venerdì 6 gennaio 2017

Leggere la Bibbia porta sfiga


Alla fine è successo ciò che doveva succedere. Non è stato indolore, almeno per me. Tina lo ha licenziato e solo lei poteva farlo. Non solo perché parlano la stessa lingua, ma perché è una donna coraggiosa, mentre io sono pavido e pieno di scrupoli. Anche prima che finisse due notti in prigione, Savoritake si era presentato ubriaco sul posto di lavoro, il che, dal punto di vista deontologico, non è il massimo per un guardiano notturno. Se il protagonista de “Il mondo nuovo”, di Huxley, può essere definito come il selvaggio che leggeva Shakespeare, il nostro (ormai non più) Savoritake può dirsi il guardiano che leggeva la Bibbia. Se ne portava dietro una tutta consunta e sbrindellata, tanto che mi aveva fatto venire voglia di comprargliene una nuova. Quando lo vedevo seduto sulla stuoia, chino sul testo sacro, provavo tenerezza. Leggere per un malgascio è già di per sé nobilitante. Leggere un testo ostico come la Bibbia, lo è ancora di più. Detto per inciso, stanotte alle tre sentivo i fedeli cantare nella vicina cattedrale. Facevano le prove per domenica.




Ho già raccontato, del nostro ex guardiano, le vicissitudini matrimoniali e lavorative, con una moglie Betsileo che lo ha sfruttato finché c‘era qualcosa da sfruttare, con il fratello di lei che lo ha circuito e derubato di 400.000 ariary e con i malaso che gli hanno rubato la mandria che stava trasferendo, quasi ammazzandolo con un’accetta. Ma quello che gli è successo l’altro ieri supera ogni immaginazione e fa capire che in fondo, Chritophaire Manjovahatse è solo un bravo ragazzo molto ingenuo, uno di quelli alla Forrest Gump, per capirci, che tirano a sera sperando che non gli venga fatto troppo male. Quando è uscito di prigione, grazie alle buone grazie di un Tanalana come lui che fa il poliziotto, è venuto da noi, ma io e Tina non c’eravamo. Carola, che fungeva da sorvegliante della casa, gli ha dato un piattone di riso e fagioli, mangiato di gusto fino all’ultimo chicco e all’ultimo fagiolo: era stato due giorni senza mangiare.




La sera, poi, è ritornato, ma tanto per cambiare era ubriaco fradicio. Il che può anche essere comprensibile, dopo l’esperienza carceraria. Per lui era la prima volta. A Carola ha raccontato una bugia. Le ha detto che stava facendo il bagno in mare in un luogo frequentato da malviventi e stregoni e che quando è uscito dall’acqua la polizia lo ha arrestato. Tina, grazie a Radio Babaky, ha saputo la verità su come sia finito in prigione. Il ragazzo era andato a trovare una sua amica, a casa della quale dormiva il fidanzato. Fuori, sulla strada, si ferma una moto. Scendono due uomini ed entrano in casa. Il fidanzato numero uno si sveglia e chiede chi siano gli intrusi. Uno dei due dice di essere il fidanzato della ragazza, evidentemente il fidanzato numero due. Il numero uno si scaglia contro il numero due, conciandolo davvero male. Il passeggero della moto esce sulla strada e chiama la polizia. Anche Savoritake esce dalla stanza ma va a bighellonare in cortile. All’arrivo dei gendarmi, c’è un giovane ricoperto di sangue sul pavimento, il suo aggressore con le nocche delle mani scorticate e un giovane stralunato che si aggira in cortile. Di quello che ha fatto la telefonata nessuna traccia. La polizia, tanto per non sbagliare, arresta tutti tranne il fidanzato numero due, conciato male, e la ragazza dai molti fidanzati, novella Elena di Troia, più troia che Elena. Più ingenuo di così, Savoritake non poteva essere. L’istinto, Cristoforo, non ti ha detto di squagliartela?




Quando la sera si presentava per prendere servizio, gli facevamo trovare la cena pronta e, se era sobrio, anche la birra fredda. Ieri, sbronzo com’era, gli ho fornito pane e acqua, meglio che in carcere, ma, saputo di essere licenziato, con uno scatto d’orgoglio, anziché passare la notte sotto la veranda smaltendo l’alcol, ha fatto del suo pareo un sacco, ha messo dentro i suoi stracci, Bibbia compresa, ha raccolto lancia, accetta e due tondini di ferro acuminati, senza dimenticare il pane e il paio di scarpe da ginnastica che gli ho regalato il primo giorno. Poi si è avviato barcollando verso l’uscita. Io gli ho aperto il portoncino e gli ho fatto luce con la torcia. L’ultimo ricordo che ho di lui è la sua figura traballante che si perde nell’oscurità della stradina. Non si è voltato indietro e io mi sentivo un po’ in colpa. A mezzanotte sono uscito dalla mia camera e ho trovato Tina in piedi, sveglia, sull’uscio della sua stanza, a sentire ogni rumore sospetto. Era lì da due ore. Oggi andiamo a cercare un altro guardiano.




2 commenti:

  1. Che storie tristi racconti. Una vita di disperanti speranzosi, o speranzosi disperati. Eppure continui a cercare il senso della vita laggiù...

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