Del resto, a propugnare
l’integrazione sono proprio quelle due filosofie di vita, il
cristianesimo e il comunismo, che amano anche altri comportamenti
contro natura, a cominciare dal mangiar carne, che per i Sapiens è
la base di tutti gli stili di vita contro natura. Anche
l’aborto
è un
evento che
si può dire sia contro natura, giacché è previsto
solo in casi eccezionali, come capita negli zoo dove le femmine
gravide a volte abortiscono per non far vivere alla loro prole una
vita innaturale. Oppure,
negli altri casi rari in cui un leone maschio sopraggiunto nell'harem nella savana,
uccide i cuccioli del leone predominante sconfitto e allontanato, ma
questo più che aborto è infanticidio. Le
unioni omosessuali sono un altro esempio di stile di vita contro
natura e, sia l’aborto che l’omosessualità, vengono infatti
propugnati e promossi dalla filosofia comunista, o per lo meno dalla
sua odierna degenerazione. Il cristianesimo, se prendiamo per buono
che la Chiesa cattolica ne sia la rappresentante, si oppone
all’aborto, ma non più alle unioni gay, da quando Bergoglio in
aereo fece l’ammissione storica “Chi sono io per giudicare?”.
La mescolanza delle
razze è quindi, per il Sapiens, contro natura, giacché nel nostro
cervello è presente lo schema mentale del clan, ovvero del gruppo
ristretto, del piccolo villaggio. Lo si vede nell’esigenza di
ricostruirlo mediante la tifoseria calcistica, per uscire
dall’anonimità della metropoli e per rifarsi un’identità
perduta che solo il clan può donare. Clan può diventare anche il
credo religioso e basta poco per differenziarsi dalla massa degli
altri credenti, che diventano, in vario grado, il nemico. “La ragazza del mondo” è un film sui Testimoni di Geova. Il loro credo
si discosta per alcuni elementi di verità che i cattolici non hanno
e non li hanno perché mentre i Testimoni di Geova leggono la Bibbia
ogni giorno, i cattolici non la leggono mai e si fidano di pochi
versetti, sempre gli stessi, estrapolati e forniti loro dal
sacerdote. E’ una fortuna per il clero che i cattolici non leggano
la Bibbia. Tuttavia,
i Testimoni di Geova sono rimasti a metà del guado e non conoscono
tutta la verità su come siano andati realmente i fatti presso gli
antichi israeliti.
Siccome è un film che
non vedrete mai, posso permettermi di raccontare una scena, almeno
una, che mi sembra pertinente riguardo al discorso sull’integrazione.
La protagonista, dopo aver detto al suo compagno spacciatore che non
lo ama più, va nell’altra stanza per prendere le sue cose e
andarsene, come il compagno, ovviamente arrabbiato per quella
notizia, le aveva detto di fare. Costui però, preso da un infantile
attacco di autolesionismo, assume una quantità di cocaina eccessiva,
tanto che cade a terra in preda alle convulsioni. La ragazza se ne
accorge e chiama i soccorsi. Nella scena successiva la protagonista è
seduta sul letto d’ospedale dove giace il compagno, da lei salvato.
Rassegnato all’idea di averla persa, lui, riavutosi, le chiede:
-Dove andrai adesso?
- Non lo so. E tu?
- Credo che me ne
tornerò in carcere, a salutare i miei amici spacciatori. Come dicevi
tu? Che non bisogna avere rapporti col mondo: così è anche per
quelli come me!
Esiste quindi anche una
difficoltà di integrarsi con il mondo dei borghesi, i cosiddetti
normali, anche per quelle personalità fragili e primitive che
delinquono e non sanno fare altro. E così esiste per quelli che
scelgono strade diverse dalla religione ufficiale, come pure per chi
sceglie partiti e filosofie politiche estreme, minoritarie rispetto
alla massa. Per
soddisfare un bisogno di identità, il ragazzo dei centri sociali si
vestirà in un certo modo e sceglierà di combattere il nemico
storico, la Destra, i fascisti. Per l’africano emigrato in Italia
non ci sarà bisogno di vestirsi in un certo modo, perché si porta
la “divisa” incollata addosso, come natura gli ha dato e le sua
pelle sarà la sua patria, come diceva Curzio Malaparte. Troverà
pertanto, nel luogo in cui è migrato, oppositori naturali che
avranno una divisa diversa, una pelle più chiara, con meno melanina,
e lo scontro sarà inevitabile, nonostante tutte le mediazioni e le
sovrastrutture ideologiche messe in campo da cattolici e comunisti
accoglienti. Contro la natura non si può andare, o lo si può fare
solo fino a un certo punto. Come la natura che è fuori di noi
presenterà il conto, se noi continuiamo ad inquinare e distruggere
le foreste, così la natura che è dentro di noi farà la stessa cosa
e i conti ce li presenterà sotto forma di conflitti razziali.
salve
RispondiEliminail cattolicesimo, quello vero e non quello relativista di "el papa", non parla mai e in nessun modo di "minestroni razziali", tutt'altro; il vero cattolicesimo auspicava, tramite i missionari (che spesso pagavano con la vita, la scelta di diffondere il vangelo tra i non cattolici) che il credo in Gesù Cristo diventasse universale; andate e moltiplicatevi era inteso in questo senso ...
I comunisti e i loro creatori massoni, sono la controchiesa che, sparando la belinata senza senso del "siamo tutti uguali" ha abbindolato e fregato, atei e (presunti) credenti
un saluto
Piero e famiglia
Evidentemente, la Chiesa si è accorta del fallimento dell'azione missionaria, trasformatasi in mera assistenza.
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