Fonte: Il Gazzettino
Treviso - Ha convissuto per tre
anni con un tumore al seno. Sapeva di averlo. Ma non ha fatto nulla.
Perché? Difficile spiegare una scelta incomprensibile. Per
paura. Probabilmente sperava di riuscire a sconfiggere la malattia
con cure alternative e con l'omeopatia. Quel che è certo è che dopo
la terribile diagnosi la donna, una trevigiana
di 49 anni, con un
figlio di 12 anni, ha rifiutato ogni tipo di trattamento. I dottori
con lei sono stati molto chiari: senza un intervento, non avrebbe
avuto possibilità di sopravvivere a lungo. Nonostante questa
prospettiva, la donna ha rifiutato tutto per tre lunghi anni. Ha
detto di no alla chemioterapia e ha respinto anche la possibilità di
sottoporsi a un intervento chirurgico per asportare la massa
tumorale. E inevitabilmente il suo quadro clinico è drasticamente
peggiorato. Tanto che ora ha cambiato idea.
In vino veritas: Altra vittima del
famigerato dottor Hamer? Ne ha ammazzati più lui di Vlad Tepes.
Acamus: Fermiamo i ciarlatani! Fuori
l'omeopatia dalle farmacie! Espulsione dall'ordine professionale per
i medici "omeopati"! Subito una legge a difesa dei
cittadini dai ciarlatani! Subito campagne di informazione e
sensibilizzazione per difendere i cittadini dai ciarlatani! Non se ne
può più di sentire queste storie dolorosissime.
Berlinboy: Grande donna. Se fossimo
tutti come lei i medici andrebbero a zappare la terra e, magari,
perderebbero quell'aria di superiorità che si danno.
Refolo60: Sicuramente l'omeopatia
andrebbe regolamentata. Che poi certi trattamenti lenitivi, ma non
curativi, fatti con le erbe, funzionino, questo non lo metto in
dubbio, però c'è un'eccessiva e soprattutto incontrollata
proliferazione di omeopati ciarlatani con le loro ''cure
miracolose''. Sarebbe da metterli in galera tutti quanti!
In vino veritas: Prodotti omeopatici
la cui valenza è quella di un bicchiere d'acqua con dentro un
cucchiaino di zucchero venduti a peso d'oro, cosa dovremmo
regolamentare secondo te? Altra cosa sono tisane, decotti e
quant'altro, fatti con le erbe. Attenzione. Non sono medicine non
confondiamo le due cose.
Osco Osco: Dopo aver accompagnato una
familiare in un percorso di malattia, capisco benissimo questa donna.
Anzi condivido la scelta. Ognuno deve poter decidere per se stesso,
scegliere la propria sorte in modo consapevole, informato, civile. I
medici, e direi anche il personale infermieristico, dovrebbero fare
un’analisi, un’autocritica, in situazioni difficili come quelle
della malattia, in cui si somma all’impotenza anche la vergogna.
L’umiliazione e la frustrazione di un corpo ispezionato, indagato.
Il medico troppo spesso non ha empatia, non ha “pietas”. Se nelle
facoltà di medicina istituissero dei bei corsi di “pietas”, di
“educazione”, di rispetto, di piccole attenzioni, di modalità di
rispetto del corpo e dell’uomo ci sarebbero molti meno casi di
Uomini che preferiscono restare tali, affidandosi al destino.
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