Testo di Alessandra da Macondo
L'eccidio di Malga Bala. Sorpresi nel sonno, avvelenati,
torturati ed infine tagliati a pezzi: fu questo il tragico destino di
ben dodici giovani Carabinieri, catturati dai partigiani alle
Cave del Predil, nell’alto Friuli. I Carabinieri costituivano un presidio
a difesa della centrale idroelettrica di Bretto. Il 23 Marzo 1945 i
partigiani presero in ostaggio il Vicebrigadiere Dino PERPIGNANO,
comandate dei presidio che stava rientrando negli alloggiamenti,
sotto la minaccia delle armi, lo costrinsero a pronunciare la parola
d’ordine e, con facilità, una volta entrati nel presidio,
catturarono tutti i Carabinieri, già in parte addormentati. Dopo
il saccheggio, i dodici militari furono deportati nella Valle
Bausiza e rinchiusi in un fienile dove fu loro servito un pasto nel
quale era stata inglobata soda caustica e sale nero. Affamati,
inconsciamente mangiarono quanto gli era stato servito, ma, dopo
poco, le urla e le implorazioni furono raccapriccianti e tremende.
Erano stati avvelenati e la loro agonia si protrasse fra atroci
dolori per ore ed ore.
Stremati e consumati dalla febbre,
Pasquale RUGGIERO, Domenico DEL VECCHIO, Lino BERTOGLI, Antonio
FERRO, Adelmino ZILIO, Fernando FERRETTI, Ridolfo CALZI, Pietro
TOGNAZZO, Michele CASTELLANO, Primo AMENICI, Attilio FRANZON, quasi
tutti ventenni (e mai impiegati in altri servizi tranne quello a
guardia della centrale, cui erano stati sempre preposti), furono
costretti a marciare fra inesorabili ed inenarrabili sofferenze ed
insopportabili sacrifici fino a Malga Bala ove li attendeva una fine
orribile.
Il Vicebrigadiere PERPIGNANO fu preso e spogliato; gli
venne conficcato un legno ad uncino nel nervo posteriore dei calcagno
ed issato a testa in giu’, legato ad una trave; poi furono
incaprettati. A quel punto, i macellai partigiani, cominciarono a
colpire tutti con i picconi: a qualcuno vennero asportati i genitali
e conficcati in bocca, a qualche altro fu aperto a picconate il cuore
o frantumati gli occhi. All’AMICI venne conficcata nel cuore la
fotografia dei suoi cinque figli mentre il PERPIGNANO veniva finito a
pedate in faccia ed in testa. La “mattanza” terminava con i corpi
dei malcapitati legati col fil di ferro e trascinati, a mo’ di
bestie, sotto un grosso masso.
Ora le misere spoglie di questi
Carabinieri Martiri/Eroi riposano, dimenticati dagli uomini, dalla
storia e dalle Istituzioni, in una torre medievale di Tarvisio le cui
chiavi sono pietosamente conservate da alcune suore di un vicino
convento.
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