Fonte: Il Populista
Arrivano dalla Romania
per depredare i nostri fiumi.
Devastando l’equilibrio naturale e anche mettendo a rischio la
nostra salute, attraverso il commercio del pesce pescato di frodo.
Divisi in una trentina di squadre, provenienti perlopiù dalla città
rumena di Tulcea, questi criminali sono stati cacciati dal proprio
paese per i danni arrecati al Danubio. E si sono riversati in Italia
per saccheggiare i corsi d’acqua del Nord, dall’inquinato Lambro
fino alla Toscana, passando per l’ambito Po.
Il
Giornale spiega
che “Secondo uno studio dell'Università di Ferrara, citato in un
documento pubblicato dal Senato, i danni alla biomassa degli 8mila
chilometri di canali provinciali oscillano tra il 30 e il 40 per
cento”. Questi bracconieri
senza scrupoli rappresentano un serio pericolo per il nostro
ambiente.
Utilizzano veleni ed elettrostorditori, spadroneggiando senza alcun
ritegno. Ogni squadra guadagna fino a 20mila euro a settimana. E
le normative in materia sono insufficienti per contrastare il
fenomeno. Angelo
Ciocca, europarlamentare della Lega, “Un problema è la salute dei
consumatori che si trovano a tavola il pescato proveniente dalle
battute abusive. Non dimentichiamo che spesso il frutto di queste
scorribande è venduto ai ristoranti”. Pesce pescato magari in
fiumi dove il livello di mercurio, e di altri elementi tossici, è
molto alto. Matteo De Falco, direttore editoriale del canale Sky
Caccia e Pesca, dichiara al quotidiano milanese: "Oltre al
bracconaggio si sono verificati altri reati come piccoli e medi
furti, l'evasione fiscale e i rischi connessi a mangiare pesci
contaminati: per
cacciarli dal delta del Danubio la Romania ha dovuto schierare
l'esercito".
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