sabato 28 gennaio 2017

Il combattimento tra il palato e il dogma


La padrona di casa, venuta oggi a prendere il primo mese d’affitto, febbraio, era accompagnata da suo figlio che stringeva in mano un barattolo di marmellata di datteri. Mi sarebbe piaciuto assaggiarla, visto che nessuna fabbrica, né in Italia, né in Madagascar la produce e la mette in vendita. Quella tenuta in mano dal bambino era, infatti, di fabbricazione casalinga. Benché siano dieci anni che vengo in Madagascar, grazie a Tina sto imparando a conoscere sempre nuove pietanze. Oggi è toccato alla manioca secca bollita con i “kabaro”, i fagioli simili ai nostri bianchi di Spagna. C’era però un terzo ingrediente, che all’inizio avevo rifiutato: lo yogurt di zebù.



Dopo mezzora di cottura il piatto era pronto ma, assaggiatolo senza yogurt, era insapore e, per me, da scartare decisamente. Con lo yogurt era tutta un’altra cosa. Una delizia! Acido e basico in equilibrio perfetto. Un’armonia contrastante di sapori. L’ho mangiato di gusto e con esso ho ingurgitato anche i sensi di colpa. Quelli che ancora mi erano rimasti. In questo contesto non riesco (o non voglio) essere vegano. Mi basta di essere tornato vegetariano. Sono sereno lo stesso, anche se non mancano sul blog utenti che non vedono l’ora di potermi attaccare e denigrare con qualche pretesto. Si facessero i cazzi loro!




E’ troppo facile criticare uno che cerca di adottare uno stile di vita etico, andando contro corrente, avendo il mondo intero contro, quando non si fa nulla per eliminare nemmeno la carne che, come diceva Tolstoi, è il primo gradino. Criticano chi si pone dubbi, chi si dibatte tra mille contraddizioni, standosene comodamente appollaiati sulle norme etiche di questa società cannibale, sia essa primitiva come in Madagascar o leggermente civilizzata come in Italia. Le critiche, che sono quasi sempre distruttive e non costruttive, potrei accettarle da amici vegani (ormai ex) e non da utenti anonimi che, finché restano anonimi, o con nomi di fantasia, per me sono e restano volgari Trolls.




7 commenti:

  1. Forse è più facile essere vegani e vegetariani in occidente dove abbondano le merci che in Africa.
    Comunque mi pare che un pochino tu ti senta in colpa, più che altro verso te stesso!

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  2. non voglio entrare nel merito etico animalista del discorso se mangiare latticini o no...

    io trovo che vivere ai tropici può essere invece un ottima opportunità di migliorare la propria alimentazione e di conseguenza salute e anche stato mentale/spirituale... diventando completamente Fruttariani... se la frutta non manca è sicuramente più facile ai tropici divenire frugivoro che nei paesi del nord italia spece durante il freddo inverno...

    http://obiettivobenessere.tgcom24.it/2015/11/26/ecco-come-diventare-fruttariani/

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    1. rimanendo in tema salutistico ricordo a Roberto e ai suoi lettori che il latte di altra specie animale compresi i suoi prodotti derivati è dannoso per la salute umana:

      https://www.valdovaccaro.com/2013/11/danni-dei-latticini-al-sistema/

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  3. le magnifiche relazioni del compianto Prof. Armando D'Elia sul tema:


    http://www.fruttariani.it/

    vivamente consigliate

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  4. Elyah, io qui mi trovo in un territorio di frontiera. Non mi sto giustificando. In teoria, stando in Occidente, essere vegani è facile, ma all’atto pratico, in un contesto in cui il latte di soya è amarissimo e costa un occhio della testa (un po’ come il Crivellaro degli anni Ottanta che si poteva comprare solo in erboristeria), il discorso cambia.

    Io ammetto di non avere un carattere forte, né in relazione ai rapporti con le persone, né in rapporto a me e alle mie convinzioni filosofiche. So di essere un debole. Indi per cui, ti prego (vi prego) di prendere la mia testimonianza sincera per quello che è: l’esperienza di un vegano ai tropici che si sente combattuto perché vorrebbe aprire un ristorante ma sa che se non offrisse ai clienti carne e pesce fallirebbe nel giro di 5 minuti. Il contesto sociale NON mi è favorevole e io devo anche guadagnare, se voglio vivere qui, altrimenti non mi resterebbe che la ritirata ignominiosa in Italia, a fare la vita del barbone o del mantenuto dallo Stato, cosa che i Trolls che infestano questo blog mi criticano aspramente.

    Prendete la mia testimonianza, i miei successi e le mie sconfitte, in base alla vera Jihad, come spiegano gli Imam, la lotta contro le proprie debolezze. Se avrò successo, rallegratevi con me. Se fallirò, vi prego di non biasimarmi più di tanto.

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  5. @Roberto,

    chi conosce ma sopratutto pratica la COMPASSIONE CRISTICA sappi che NON Ti criticherà mai per quello che sei ma per quello che dici & scrivi, lo sai che nei ns. dialoghi in FVG l' unica mia critica è SEMPRE stata quella che Tu "giudichi" con asprezza gli altri in particolare gli ONNIVORI/CARNIVORI !!!!

    SDEI

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  6. ho imparato che vedere le debolezze e/o i difetti nel prossimo è facile,come è facile dare consigli,difficile se non quasi impossibile vedere i propri e regolarsi con i consigli.
    è un problema dell'essere umano,chiamiamolo difetto congenito o natura umana,quindi è normale.
    ovviamente chi + chi- ma è una regola a cui sottostiamo tutti,volenti o nolenti.

    michy

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