni prima avevamo
visto una casa, persa per un soffio, per 250.000 con lo stesso numero
di stanze e probabilmente anche con uso piscina, e lei ci proponeva
una casa con un camion davanti, in mezzo a un vasto terreno che con
le piogge diventa un lago, senza rubinetto nel lavandino del bagno e
con un filo d’acqua che scende dal telefono della doccia.
Ecco perché anche in questo caso abbiamo lasciato perdere. Per
andare in bagno, Annika avrebbe dovuto passare attraverso la nostra
camera, facendo precipitare la privacy che per me è importante come
l’aria che si respira. Annika può essere la bambina più educata e
timida del mondo, ma se deve andare in bagno passando per la camera
matrimoniale, non posso garantire di trovarmi in una condizione di
presentabilità, né per una 13enne, né per una donna più anziana.
Dopo quasi due mesi di convivenza, sto cominciando solo ora ad
abituarmi alla presenza della figlia di Tina, che negli anni scorsi
abitava da un’altra parte e mai nelle camere d’albergo in cui io
e Tina abbiamo sempre vissuto finora.
La casa, inoltre, a parte la presenza per me imbarazzante di
un’adolescente, presenterebbe anche lo svantaggio di trovarsi
all’estrema periferia di Tulear. E quanti chilometri devo fare io
per andare a comprare il pane in centro, con le strade impraticabili
per i prossimi due mesi di piogge? Abbiamo visto anche il piano
superiore, ma essendo già vissuti a quell’altezza, nel quartiere
di Sanfily, sappiamo che l’acqua dell’acquedotto non arriva e
come hanno potuto l’architetto,il geometra, l’impresario, le
maestranze e la padrona stessa pensare di riuscire ad affittare un
secondo piano in cui l’acqua non c’è? Questo per me è
l’ennesimo esempio di superficialità del popolo malgascio: non
tengono presente tutti i fattori del problema, ovvero tutti gli
aspetti della realtà. L’unica nota positiva della nostra visita è
stata la cicala addormentata sull’albero di manghi. Lei non ha
fatto storie per il prezzo, a differenza della padrona di casa. E
anche questa storia va purtroppo catalogata come “casa non idonea”.
Nessun commento:
Posta un commento