Testo di Paolo Sensini
Dalle elezioni in avanti i media hanno messo la sordina al tema
dell'immigrazione, anche se marina militare e ONG sono sempre
impegnate a traghettare clandestini con ritmi sostenuti. Eppure i
numeri dovrebbero parlare chiaro. E anche prescindendo dal tasso di
criminalità relativo (gli stranieri delinquono 6 volte più degli
italiani), che è una fonte permanente di tensione sociale, specie
nelle periferie, non si possono ignorare due tendenze: il crollo del
tasso di occupazione degli stranieri, e l'aumento del numero di
famiglie straniere in condizione di povertà, che è in continuo
aumento e ormai sfiora il 40% delle famiglie povere residenti in
Italia, pur essendo gli immigrati solo l'8-9% della popolazione.
Questo, in buona sostanza, significa che si continua a parlare di
"accoglienza" ma ormai, non avendo né le risorse, né
l'organizzazione, né i posti di lavoro necessari per un'accoglienza
vera, non si fa altro che importare povertà e manodopera per la
malavita organizzata. Un fenomeno che chiunque può constatare "a
occhio nudo", con la moltiplicazione dei modi e delle forme
dell’accattonaggio praticato nella gran parte dei casi da giovani
africani nel fiore dell'età. È legittimo dunque affermare che la
politica migratoria dei governi guidati dal PD ha raggiunto il suo
scopo: accalcare davanti a ogni esercizio commerciale, dai più
piccoli ai mega-supermercati, frotte di questuanti che fanno
l'elemosina. E la chiamano accoglienza.
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