martedì 17 gennaio 2017

Macellaio avvisato mezzo salvato


"Sei tornato, coglione!? Ti hanno fatto passare, testa di cazzo!?”, così il mio testimone di nozze, oggi 17 gennaio 2017. Se non avessi avuto la bocca piena di “mofo sakay”, che stavo mangiando in piedi appoggiato a un muro aspettando che Tina uscisse dal negozio di fronte, sicuramente avrei aperto la bocca dallo stupore, giacché dopo quasi tre anni Aimone Del Ponte, originario di Aviano dove faceva il macellaio, mi porta ancora rancore. Lui non sa che l’odio avvelena l’anima, mentre il perdono guarisce tutti, sia chi subisce un torto, sia chi lo fa. Che avesse qualche problema di natura psichica, me n’ero accorto anche prima del 2014, quando cioè intervistai Vittorio Conte scrivendo un articolo che lo riabilitava. Il litigio sussisteva tra i due e Aimone accusava Vittorio di essere un truffatore. Avendo incontrato di persona il presunto truffatore, scrissi un pezzo sulla base della fiducia che mi aveva ispirato, facendo passare automaticamente Aimone per bugiardo calunniatore. Questo non gli andò giù, quando lo lesse sul blog, e una mattina si presentò nella casa di Ambolanahomby come una furia, facendo una scenata e mettendo in imbarazzo il nostro guardiano Nary che non sapeva cosa fare. Io, tra l’altro, ero malato di epatite e vedere l’ex amico lanciarmi insulti, scagliandosi contro la porta di ferro, che era ancora chiusa essendo mattino presto, come se volesse aprirla e malmenarmi, non ha certo contribuito alla mia guarigione.




Oggi che dall’epatite sono guarito, anche se non posso esagerare con gli alcolici, essere insultato per strada non mi ha reso felice, né Aimone si sarà sentito meglio, sfogandosi dopo due anni e mezzo. Oltretutto, se è vero che scrissi un articolo che riabilitava il signor Conte, è anche vero che i giornalisti sono o dovrebbero essere neutrali, limitandosi a riferire i fatti. In latino si dice “Relata refero” e nel linguaggio corrente “Ambasciator non porta pena”. Io più di tanto non sono entrato nei dettagli della loro disputa e mi sono limitato a dare voce alla cosiddetta altra campana. Se questo ad Aimone Del Ponte non piace, sono affari suoi. Si tratta di deontologia professionale, anche se io non sono un professionista dell’informazione, ma solo un dilettante. Non sarà certo un macellaio di Aviano in pensione, benché mio testimone di nozze, a condizionarmi nelle mie scelte su cosa, come, quando e perché scrivere articoli per il mio blog.




Quando ci fu la cerimonia in municipio a Tulear, nel 2011, e il fotografo ci fece schierare in giardino, Aimone e la sua compagna malgascia Ivonne si avvicinarono a Tina e le misero in mano una busta con del denaro. Fu l’unico dei presenti a farlo e io gliene fui grato, ma il comportamento che tenne in seguito, solo per il fatto che prendevo le difese di uno dei suoi nemici, lo squalifica come persona e neutralizza la generosità che ebbe con noi il giorno delle nozze. Se a lui piace avere dei nemici, sono problemi suoi, è una sua malsana scelta di vita. Non è igienico, né salutare, ma non sono affari che mi possano interessare. Per quel che mi riguarda, può anche lanciare il guanto di sfida a Vittorio Conte e convocarlo per un duello all’ultimo sangue dietro il convento delle carmelitane scalze, ma ho il sospetto che di nemici ne abbia più d’uno e non gli basterebbero le proverbiali sette vite dei gatti per fare tutti i duelli necessari. Vive male e fa danni psicologici al prossimo.




Ma, a parte questa spiegazione del tutto pragmatica, sarei tentato di aggiungere anche un’altra spiegazione di tipo esoterico. Può un animalista essere amico di un macellaio? E’ una contraddizione in termini e se prima del settembre 2014 c’è stato un periodo in cui tra me e Aimone sembrava esserci dell’amicizia, è perché si trattava di una tregua. Poi, l’universo ha rimesso le cose a posto. Oppure, se vogliamo essere ancora più esoterici, Satana ci ha messo lo zampino e ha ricreato la logica inimicizia che DEVE necessariamente intercorrere tra i buoni e i cattivi. O, meno presuntuosamente, tra chi ammazza gli animali e chi non è d’accordo nel farlo. Comunque sia, lui ha tirato dritto, passandomi davanti mentre mangiavo il “mofo sakay”, io non ho profferito parola, anzi lo stavo salutando con la mano libera e con un timido sorriso sulle labbra, e forse proprio per questo è scattata in lui la cattiveria.





Aimone non lo sa, ma è stato proprio fortunato. Se Tina fosse stata presente, a quest’ora lui era in ospedale e Tina, dopo un amichevole interrogatorio da parte della polizia, sarebbe stata rilasciata. Quindi, caro il mio rancoroso testimone di nozze, ti avverto: se devi insultarmi ancora, fallo quando sono solo e non in presenza di Tina, perché lei non te la farebbe passare liscia. Macellaio avvisato, mezzo salvato. Aimone Del Ponte, nella foto, è il più anziano del gruppo, all'estrema sinistra.

3 commenti:

  1. Caspita! Pare che siano le cronache dal far west più che non dal Madagascar ��
    Invece della colt tu però hai Tina...

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