domenica 22 gennaio 2017

Animalisti che cercano il pelo nell’uovo


Testo di Veronica Magni


E tu saresti animalista? Dato che hai il profilo blindato mi obblighi a condividere questo scempio, le foto sono pubbliche per cui risparmiati la scenata del "ti denuncio": tu le hai rese pubbliche e condivisibili ed io sono libera di esprimere il mio pensiero. Quei poveri uccelli sono terrorizzati e hai il coraggio di definirti animalista? Animalara ti si addice di più. Pensavo avessi raggiunto il culmine delle idiozie dette e fatte con limone e peperoncino, ma vedo che ti sei superata. Mi rendo conto che tu sia gravemente affetta da incolmabile mancanza di autostima, per ovvi motivi, ma credimi, inondare il web di tue foto nuda non ti farà trovare lavoro come velina a Striscia, farà solo passare la fame a chi le vede. Mi faresti pena, ma dato ciò che stai facendo, la pena la riservo per altri, per te provo solo disgusto! Vergognati, usare animali terrorizzati per fare orrende fotografie, sei la più grande vergogna dell'intero movimento animalista, e se l'unico modo che avete per farvi sentire è levarvi i vestiti mostrando oscenità c'è qualcosa che non va nel vostro modo di comunicare! Quelle povere bestiole che tieni in mano sono terrorizzate, come è ovvio che sia. Lo schifo che provo nel guardarle è incolmabile! Vergogna a te e a tutti quelli che ti seguono. E adesso bannami pure, animalara!




Mie considerazioni




La ragazza oggetto di critica, Alessandra Di Lenge, ha un curriculum, come attivista per i diritti animali, di tutto rispetto, che l’autrice del testo probabilmente si sogna. Purtroppo, tutti facciamo degli errori e, quando li facciamo, vengono strombazzati a tutto spiano da gente invidiosa e meschina e finiscono per diventare l’unica cosa per la quale saremo ricordati. Ne so qualcosa io essendo finito in prigione per gli animali e solo per questo sarò ricordato, mentre tutto il resto della mia pluridecennale attività animalista finirà nell’oblio più totale. Ho sempre criticato le animaliste che si spogliano per gli animali, a cominciare da quelle dell’americana Peta, con le imitatrici romane degli Animalisti Italiani. La causa dei diritti degli animali è troppo seria e importante per insozzarla con qualsiasi riferimento alla nudità che, a differenza di ciò che dice l’aspirante modella, NON è un valore di per sé. Le Femen, infatti, alla pari dei Gay Pride, sono state inventate proprio per gettare discredito su precise categorie o su precisi messaggi culturali. Molti purtroppo si lasciano fuorviare e ci cascano.




L’errore di Alessandra Di Lenge sta nel fatto di attribuire un valore rivoluzionario alla nudità, mentre nella nostra cultura occidentale essa ha un connotato ben preciso al di là del quale diventa eresia. Ci provarono i “figli dei fiori” negli anni Sessanta e Settanta, con scarsi se non nulli risultati. Anzi, nella mentalità collettiva odierna, nudità, nudismo e naturismo sono stati associati all’esecrabile uso di droghe. Probabilmente, non è quello a cui tendevano i “beatnik”, ovvero i ragazzi della “beat generation”. Il nudismo piuttosto, quando non è spontaneo, è legato all’umiliazione degli interrogatori e delle torture, poiché gli aguzzini, spogliando le loro vittime, intendono aggiungere dolore morale a dolore fisico. Nè nel caso di nudità spontanea, né tanto meno in quella imposta dai carnefici, c’è valore positivo alcuno, a mio giudizio.





Tuttavia, anche Veronica Magni non è esente da critiche. Tirare in ballo i piccioni terrorizzati è semplicemente ridicolo. Il piccione è specie sinantropa, essendo abituato alla presenza umana. Essere ghermito però gli crea qualche disagio, se non altro perché nella sua memoria di specie si ricorda che a ghermirlo era il falco. Oggi, i piccioni urbani vengono ghermiti dagli addetti allo sfoltimento o dalle animaliste che si fanno foto artistiche. Nel primo caso ne consegue la morte, nel secondo solo qualche momento di disagio, che è del tutto perdonabile se fatto a fin di bene. Io personalmente non vedo alcun fin di bene, se il messaggio è “La nudità è un valore”, ma in altri casi ci potrebbe stare. Anche noi animalisti sottoponiamo spesso a stress cani, gatti e altri animali domestici, ma lo facciamo per uno scopo meritorio, per salvarli da morte certa o per sottrarli comunque a qualche miserevole destino. L’acrimonia di Veronica Magni pertanto mi sembra decisamente eccessiva.

2 commenti:

  1. Al di là di valore o disvalore, e motivi storici culturali o religiosi... La nudità ha l'esatto significato di non aver significato, nel 2017. Assume il significato che le si dà, positivo o negativo: oggi abusata, ma in passato anche inutilmente temuta. Insomma, oggigiorno ha perso di reale significato, inteso sia come limite sia come libertà. È diventata uno dei tanti beni di consumo senza valore. Va bene per tutto, animali compresi. Una persona non può più nemmeno porla come valore limite di intimità o di affermazione. Non è più un punto di rottura. È stata commercializzata anch'essa. Non è neanche più un gesto coraggioso e rispettabile.
    A me risulta quasi noiosa e inespressiva. Non esiste più il senso del pudore di una volta, ma nemmeno serve più ad affermare qualcosa di significativo.

    La donna in questione, comunque, non ha ucciso niente e nessuno, quindi non vedo il problema.

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    1. E inoltre, pare che lei li abbia salvati e li tenga con sé come animali domestici.
      Che aggiungere? Hai già detto tutto.
      Brava.

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