Testo di Paolo Sensini
Per propagandare
un'immagine razzista e antisemita della popolazione, tutto fa brodo.
Anche ricostruzioni totalmente bislacche e falsificate, fake news si
direbbe oggi, come quella fornita da Mattia Feltri nell'editoriale su
La Bugiarda, pardon "La Stampa". Ecco cosa scrive il
figliolo del celebre Vittorio per avvalorare le sue ricostruzioni di
comodo: «Un solo esempio, notissimo: nel luglio 2016 Emmanuel Chidi
Namdi, trentaseienne nigeriano, fuggito dalle persecuzioni
d’estremismo islamico di Boko Haram, passeggiava per Fermo con
Chinyery, la fidanzata ventiseienne, quando due del posto hanno preso
a chiamarla "scimmia"; Emmanuel provò a difenderla e fu
aggredito con una spranga e, caduto a terra, massacrato a calci e a
pugni». Un esempio, quello citato dal signorino Feltri, interamente
falso e riconosciuto come tale, sulla quale anche la giustizia,
supportata da ben 6 testimoni presenti sulla scena, si è pronunciata
in maniera definitiva.
Fu infatti Emmanuel ad aggredire fisicamente
Amedeo Mancini dopo che costui, vedendolo armeggiare con fare
sospetto insieme alla donna vicino a un'auto, apostrofò quest'ultima
come "scimmia", dopodiché il nigeriano e la compagna
Chinyery si scagliarono come furie su Mancini colpendolo addirittura
con un palo segnaletico, il quale investito da una gragnuola di botte
e preso a scarpate e morsi riuscì a difendersi con un colpo che fece
cadere Emmanuel sul selciato battendo la testa, a cui non seguì
alcun calcio e pugno. Fine della scena. Quindi, al netto dell'insulto
"scimmia", certamente offensivo, ma che non autorizza
nessuno a massacrare di botte chi l'ha proferito, a meno che per le
"risorse" non vi sia una deroga legislativa speciale,
l'aggressione fu dei due nigeriani verso Mancini, non il contrario.
Ed è tutto agli atti processuali, come agli atti sono le false
testimonianze della signora riguardo alla dinamica degli eventi,
senza che però la giustizia gli abbia mai chiesto conto delle sue
affermazioni. Come del resto è documentata l'affiliazione di
Emmanuel alla Black Axe (Ascia nera), la spietata mafia nigeriana che
sta crescendo su tutta la penisola italiana. Ma per avvalorare il
solito immaginario razzista che piace tanto al mediaticamente
corretto, sdoganato perdipiù in quell'occasione da una sorta di
funerale di Stato in cui presenziarono nella cattedrale di Fermo la
Boldrini, Maria Etruria Boschi, Sassoli e Alfano, ogni menzogna è
buona. E se mentono così spudoratamente su fatti noti e sanciti in
sede giudiziaria, figuratevi di cosa sono capaci su tutto il resto.
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